Allegria, allegria
Avrebbe detto Mike Bongiorno e si può esultare con lui in senso ironico ricordando il vecchio motto “mal comune mezzo gaudio”, data l’attuale situazione del Bel Paese.
Ma si può, se non proprio esultare, almeno non essere pessimisti perché c’è tanto che va bene. E se tanto potrebbe andare meglio ma non va meglio è perché c’è troppo pessimismo, ci sono troppi uccelli del malaugurio, specie quelli che vedono l’evangelica pagliuzza nell’occhio altrui, ma non vedono il trave che è nei loro. Ogni allusione anche a politici non è casuale, anzi è voluta.
L’Italia è una delle potenze industriali del mondo, è popolata da cittadini con difetti, certo, specie per quanto riguarda la mancanza di valori comuni e condivisi, ma che hanno sempre dimostrato di sapersela cavare dai pasticci, che sanno adattarsi alle emergenze, trovare vie d’uscita a problemi. Cittadini che, qualche bischero a parte, accettano tra di loro tantissimi stranieri che vengono soccorsi, aiutati, inseriti nella società, anche, per certe situazioni, con la pietas di chi sente il dovere di aiutare il prossimo.
E poi c’è quel tessuto di piccole e medie aziende, linfa vitale del tessuto industriale, delle quali è di moda parlare e scrivere anche se troppi lo fanno a sproposito, a tavolino, ripetendo luoghi comuni e stereotipi perché non vi hanno mai messo piede. Titoloni su giornali per l’azienda che va male, saltuari titolini per le aziende che prosperano, che nel loro settore sono le prime al mondo, che danno lavoro a casa loro ed in paesi lontani.
L’economia non va bene, come tutti sanno, ma come in poco tempo gli Italiani del dopoguerra sono stati capaci di passare da un paese in parte distrutto e traumatizzato a quello del miracolo economico, anche ora sapranno rimettere in moto l’economia e creare posti di lavoro per coloro che non ce l’hanno.
Anche perché è positivo che il bilancio del paese, pur gravato da un alto debito, abbia un avanzo primario di tutto rispetto, migliore di quello di molti paesi, così come il fatto che il debito sia per buona parte in mano ad Italiani.
Tra i pessimismi ora di moda c’è anche quello che riguarda la cultura, il patrimonio artistico e soloni del sapere con primedonne del giornalismo si scatenano contro gli Italiani che non sanno proteggere e mantenere decentemente il maggior patrimonio artistico del mondo. Stupidaggini.
L’Italia è piena di Musei, di Biblioteche, di Collezioni Private, di luoghi con opere d’arte e simili aperti al pubblico che sono intrattenuti al meglio con impegno ed anche sacrificio di molti. Inoltre, basta girare l’Italia per rendersi conto che, al di fuori delle grandi città, l’Italia minuta di città e cittadine è piena di iniziative artistiche e culturali, certo di valenza artistica e culturale minore, ma organizzate con passione da persone preparate e legate a tradizioni, ad usi, ad artisti ed uomini di cultura locali. E primarie compagnie teatrali si esibiscono per un giorno in teatrini locali o palestre comunali. E molti privati, pubblicamente o nel silenzio del proprio bene, spendono non poco per mantenere quanto di artistico e culturale posseggono.
E c’è tanto altro che va bene e fa ben sperare.
E’ noto che il pessimismo crea pessimismo, scoraggiamento, pigrizia di fare. Allora mandiamo le Cassandre a Lampedusa a dare una mano e rimettiamoci a guardare con ottimismo il futuro, a sperare anzi ad immaginare un futuro migliore che saremo certamente capaci di realizzare.
Ottimismo, ottimismo dunque che è più costruttivo dell’ “allegria”.
Ettore Falconieri
@ettorefalconier
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