Lettera a Matteo Renzi
Signor Segretario del PD,
lei è certamente consapevole che rottamati e vecchi arnesi, del suo e di altri partiti, faranno il possibile per renderle la vita difficile e si adopereranno con solerzia per cercare scheletri o scheletrini nel suo armadio. Né è da escludere che qualche magistrato, che non condivide le sue idee, sia ansioso di inviarle un avviso di garanzia. Ma non vi è dubbio che lei sia preparato a simili evenienze, stia in guardia e sappia come difendersi.
Ma il pericolo che potrebbe non essere da lei percepito è un altro.
La politica italiana è ormai decaduta al livello di un gallinaio politico mediatico nel quale, giornalmente, quasi tutti, dal Capo dello Stato (ahimè) in giù, si agitano con esuberanza, commentando, esprimendo pareri su tutto, dal bilancio dello stato al fatto di cronaca nera, criticando, attaccando rivali, rimbeccando altri, esponendo progetti campati in aria che mai diventeranno concreti, in un’orgia di chiacchiere vane e logorrea giornalistica. Cosa che non succede in nessun altra democrazia occidentale.
Con la conseguenza che gli elettori, frastornati, poco ci capiscono, non vengono informati su fatti essenziali e su proposte politiche concrete. Anche perché tutto il chiacchiericcio fa ombra al parlamento che sembra una comparsa sullo sfondo della scena e sui lavori del quale l’elettore viene poco e male informato. Ed aumenta il disgusto per la politica.
Lei, a differenza di tutti gli altri che sono stati eletti dai partiti dai quali dipende la loro carriera politica, è stato eletto dal popolo e può, di conseguenza, muoversi in modo diverso.
Allora, modesto e rispettoso suggerimento, eviti, come mi pare stia facendo, di lasciarsi coinvolgere in quel gallinaio, non si senta in dovere di rispondere a chi dice cose contrarie alle sue, né a chi lo critica o vuole coinvolgerlo in risse verbali.
Parli con gli atti del partito, faccia conoscere il suo agire, le sue convinzioni ed i suoi progetti con periodiche conferenze stampa, con comunicati e lo faccia rivolgendosi non ai politicanti, ma a cittadine e cittadini con un linguaggio che non abbia nulla di politichese. E stia alla larga, salvo in momenti preelettorali, da quei canai salottieri della televisione nei quali si gigioneggia, si strilla, ci si contrappone bisticciando e non lasciando parlare la controparte alzando la voce. Sono il corollario di quel gallinaio sopra descritto. La visibilità politica non si conquista con le chiacchiere, ma con l’enunciazione di fatti, idee, programmi e, soprattutto, con il fare. E non è con le chiacchiere che si diventa uomo di stato.
Indipendentemente da ogni altro giudizio e dai suoi errori, Berlusconi è stato un brillante leader politico, ma non è stato capace, non ha capito che doveva diventare uno statista. Il leader politico si guadagna un consenso di parte, uno statista, una volta assurto ad una carica politica, pur nella contrapposizione con l’opposizione, si muove al di sopra delle parti per servire lo stato e tutto il paese. E, quando all’estero, deve avere la dignità di dimenticare la politica interna e parlare per l’Italia intera, senza polemizzare, come hanno fatto tutti i Presidenti del Consiglio recenti ed anche l’attuale, con gli oppositori del suo paese o con le sue istituzioni, mettendo in piazza i nostrani panni, sporchi o puliti che siano.
Buon anno e buon lavoro.
Ettore Falconieri
stakano@bluewin.ch
@ettorefalconier
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Felice 2014 a TUTTI
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