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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 8 Ottobre 2012

Attenti alle Vespe

  Nel cervello mi oscillano alternandosi due antichi detti: il primo è il famoso “Panta rei” di Eraclito ed il secondo l’altrettanto famoso “Carpe diem” di Orazio. Al primo di essi, proprio in questo momento, mi si associa anche l’apologo di Menenio Agrippa.
Credo sia ormai chiaro che intendo, tirato per i capelli dalla nuova aspra diatriba sull’articolo 18 fra Monti, Camusso e Bindi, tornare a parlarne.
Dico tornare perchè, in chiave ironica, ne avevo fatto l’oggetto di una “riflessione” della fine di Aprile.
Ma veniamo ai fatti: se ho capito bene, Monti avrebbe detto che alcune parti dello “Statuto dei lavoratori” sono tali da non promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro e che quindi andrebbero riviste specialmente a vantaggio dei moltissimi giovani disoccupati.
Vi è mai capitato, magari per cogliere qualche fiore, di allungare una mano nelle vicinanze di un nido di vespe ben nascosto?
Immediatamente la vostra mano ed il braccio vengono dolorosamente punzecchiati da svariati animaletti inferociti che intendono così difendere il loro nido, ed è meglio che abbiate a portata di mano un qualche antidoto perchè, in caso siate allergici, la cosa può anche diventare pericolosa.
Lo stesso è accaduto a Monti che si è visto aggredito da una Camusso inferocita al solo pensiero che qualcuno possa anche solo “immaginare” di toccare detto statuto; e dietro anche la Bindi a sostenere che lo Statuto è stata una grande conquista e lasciando intendere anche lei che non va toccato (parole queste che mi sembrano un po’ avventate per chi, secondo me, ha una probabiltà non nulla di essere eletto alla Presidenza della Repubblica).
Qui entra in gioco il primo dei detti citati sopra perchè non solo le signore sopra menzionate, ma quasi tutti i nostri parlamentari dovrebbero arrivare a digerire il fatto che che il tempo passa ed il mondo cambia, specialmente adesso , con estrema rapidità e che, come non ci si può bagnare due volte nelle stesse acque del fiume, così nulla di umano si può ritenere immutabile e figuriamoci poi se si parla di uno Statuto o addirittura, eventualmente, di una Costituzione.
Ed eccoci all’apologo: se il proteggere i lavoratori è una necessità sacrosanta, l’iperprotezionismo somiglia molto alle mani che si rifiutarono di portare il cibo alla bocca fino a che si accorsero che anche loro ci rimettevano come tutto il resto del corpo; infatti me lo dite di che se ne potranno fare i futuri lavoratori dell’attuale statuto se questo tende a strozzare coloro che tale lavoro dovrebbero darglielo?
Sono arrivato ad Orazio, infatti non credo possano ripetersi, a causa delle sicuramente rinnovate litigiosità dopo le prossime elezioni chiunque vinca, le attuali condizioni di possibiltà d’interventi di modifica di leggi, statuti o convenzioni. E’ quindi questo l’attimo da cogliere. Ed invito Monti ed il suo governo a non limitarsi ad immaginare di modificare, rendendolo più adatto alle attuali necessità, il famoso statuto, ma di farlo; possibilmente insieme alle altre riforme ormai irrimandabili; insomma di andare ben oltre quanto suggerisce George Clooney nelle pubblicità di questi giorni: “Im magina......Puoi”.

Attilio Taglia










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