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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - Firenze, 16 Settembre 2012

Un paio di idee
su Italia e Vaticano

  “Roma non fa’ la stupida stasera” diceva la più famosa canzone del “Rugantino” di cui ho avuto la fortuna di assistere, in teatro, alla prima edizione (quella con Aldo Fabrizi, Nino Manfredi ed un’imponente gruppo di altri grandi attori). Ma lasciando i ricordi di quando ero ancora piuttosto giovane, quel verso iniziale, tornatomi in mente per caso, mi ha scatenato dentro un certo numero di considerazioni che credo possano essere brevemente esposte.
Innanzitutto consideriamo Roma, gran bella città, impreziosita da grandi monumenti ecc. (non voglio fare la guida turistica) ma che soprattutto è la sede principale di due Stati: quello Italiano e quello della Città del Vaticano. E cominciamo dallo Stato Italiano che in questi momenti non è, pur con tutta la buona volontà dell’attuale governo, che funzioni troppo bene; questo principalmente per la litigiosità dei vari partiti, leaders compresi, impegnati ora, anzichè ad aiutare senza riserve il governo nel suo difficilissimo compito pieno di alti e bassi dovuti a vari e talvolta difficilmente comprensibili eventi interni ed esterni, in assurde gare di populismo per cercare di accaparrarsi qualche voto in più alle prossime elezioni. E queste gare purtroppo vengono ancora combattute, da qualsiasi schieramento, sulla base delle idee quasi antidiluviane che seguitano ad affliggere i nostri rappresentanti, sia politici che sindacali, i quali in tal modo si ritengono pieni di coerenza politica senza considerare che l’eccesso di coerenza sfocia nella testardaggine.
Non hanno il coraggio:
a) di cercare rinnovarsi,
b) di cominciare a ritenere che la maggior parte del popolo italiano è ormai uscita dal forzato torpore in cui si è cercato di mantenerla anche troppo a lungo (gli ignoranti sono più facili da governare) ed è in grado di ragionare per conto suo senza “scuole guida” delle varie fazioni,
c) di esporre e fare proprie nuove idee e sostenerle lasciando poi, però, agli elettori la libertà di condividerle; e, soprattutto, in caso di sconfitta elettorale,
d) di considerare il vincitore non come un nemico da combattere con ogni arma a disposizione ma solamente come un avversario di cui si cerca di modificare le idee con opportuni suggerimenti lasciandolo però governare senza indebite interferenze; insomma di comportarsi secondo le vere e funzionali regole della democrazia.
Pertanto noi italiani abbiamo bisogno di una grande dose di rinnovamento politico che non necessariamente si deve ottenere, come sostiene qualcuno, ringiovanendo i politici ma, come detto sopra, ringiovanendo le idee.
E, secondo me, di una buona dose di rinnovamento necessita anche lo Stato della Città del Vaticano se vuol mantenere, di questi tempi, quel grande potere, acquisito nei secoli, che mi sembra vada notevolmente scemando. Insomma ha bisogno di allentare certi vincoli come quando, intorno alla metà dell’Ottocento, se non vado errato, permise ai sacerdoti piemontesi capitanati da Don Bosco di introdurre e propagandare quel sistema metrico decimale che scivolò poi anche in Italia.
Oggi però i vincoli da allentare sono forse molto più difficili, a cominciare da quello del celibato che avrebbe l’enorme vantaggio di rallentare, se non addirittura di eliminare, sia la diffusa pedofilia che, meno probabilmente, l’omosessualità dei religiosi che non sono diversi dagli altri esseri umani; oltre a questo ci sarebbe l’altro non indifferente vantaggio per la Chiesa di avere la ragionevole certezza di contribuire a creare nuove famiglie sicuramente cristiane.
Insomma dietro questo argomento c’è ovviamente quella che ritengo sia l’assurda negazione delle necessità sessuali, mi sbaglio o fu proprio il Padreterno a dire: «Andate e moltiplicatevi»?
La strada della moltiplicazione essendo principlmente ancora quella (fatte salve le clonazioni peraltro già presenti in natura) non vedo il motivo di negarla.
Altro vincolo da allentare è l’aprioristica chiusura verso ogni novità scientifica che, da credenti, bisognerebbe invece cercare di comprendere e considerare un nuovo dono di quell’intelletto a noi elargito da Dio. E poi credo dovrebbero essere profondamente rinnovati certi Riti, ritengo infatti che molti, pur convinti osservanti, siano ormai tediati dal sentirsi ripetere negli stessi giorni sempre le stesse cose; capisco che ciò fa parte, come il continuo martellio di certe preghiere quali il Rosario, del parziale tentativo di costringere un fedele a non pensare ad altro, ma, come si dice,” est modus in rebus”. Inoltre forse realmente alla Santa Sede necessiterebbe un po’ di rottamazione: non so quale sia l’età globale dell’Episcopato o quella del Conclave, ma credo che entrambe sarebbero in grado di avvicinarsi molto al record di quella famiglia sarda che detiene il primato del modo in fatto di longevità.
Forse ho scritto una filata di stupidaggini, ma, di cuore, mi auguro che i due Stati non facciano come avrebbe dovuto fare Roma secondo la canzone ma comincino a fare gli stupidi.
Da stasera.

Attilio Taglia










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