Ad ogni attentato di terroristi islamici, ad ogni uccisione per mano di assassini che si dicono guidati da Allah, ad ogni azione aggressiva contro chi professa altra religione da parte dei seguaci di Maometto, nel mondo occidentale si afferma, un poco per convinzione, un poco per non far scatenare razzismi di ritorno, che l’Islam è cosa diversa da quella immaginata da tali fanatici.
Ed è così, perché se l’Islam, nella storia passata ha fatto feroci guerre e conquiste nel nome del suo Dio, come peraltro hanno fatto i Cristiani, non vi è nessuna indicazione dottrinaria e religiosa dell’Islam che motivi tali gesti criminali che, peraltro, nascono anche da un inconscio complesso di inferiorità e di rivalsa di alcuni popoli islamici nei confronti del più civile e ricco mondo occidentale.
Ma capi di stato, presidenti del consiglio, monarchi, dittatori e simili di paesi islamici non aprono mai bocca sull’argomento terrorismo. Quando sarebbero molto utili, per smontare le velleità terroristiche di tanti assassini islamici, o potenziali tali, ferme condanne espresse con grande risonanza mediatica.
Che passo avanti di civiltà e di tolleranza sarebbe per il mondo islamico la ferma condanna del terrorismo da parte di quei signori.
Che grande risonanza e risultato pratico avrebbe, per ipotesi, una dichiarazione comune in tal senso magari sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Od un manifesto firmato da tutti, contenente sintetiche riflessioni sul perché l’Islam condanna il terrorismo.
Ma la verità è che il terrorismo è per loro anche un mezzo della politica, interna ed esterna verso altri paesi islamici, visto che si scannano gioiosamente tra di loro (sunniti, sciti, wahabiti, etc, tutti contro tutti). Ragion per cui ogni affermazione contro il terrorismo, per loro, stride.
Ma vi è una speranza.
Anche gli Europei, a cavallo del sedicesimo secolo, si sono gioiosamente scannati nelle guerre di religione tra protestanti e cattolici, per decenni. Poi si sono ravveduti.
Si ravvederanno anche loro ?