Questi politici vanno cacciati per il bene dell’Italia
Si racconta che la regina di Francia Maria Antonietta, non molto prima di finire sotto la ghigliottina, esclamasse “che mangino brioches “ alludendo al popolo che manifestava gridando “ non abbiamo pane”. Vera o inventata, questa storia voleva dimostrare che monarchia e nobiltà di allora non avevano capito niente di quanto stava succedendo nel paese.
Come i nostri politici attuali.
Hanno portato il paese, maggioranza ed opposizione, sull’orlo del baratro.
Si sono regalati trattamenti economici ed accessori vergognosi ed i più alti delle democrazie occidentali.
Hanno fatto della politica non il fine per risolvere i problemi del paese, ma il mezzo per spartirsi potere, arricchirsi ed occupare poltrone ben remunerate per sé e per famigli spesso rozzi, ignoranti ed inadeguati alle cariche ricoperte.
Seppure strapagati, lavorano meno di qualsiasi altro parlamento con una moltitudine di assenteisti, alcuni dei quali hanno la faccia tosta di dichiarare apertamente che non sono interessati ai lavori del parlamento od hanno cose più importanti da fare, incassando lo stesso, superfluo dirlo, il lauto stipendio.
Hanno creato partiti azienda, grandi ma anche piccoli, che candidano parenti, famigli, amichetti ed amichette senza cultura e senza capacità.
Hanno sperperato una montagna di soldi assegnata ai partiti, grazie ad una legge approvata malgrado il parere contrario espresso dagli Italiani in un referendum, montagna di soldi che è finita in tasche che nulla avevano a che fare con la politica.
Non pochi parlamentari, che hanno avuto ed hanno comportamenti al di sotto della più banale etica e deontologia professionale e che sarebbero stati cacciati a furor di popolo da qualsiasi altro parlamento democratico, continuano imperterriti ad operare e ponzare, da miserevoli e disoneste facce di bronzo che disonorano il paese quali sono.
Ci sono anche persone per bene tra di loto, ma hanno il grave torto di stare zitti, di non ribellarsi, di non alzare la voce contro simili comportamenti.
Ma, il colmo di ogni aberrazione che li riguarda, è che non sono stati eletti dagli Italiani. Grazie a leggi elettorali approvate contro il parere degli Italiani espresso in un referendum ed alla abolizione delle preferenze, gli oltre novecento parlamentari sono di fatto eletti dalle poche decine di persone dei comitati elettorali dei partiti che decidono chi mettere in lista ed in che posizione. Spesso in collegi lontani dalle loro residenze cosicchè il contatto con gli elettori è nullo. Questi politici hanno come referenti i partiti, non gli elettori. perché sono i partiti che possono eleggerli e si comportano di conseguenza infischiandosene di cosa pensano di loro i cittadini.
La sgradevole e banale constatazione è che essi non rappresentano il popolo italiano.
Malgrado tutto quanto precede questi incompetenti parassiti continuano a comportarsi come se niente fosse. Costretti, per salvare la faccia, a votare per il governo dei tecnici, si prendono miserevoli rivincite facendo piccoli dispetti, ostruzionismi, vomitando emendamenti inutili. E proclamano, ponzano, si fanno intervistare con la complicita di giornalisti opportunisti.
Non hanno capito che gli Italiani sono stanchi, stufi, allergici a loro ed al loro agire e che non vedono l’ora di mandarli a casa. Come Maria Antonietta di Francia non hanno capito niente della situazione nel paese.
Per cacciarli non c’è che il voto. Ed è per questo che, litigandosi tra di loro, si arrampicano sul vetro per partorire una nuova legge elettorale patacca che consenta loro di restare al potere.
Ma, per liberare l’Italia da questa deleteria oligarchia di sanguisughe, la legge elettorale la devono decidere gli Italiani in un referendum o basterebbe dare esecuzione al precedente referendum col quale gli Italiani sono stati molto chiari nel dire cosa volevano.
Ed affinchè questo avvenga nell’ambito della Costituzione e delle norme vigenti, bisogna che il Capo dello Stato, nell’ambito dei suoi poteri, si muova con determinazione e chiarezza con un messaggio al paese ed al Parlamento.
Altrimenti, ai poveri elettori non resterà che inviare una delegazione in Tunisia per chiedere aiuto e consiglio.
Ettore Falconieri
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