Lunga vita agli Stati Uniti d’America
Da qualche decennio, ogni tanto, in presenza di qualche crisi, c’è chi afferma che è iniziato il declino degli Stati Uniti d’America. Alcuni se ne diaspiacciono, altri ne gioiscono. Ma una ragionevole analisi della realtà di quel paese porta alla conclusione che il declino è ancora lontano.
Certo, in un quadro geopolitico mondiale non sono più la potenza politica, economica e militare assoluta che erano negli anni del dopoguerra e dopo la caduta del muro di Berlino, ma malgrado il crescere della Cina come potenza economica e militare e di altri paesi come India, Brasile ed, in un certo senso, anche della Russia come potenze economiche, le risorse e le potenzialità degli Usa sono ancora di gran lunga superiori a quelle di quei paesi ed anche dell’Europa.
Perché gli Usa, contrariamente all’Europa, sono un paese che ha una società dinamica, aggressiva ed in continuo aumento, fermento e trasformazione.
La popolazione, che è ora di 307 milioni, è cresciuta dall’anno 2000 di circa 25 milioni, quasi 3 milioni all’anno. Di questi, 8,2 milioni sono stati immigranti, un milione all’anno, circa 80.000 al mese. Immigranti, venuti da tutto il mondo, che considerano gli Usa non solo un paese dove lavorare, ma dove vi sono anche libertà ed occasioni per avere successo.
Dei 307 milioni di cittadini, 35 milioni sono di origine latinoamericana, di cui circa 20 messicana, e 10 milioni sono di origine asiatica di cui circa 2,5 milioni Cinesi che sono ben 400.000 nella città di New York. E continuano ad arrivare anche africani che vengono accettati anche per motivi umanitari.
Ci sono poi alcuni milioni di immigrati illegali, prevalentemente latinoamericani che sono un grosso problema come lo sono per l’Europa, ma che danno anch’essi un contributo positivo all’economia.
Ogni immigrato porta con sé voglia di fare, grinta, ambizione. Oltre ad avere, nella stragrande maggioranza, rispetto per le istituzioni ed i valori del paese che lo ha accolto e che rispetta le sue diversità.
Dopo gli attentati alle torri gemelli, è passata alla storia una manifestazione di solidarietà alle vittime e di riaffermazione dei valori americani fatta allo Yankee Stadium di New York gremito. Durante la quale rappresentanti di tutte le etnie e religioni hanno fatto il loro discorso terminando con il “God bless America “, Dio benedica l’America.
Gli Usa sono, in piccolo, il mondo intero. Ci sono tutte le etnie, tutte le credenze religiose, tutte le diversità che la razza umana produce ed è tuttora il sogno di milioni di esseri umani nel mondo. Che apportano anche i loro difetti che la società americana, eminentemente pragmatica, senza il mito di ideali utopistici, riesce a gestire senza eccessivi traumi. Recenti sondaggi hanno rivelato che anche nella risorta e dinamica Cina milioni di persone hanno come massima aspirazione quella di emigrare negli Stati Uniti d’America. Dove la società è regolata da istituzioni e leggi che costituiscono per il cittadino una gabbia a maglie molto larghe, ma robuste, che non si discutono. Lo stato funziona.
Un esempio, tra i tanti possibili, del dinamismo americano.
Allo scoppio della recente crisi economica, nel giro di alcune settimane presidente e parlamento, hanno deciso manovre economiche eccezionali ed esborsi di dimensioni ineguagliate per sostenere industrie e banche. Non si era mai visto nulla di simile nella forma e nella sostanza, ma era necessario ed è stato fatto in fretta.
I tempi della vecchia Europa sono stati molto più lunghi. Per non parlare dei tempi italiani dove, per esempio, i Tremonti bond per aiutare le banche sono diventati una telenovela che dura da mesi.
Il declino di uno stato è collegato anche ad un declino militare, ma Gli Stati Uniti sono ancora la prima potenza militare e ci vorranno decenni per scalzarla, ammesso che altri paesi ci riescano.
L’apparato militare degli Usa, malgrado qualche timido progresso della Cina, ma non della Russia, è di gran lunga il più potente. Esso avvolge il mondo intero, per non parlare del potenziale atomico, con le sue basi, i suoi missili, i suoi aerei supersofisticati, i suoi sottomarini nucleari ed i satelliti segreti, alcuni dei quali, ma l’argomento è molto contrastato, potrebbero tra non molto essere armati con missili capaci di colpire in pochi minuti ogni angolo della terra.
E avvolge il mondo intero anche con gli occhi e gli ascolti della NSA (National Security Agency ) di cui si parla poco, ma che sa molto di tutti noi. E’stato calcolato che, proseguendo al ritmo del recente passato, i dati informativi raccolti ed archiviati dalla N.S.A, saranno nel 2015 al livello di Yottabytes ( 10 elevato alla ventiquattresima potenza), pari a circa 1.000 seguito da 21 zeri.
Può dar fastidio, evidentemente, essere spiati, ma può consolarci il fatto che tale potente apparato bellico, da tempo e si presume anche in futuro, tiene sotto il suo ombrello protettivo anche noi della vecchia Europa che, da soli, non riusciremmo a difenderci.
E possono consolarsi anche altri paesi che ricevono aiuti dagli Usa: nel 2008 circa 25 miliardi di dollari.
Lunga vita agli Stati Uniti d’America.
Ettore Falconieri
efalconieri@bluewin.ch
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