Siamo vili ed imbelli nella lotta alla criminalità ?
Fra qualche decennio potremmo essere giudicati vili ed imbelli dai nostri discendenti per non essere stati capaci di eliminare la criminalità organizzata.
Stato di diritto, garantismo, uguaglianza di tutti anche di fronte alla legge, equo processo, così come tante altre conquiste della nostra civiltà occidentale hanno prodotto società che, a storia d’uomo conosciuta, sono meno imperfette di qualsiasi altra. E consentono anche a criminali di essere trattati con le tutele e le garanzie di legge. Criminali che, pur essendo tali, si sentono comunque parte della società in cui vivono.
Ma in Italia ci si trova di fronte a criminali che si sono organizzati in modo tale da sentirsi, ed essere percepiti da moltissimi cittadini, fuori dalla società e quindi fuori dallo stato. La criminalità organizzata, per sua stessa ammissione, diretta od implicita, è di fatto in guerra contro lo stato. E come tale va trattata, anche sparando.
Pur con l’impegno ed il sacrificio pluridecennali di forze dell’ordine e magistratura la criminalità organizzata è viva, vegeta e potente. E lo è perché combatterla con le leggi in vigore è come difendersi con un temperino da chi ti attacca con una spada. Vanno invece applicate le leggi di guerra.
La criminalità organizzata è in guerra non solo quando usa le armi, ma anche quando tenta, infiltrandosi, di minare le strutture e l’economia del paese, cosa che fa subdolamente rischiando poco. Allora, ricordando quanto disse un ministro degli interni francesi (Charles Pasqua: bisogna terrorizzare i terroristi) bisogna terrorizzare quei criminali, capi, sottocapi e manovalanza. E si terrorizzano quando prendono coscienza del fatto che possono essere uccisi in ogni momento.
Il codice di guerra sarebbe un punto di riferimento importante, ma si dovrebbe creare una nuova base legale per questo tipo di guerra che dovrebbe prevedere anche un comitato ristretto ad alto livello, vincolato al segreto di stato e composto da esponenti della politica, della magistratura, delle forze dell’ordine, dei servizi segreti e dei militari.
Tale comitato, dopo aver esaminato, con tutte le garanzie, le tutele e le prudenze del caso, le prove presentate da forze dell’ordine e servizi segreti avrebbe il potere di autorizzare l’eliminazione di delinquenti.
I criminali già in carcere, felicissimi a questo punto di esserci, vi resteranno, magari senza cellulari, per tutto il tempo della pena, mentre quelli fuori passeranno, uno ad uno, a miglior vita, scoraggiando certamente moltissimi dall’ intraprendere quella pericolosa carriera. Carriera che spesso inizia andando a chiedere il pizzo e minacciando negozianti, ma che mancherà presto di candidati se si spargerà la voce che l’essere filmati dalla telecamera del negozio potrebbe essere sufficiente a far decidere quel comitato.
Dopo un paio d’anni la criminalità organizzata potrebbe diventare solo uno sgradevole ricordo.
Ettore Falconieri
twitter@ettorefalconier
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