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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 5 Dicembre 2012

Bersani, avuta la "bicicletta",
ora deve pedalare...

Molto tempo fa, ero ancora un ragazzo e quindi si parla di fine degli anni quaranta inizio anni cinquanta, mio padre ebbe a spiegarmi che, con molta probabilità, la concorrenza Motta – Alemagna per il panettone era stata creata apposta per incuriosire la gente e spingerla a confrontare i due prodotti ottenendo praticamente così un raddoppio dellle vendite; se ricordo bene, più tardi (ero già laureato) lo stesso gioco fu fatto per qualche tempo, prima cioè dell’unificazione, dall’accoppiata Barilla – Braibanti per la pasta; e forse anche altri hanno usato a proprio vantaggio lo stesso stratagemma.
E così mi è venuto in mente che potrebbe anche darsi che il tanto reclamizzato duello Bersani – Renzi sia stato creato, con lungimiranza, a bella posta per tornare ad attrarre l’attenzione della gente, stanca sia dei partiti che dell’attuale politica in generale, sul principale partito del centrosinistra; e, se è stato così, il machiavello sembrerebbe aver funzionato a dovere soprattutto tenendo conto anche del fatto che un discreto numero di persone (fra le quali Verdone che sembra essersi indispettito) non sono state fatte votare al ballottaggio di domenica scorsa.
Devo dire che a questa riflessione mi hanno indotto sia il non abbastanza dissimulato trionfalismo di D’Alema dopo la vittoria di Bersani che, soprattutto, l’immediato mettersi da parte, ed a quanto dice a diposizione del vincente, del sindaco di Firenze rimessosi subito, ed abbastanza in silenzio, alla guida della città. In ogni modo, per lui, l’aver avuto dalla sua circa il 40% dei votanti (e cioè del partito tutto) ed aver sbaragliato la concorrenza in Toscana (la più ‘rossa’ delle regioni) è senz’altro un risultato che deve essere ritenuto assai soddisfacente nonché foriero di rimarchevoli sviluppi. Leggendo qua e là ho condiviso il punto di vista di un buon numero di autorevoli commentatori politici i quali suggeriscono a Bersani di tenere debito conto di quel 40% del suo partito, anche, aggiungo io, magari andando contro quasi tutti quei mostri sacri dell’attuale dirigenza che forse cercheranno di trattenerlo per le briglie, e di iniziare un necessarissimo rinnovamento del suo partito; e non solo un rinnovamento per età, anzi, soprattutto un vigoroso rinnovamento delle idee nonché delle iniziative atte a realizzarle; e forse lui può anche essere il cavallo giusto, ma, se vuol vincere le prossime elezioni e diventare Presidente del Consiglio, deve iniziare a comportarsi da ‘Furia cavallo del West’.
Non importa se, a questo fine, dovrà per forza (come faranno anche, necessariamente, tutti gli esponenti degli altri partiti in lizza) raccontare favole che poi si scontreranno con la misera realtà economica attuale; deve solo andare avanti a testa bassa e considerare che, fino a questo momento, per la probabile dissoluzione del PdL, non ha contro praticamente nessuno; l’unica cosa che gli consiglio è, come si dice, di guardarsi le spalle.
E, se agirà così senza farsi incantare da false sirene magari facendosi legare, come Ulisse, all’albero del proprio vascello, non posso che augurargli: “In bocca al lupo!”

Attilio Taglia










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