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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 31 Gennaio 2013


...e se votassimo
gli ultimi in Lista?

Andreotti ebbe a dire: “Il potere logora principalmente chi non ce l’ha”. Aveva perfettamente ragione. Ma il potere ha anche un grave difetto: coloro che lo raggiungono non vogliono più distaccarsene e ne inventano di tutte pur di tenerselo arrivando spesso fino al punto di assumere comportamenti da persone fuori di testa. Se ben ricordo se ne possono trovare numerosi esempi nella storia; ma, senza tornare troppo indietro, basta forse considerare che, se Mussolini, agendo da politico assennato, avesse sfruttato il momento di gloria alla fine della guerra d’Africa per indire libere elezioni, con tutta probabilità, dato che allora aveva dietro tutti gli italiani, solo la natura avrebbe posto il limite definitivo al suo potere e la storia dell’Italia nel ventesimo secolo avrebbe avuto sicuramente un corso molto diverso: probabilmente da paese neutrale con tutti i pregi ed i difetti a ciò connessi. Ma s’innamorò del potere.
Ed altrettanto sta succedendo in questi giorni: infatti un altro aspirante duce, che potrebbe starsene tranquillo a godere, circondato da compiacenti belle fanciulle, quanto gli resta da vivere, al contrario, tutto teso alla riconquista di quel potere che è stato costretto ad abbandonare, rilascia, su fatti avvenuti, commenti non solo malamente espressi ma addirittura nel momento meno opportuno; quanto poi al giudizio storico in essi contenuto ritengo che siamo ancora troppo vicini per avere una visione non distorta dei fatti e bisognerà lasciar passare almeno un altro secolo perché qualcuno possa ragionevolmente avvicinarsi alla verità di quanto avvenuto. Ma anche lui non è e non è mai stato un politico avveduto.
La bramosia del potere sembra tuttavia aver preso il sopravvento anche in chi gli è succeduto e che ora, piluccando a sinistra ed a destra, ha proposto una velleitaria agenda, difficile da realizzare anche da chi disponesse di maggioranze inequivocabili in entrambi i rami del parlamento, e che soprattutto, chi per un verso e chi per l’altro, mi sembra scontenti tutti. Ma anche lui, entrato di recente in politica, dimostra di non averne ancora ben acquisito i necessari comportamenti, ed è andato a visitare le zone terremotate bisognose di aiuti che non arrivano, mentre quelli per salvare banche in dissesto penso si trovi subito il verso di farli arrivare e con ‘cortese sollecitudine’.
Ma a proposito di quest’ultimo evento, sul quale ritengo che, come accaduto in precedenza per altri fatti consimili anche se forse di minore importanza, sarà fatto calare ben presto un ‘doveroso’ silenzio, ecco tendere ad avverarsi in pieno il detto di Andreotti. Infatti colui, pur stavolta politico di vaglia, che va acquistando sempre più potere e forse potrà addirittura raggiungere quello con la P maiuscola che però ancora non ha, mi sembra stia dando segni di stanchezza se non di vero e proprio logorio. Infatti se n’esce con una frase altamente infelice specialmente in questo momento: mi riferisco alla minaccia di voler ‘sbranare’ chiunque non la pensi come lui a proposito di questa vicenda; ed il fatto di aver usato il plurale “sbraneremo” implicherebbe anche l’esistenza di una sorta di milizia disposta come lui a combattere anche per un’idea sbagliata in partenza. Ma davvero sarebbe disposto a scatenare una specie di guerra civile per sostenere che il suo partito (e quelli che, cambiando nome, l’hanno via via preceduto) non abbia avuto le mani in pasta?
Ho vissuto a lungo a Siena e quindi, in tutta onestà, preferisco credere che, preso dalla foga oratoria del momento e forse nel timore di vedersi allontanare quel potere cui giustamente aspira, si sia lasciato sfuggire quella frase quasi involontariamente, anche perché altrimenti, e stando così le cose, se veramente acquistasse il potere, temerei di andare incontro ad un altro deprecabilissimo periodo di tipo dittatoriale.
Ma, stando a quello che vedo e sento fin qui, purtroppo nessuno dei tre principali contendenti riuscirà a raggiungere una maggioranza tale da poter governare con sicurezza e quindi per il nostro paese prevedo grosse difficoltà almeno fino alle elezioni successive alle prossime quando, forse finalmente gli italiani avranno capito che, con questi politici e questi vecchi schemi di politica non si può andare avanti in un mondo che sta evolvendo velocemente ed al quale bisogna adattarsi con intelligenza e prontezza.
Intanto, subito a partire dalle elezioni prossime e tanto per far capire che vento tira, inviterei chiunque voti di farlo per la fazione che preferisce ma, ribellandosi alle indicazioni suggerite da chi oggi la guida, a scegliere per le preferenze, da me ritenute quasi obbligatorie, gli ultimi nominativi delle liste, e meglio se non li ha mai sentiti nominare. Sarebbe un modo elegante per far capire concretamente a certi caporioni ed a certo sottobosco politico che è l’ora di farsi da parte; ed anche per far avviare, forse con la paura, i nuovi arrivati sulla strada di una vero spirito democratico.
Temo però fortemente che tuttora troppi italiani, che pure mi sembra vadano svegliandosi, si lascino ancora condizionare dalle cosiddette ‘discipline di partito’ o da viscidi suggerimenti, magari economicamente vantaggiosi, partiti ‘dall’alto’.

Attilio Taglia










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