Crisi, chiacchere e masochismo
Chiacchere e masochismo sono stati il minimo comune denominatore delle esternazioni della maggior parte di coloro che si sono espressi sulla crisi attuale. Politici, economisti, giornalisti, banchieri e così via non ci hanno fatto mancare opinioni e giudizi sul momento che sta passando l’economia, in Italia ed altrove, nonchè sull’Euro.
Ma, anzichè esprimersi in modo sereno e misurato, si sono lasciati trasportare dall’euforia declaratoria, dalla libidine del dire a tutti i costi, dall’esternare giudizi che, fatta l’eccezione per alcuni, sarebbe stato più utile per il paese raccontare solo al proprio animale domestico.
Perchè i più ripetono in continuazione sempre gli stessi banali luoghi comuni, detti, ridetti, ritriti, senza una analisi approfondita e soprattutto, per coloro che potevano, senza far seguire alla chiacchera iniziative concrete.
Con, in sottofondo, il solito gallinaio politico mediatico dei peones e delle mezzecalzette della politica che meno sanno e più aprono bocca.
Su uno stesso numero del giornale color arancione vi è spesso una ubriacatura di articoli che, più o meno, esprimono tutti le stesse considerazioni che si fanno da anni e per di più con mille parole quando ne sarebbero sufficienti cento. Quando al lettore basterebbero due sintetici articoli, uno che propone una soluzione, un’opinione, un giudizio, l’altro il contrario.
Ed i più si crogiolano nel pessimismo che è ora di moda, senza fare cenno, rarissime eccezioni a parte, a quello che invece va bene, che è positivo.
Così, i quotidiani sbattono in prima pagina l’aumento dello “spread” , che è di moda anche se non tutti sanno cos’è, o i giudizi censori di commentatori d’altri paesi o
i diktat di uffici stiudi non sempre autorevoli o le ramanzine di questo o quel personaggio d’oltralpe che ha spesso le sue buone ragioni di politica interna per farlo.
Ma nascondono nelle pagine interne la notizia che l’Italia ha un avanzo primario (prima degli interessi) positivo e migliore di altri che ci criticano. Che la maggioranza del debito dello Stato italiano è posseduto da Italiani. Che nella prima parte dell’anno le esportazioni sono aumentate. Che nello stesso periodo la cassa integrazione è diminuita. Che l’indebitamento delle famiglie italiane è tra i più bassi d’Europa. Che l’invito ai cittadini di alcuni, (ma non di personalità politiche, capo dello stato incluso), a comprare titoli di Stato italiani ha uno strisciante e sommesso successo. Che la crisi certo c’è, ma l’economia del paese è la terza o quarta d’Europa ed ha un dinamismo che ci contraddistingue da quella di altri paesi e si può quindi essere ottimisti sulla capacità dell’Italia di tirarsi fuori dagli attuali problemi.
Tutti costoro non sanno o fingono di non sapere o forse a loro non importa niente che il pessimismo, che diventa vero e proprio masochism, è una madre prolifica che crea pessimismi e che il masochismo nostrano si ripercuote all’estero cosicchè i problemi italiani, che pure sono seri, vengono moltiplicati oltre misura. Ed il prestigio del paese ne soffre.
Ed ora che il nuovo governo sta affrontando con concretezza e senza mezzi termini i problemi del paese, i signori di cui sopra chiosano, criticano, puntualizzano, sottolineano proseguendo nel loro mediocre chiacchericcio.
Come fece l’allenatore della nostra squadra di calcio, Bearzot, prima di certi campionati del mondo poi vinti, bisognerebbe proclamare il silenzio per tutti e consentire la parola solo dopo un esame scritto.
Ettore Falconieri
|
|