Da “Storia di Roma nel Medioevo” di Gregorovius (1871).

La donna si trasferì a Roma dove, grazie alla sua scienza, ottenne una cattedra nella scuola dei Greci come era detta la Diaconia nota col nome di Santa Maria Scholae Graecorum. I filosofi romani erano ammaliati, i cardinali, che pure non sospettavano il sesso di lei, andavano in visibilio e ben presto Giovanna divenne la settima meraviglia di Roma.
Ma la sua ambizione era grande ed ella mirava alla corona papale.
Così, quando Leone IV morì, la scelta dei cardinali cadde concorde sul suo capo, poiché non si era trovato nessuno che, più di Giovanni Anglico (Giovanna) modello di tutte le teologiche perfezioni, fosse degno di essere a capo della cristianità.
La papessa (Giovanna) , dunque, entrò in Laterano (anno 853), né si astenne dallo stringere un rapporto amoroso con un cameriere che le era grandemente devoto.
La larga veste papale nascose per molto tempo le conseguenze della sua relazione, ma, alla fine, la natura tradì la peccatrice.
Infatti, mentre muoveva in processione verso il Laterano, tra il Colosseo e San Clemente, ella fu colta dalle doglie del parto e, dopo aver dato alla luce un bambino, morì (anno 855).
I Romani, inorriditi, la seppellirono sul posto e, lì stesso, eressero una statua che rappresentava una bella donna con in capo la corona papale e tra le braccia un bambino.
Da quel giorno i papi eviteranno sempre di passare in quel luogo quando, lungo la via Sacra, si recavano in Laterano per prenderne possesso. E si sottoposero anche ad un esame formale della loro virilità sedendo sulla “Sella stercoraria”, che è un sedile di marmo con una fessura nel mezzo, che si trova nel portico del Laterano.

   Ettore Falconieri
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