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Siamo sempre meno cittadini...
...e più sudditi. I cittadini dovrebbero poter scegliere chi li rappresenta in politica, ma questa facoltà, anzi questo diritto, è stato tolto quando è stato abolito il voto di preferenza. Si vota a scatola chiusa, gli eleggibili li sceglie il partito che si vota. E’ come entrare in un ristorante e mangiare quanto decide il suo titolare. Con il risultato, come è sotto gli occhi di tutti, che gli eletti hanno come referenti i partiti, dai quali dipende la loro carriera e la loro rielezione, e non gli elettori che paiono figuranti senza ruolo sullo sfondo della scena.
I cittadini, nelle democrazie vere, hanno il potere di decidere su molte cose anche con referendum e la loro volontà, evidentemente, viene rispettata. Non nel Bel Paese dove gli elettori, per esempio, hanno deciso nel 93-94 che sistema elettorale vogliono, ma non sono stati rispettati. E non c’è stato nessun capo di stato che, come era suo dovere, abbia inviato un messaggio al parlamento invitandolo a rispettare la volontà popolare. Idem per i soldi alla politica che gli Italiani non vogliono.
I cittadini, si sa, hanno diritti, tutele, nessuno può disporre della loro libertà se non nell’ambito di leggi, di procedure predeterminate, di garanzie che sono la struttura portante dello stato di diritto e della certezza del diritto. Non i sudditi come noi che possono essere sbattuti in galera sulla base di semplici sospetti, come tanti esempi ormai dimostrano. Che possono essere condannati sulla base di reati inventati, di prove carenti, di accuse lanciate da testimoni inattendibili. Che possono restare a lungo in prigioni, le cui vergognose condizioni sono ora note a tutti, in attesa di un giudizio che li può assolvere o condannare ad una pena inferiore alla detenzione preventiva. E tanti atti, comportamenti e dichiarazioni di magistrati di contenuto politico sono un sequestro, evidentemente anticostituzionale, dei diritti dei cittadini.
I cittadini, se offesi o calunniati dalla stampa, vengono riabilitati o risarciti da chi li ha offesi, non i sudditi per i quali i giornali non hanno la decenza e la correttezza di riconoscere i propri errori e di riabilitare l’offeso con lo stesso clamore mediatico con il quale lo ha messo alla gogna e calunniato. E se il suddito si rivolge alla giustizia, oltre all’onere dei costi, deve pazientare anni e molte vite restano rovinate per sempre.
Il suddito, da che mondo è mondo, può essere vessato di tasse mentre chi quelle tasse impone si offre lauti e vergognosi trattamenti economici, diretti ed indiretti, gestisce il suo potere con famigli ed affini indifferenti agli oneri che fa gravare sui contribuenti e se ne va a spasso con automobili, per lo più straniere, pagate dai cittadini. Fatto, quest’ultimo, certamente di rilevanza minore, ma che dimostra come non abbiano neppure un minimo di sensibilità e di pudore. E di rispetto per chi nell’industria automobilistica italica lavora.
Gli Italiani, qualche chiassata locale a parte, non hanno mai fatto una rivoluzione e non la faranno, anche se ci sono ora le condizioni obiettive per farla.
Si racconta che la poi ghigliottinata Maria Antonietta, regina di Francia, a chi le riferiva che, nel corso delle prime manifestazioni rivoluzionarie, il popolo gridava - vogliamo pane - rispondesse - se non hanno pane che mangino brioches -. Vera o inventata, la battuta voleva dimostrare quanto poco monarchia e classe dirigente dell’epoca si rendesse conto della realtà del paese. La nostra oligarchia politica è come la regina di Francia, non ha capito niente o capisce poco della situazione del paese e di cosa pensano i cittadini. O se la capisce se ne infischia perché è al potere ed è decisa a restarvi. Ne basterebbe uno, senza scheletri nell’armadio, che avesse capito e sentisse il dovere di parlare direttamente ai cittadini al di fuori di schemi, di giochetti partitici, di squallidi equilibri tra soloni e peones della politica.
E i sudditi, ansiosi di tornare cittadini, lo voterebbero con entusiasmo.
Ettore Falconieri
stakano@bluewin.ch
@ettorefalconier
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