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Firenze, 1 Agosto 2014

Requiescat in pace

  Sarà perché sono particolarmente malfidato ma seguito a pensare che l’assoluzione dell’ex sia stata dovuta solamente alla (temporanea?) necessità di assicurare al governo quel tanto di maggioranza utile a tentare di portare avanti le indispensabili riforme; ed in effetti si è trattato solamente del secondo grado di giudizio e nulla vieta che nel terzo, specialmente se l’imputato si dimostrasse capace di rappresentare ancora un pericolo per certa sinistra, si tornasse di nuovo alla condanna.
Avendo fatto studi scientifici io non mi intendo abbastanza di legge ma, riguardando sul vocabolario i vari significati della parola concussione, mi appariva che tale accusa potesse essere infondata, e questo principalmente per il fatto che alle varie ‘escort’ più o meno giovani con tutta probabilità non pareva il vero (altro che costrizione!) di andare a mettere a frutto la propria disponibiltà nonché la propria avvenenza in cambio di regalie di vario tipo (il caso delle quindicenni parioline ne è un altro fulgido esempio e chissà quanti altri eventi simili rimangono ben nascosti). E quindi i giudici di secondo grado avrebbero opportunamente corretto la sentenza precedente; ma c’è un angolino del mio cervello che seguita a non fidarsi, probabilmente a causa di quella che fino a qui mi è apparsa quell’eccessiva politicizzazione della magistratura che sono poco propenso a credere sia stata messa al bando all’improvviso.
Oggi mi sono spostato dalla campagna in paese spinto anche dal desiderio, risultato poi vano, di procurarmi l’ultimo numero de ‘L’Unità’; anche se in vita mia l’avrò comprata sì e no dieci volte, l’evento mi ha colpito, come a suo tempo quando toccò a ‘L’Avanti’, perché scompare, anche se, come già detto, ci incontravamo di rado, quello che potrebbe essere considerato un compagno di scuola dell’età giovanile (non nascondo di averne letto svariati articoli nella bottega del falegname, capocellula comunista ed accanito lettore non solo del ‘suo’ giornale ma di qualunque altra cosa nonché ottimo conversatore anche se mentre parlava non interrompeva mai quello che stava facendo, quando, intorno ai quindici/sedici anni, in campagna quello era forse l’unico utile svago che avevo).
Secondo un commentatore, che mi sembra ci abbia abbastanza azzeccato, la lunga agonia della testata sarebbe iniziata quando Scalfari, prelevando anche qualche giornalista, fondò ‘La Repubblica’ che, nel tempo, divenne il vero ‘organo’ della sinistra relegando l’antica testata di partito ad un ruolo più che secondario.
Devo dire che il duo (in ordine alfabetico) Ferrari-Santanché si era offerto di acquistare il tutto: offerta sdegnosamente rifiutata che tuttavia ha messo in evidenza che nessuno della sinistra si è fatto avanti con qualcosa di simile; e non mi si venga a dire che da quella parte non si sarebbero potuti trovare finanziatori disposti a rischiare qualcosa pur di salvare, magari a costo di qualche ammodernamento, un pezzo di storia d’Italia; ed infatti ho sentito voci incolpare il PD di negligenza.
Però io credo piuttosto che la verità possa essere un’altra e cioè che tutto il comitato di redazione si sia rifiutato di dare all’organo del PCI anche una sola ombra di dipendenza renziana. E quindi, con tutta probabiltà, l’unica cosa che ora resta da dire in proposito mi pare sia: “Requiescat in pace”.
A proposito di Renzi mi sembra che i bastoni che gli vengono posti fra le ruote dagli innamorati della conservazione comincino a risultare abbastanza efficaci: mentre mangiavo in trattoria il gestore ha tenuto ad informarmi che, alla radio, aveva sentito che, nelle votazioni in corso, il governo era stato battuto due volte. Mi sbaglierò ma la guerra neanche troppo sotterranea fra governo e privilegiati (parlamentari, burocrati, sindacalisti, fannulloni ecc.) attaccati alle loro poltrone comincia a fare le prime vittime forse anche a causa del voto segreto poiché, secondo me, molti anche della cosiddetta ‘maggioranza’, magari poco convinti, approfittano del segreto per votare contro non avendo il coraggio di farlo allo scoperto; bella tempra di rappresentanti abbiamo!
Però, fra quelli che sicuramente hanno votato contro ci sono i ‘grillini’ e devo ammettere che da quella parte, o addirittura da Grillo stesso, ho sentito un discorso che forse potrebbe essere condiviso: se non vado errato è stato detto: “Piuttosto che un Senato con tali regole (quelle ora in discussione) meglio abolirlo del tutto e ridurre anche a 500 il numero dei deputati” o qualcosa del genere.
Ora, se si trattasse di proposte e non di chiacchiere, a mio modo di vedere sarebbe da accettare senz’altro la seconda e da prendere in seria considerazione la prima. In una riflessione precedente (non ricordo più quale e non ho voglia di andare a scartabellare) avevo già immaginato un senato composto da un numero ben limitato di persone esperte di leggi, diciamo 50, aventi l’unica funzione di dotare, in tempi relativamente contenuti, le leggi, una volta approvate dalla Camera, del regolamento di applicazione in modo da evitare le lungaggini ora necessarie per passare dall’approvazione alla Gazzetta Ufficiale. Naturalmente, dovendo trattarsi di esperti, non potrebbero essere nominati in base a scelte elettive popolari in quanto, a cominciare da me, non credo che tutti i votanti siano in grado di conoscere veri esperti ma, per esempio, dovrebbero essere scelti dalle varie formazioni politiche in un numero proporzionale ai voti ottenuti senza tener conto di eventuali premi di maggioranza; mi spiego meglio con un esempio: supponiamo che alle elezioni i votanti siano 40 milioni, dividendo questa cifra per 50 si ottiene il numero di voti (800000) necessario ad una formazione politica per nominare un esperto al nuovo senato. Con una Camera ed un Senato (forse sarebbe meglio chiamarlo in un altro modo) di questo tipo risalterebbe immediatamente l’inutilità dei vistosi apparati burocratici dei ministeri e ciò a maggior ragione se ogni nuova legge varata dalla Camera fosse dotata, all’ultimo articolo, dell’abrogazione di ogni legge precedente in materia nonché degli articoli di altre leggi aventi qualche connessione con quelli della nuova. Ma forse sto sognando.
Cercando di tornare con i piedi in terra comincio veramente a preoccuparmi per il futuro di Renzi: forse con i suoi dovrà ricorrere a dei compromessi che però irriteranno quasi certamente gli altri facenti parte della maggioranza o addirittura i suoi fans come potrebbe essere per esempio, tanto per rabbonire un po’ i suoi oppositori interni, il cercare di far nominare D’Alema ministro degli esteri europeo o altri ‘do ut des’ del genere. Sono tempi durissimi per tutti ed ho l’impressione che anche la popolarità del nostro sia in un calo che potrebbe addirittura divenire pauroso specialmente se seguiterà a perseguitare i poveri con tasse che a me sembrano particolarmente ingiuste come il colpire quelle pensioni di reversibilità che mandano avanti a fatica vedovi e vedove nonché forse anche qualche famiglia di disoccupati che va avanti con quella della nonna o del nonno.
E giuro non vorrei che i fatti dovessero costringermi a dover ripetere per Renzi la stessa conclusione tratta nella riflessione precedente a proposito dei giovani talenti naturali.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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