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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 44- 46
Firenze, 12 Gennaio 2013


Bersani, Berlusconi, Monti,
in ordine alfabetico...

Siccome a me piacciono le discussioni ma non i battibecchi, volutamente non ho seguito il ‘duello’ Berlusconi – Santoro (in ordine alfabetico) infatti, ho pensato, se dalla parte del primo non si potrà ascoltare altro che la piatta ripetizione di quanto va dicendo da diversi giorni su quasi tutte le emittenti televisive, dalla parte avversa non verrà certamente niente di nuovo se non il ripetersi delle stesso tipo di domande; prevedevo inoltre la solita aggravante che, ai miei occhi ed orecchie, si ripete puntualmente in ogni dibattito politico televisivo: le persone, prendendo l’esempio dal malcostume dei nostri politici, parlano tutte insieme cercando di contrastare ad alta voce quanto l’avversario (o presunto tale) sta dicendo.
Il risultato è che chi ascolta non arriva a distinguere quasi niente di quanto viene detto; ma forse questa è una collaudata tecnica utile per entrambe le parti per far sì che, il giorno dopo, i propri giornali o emittenti accampino vittoria. E credo di aver avuto ragione: scorrendo oggi via internet le prime pagine dei giornali, le testate di parte erano puntualmente schierate mentre quelle cosiddette indipendenti mostravano un comportamento ondivago come se dare un colpo al cerchio ed uno alla botte fosse segno di essere realmente ‘super partes’.
Ma, lasciando ora da parte il sullodato duello, tale comportamento incerto della stampa ‘indipendente’ si ripete da giorni anche per quel che riguarda l’entrata di Monti in politica: forse i commentatori aspettano maggiori certezze circa il reale orientamento che prenderà il suo governo se eventualmente quel che si definisce il centro vincesse le elezioni.
Non credo che questo possa accadere ma forse quello cui aspira il nuovo terzetto Casini, Fini, Monti (di nuovo in ordine alfabetico) è un piazzamento tale che possa loro consentire di fare da ago della bilancia fra destra e sinistra buttandosi di qua o di là a seconda delle loro (e decantate come del paese) convenienze.
Non saprei dire perchè ma questo terzetto, stavolta con Monti (stettamente osservante anche se ascolta insieme Messa e telefonino) nel mezzo (e non mi sento di definire chi degli altri due sia da una parte o dall’altra) mi richiama alla memoria, così come il deprecabile trio sinistra, centro, destra, una triste terna di croci in cima ad un monte: solo che quella volta ci scappò il morto; e purtroppo potrebbe scapparci anche questa volta. E sarebbe l’Italia.
Cambiamo discorso: sento da notiziari televisivi che Bersani, quasi certo della vittoria, sta però, forse a causa della componente più a sinistra del suo partito, abbaiando contro Monti, ma, come è noto, can che abbaia non morde.
Ringhia tuttavia anche contro Berlusconi e, come è altrattanto noto, i cani ringhiano principalmente quando hanno paura. Ma davvero il cavaliere, con un partito quasi disfatto ed un rinnovato alleato che aspira solamente alla fantasiosa ‘ricreazione’ (parola giusta) del Lombardo-Veneto con annessione di un Piemonte magari piuttosto recalcitrante, fa ancora tanta paura?
Certo è che, usando una terminologia da biliardo, le palle sono tutt’altro che ferme e nei prossimi due mesi ne possono accadere di tutti i colori ma, se le cose dovessero rimanere più o meno al livello attuale, quello di cui sono certo è che nessuno dei tre contendenti avrà il mio voto e nemmeno Grillo che tuttavia, da eventuale Presidente del Consiglio, sarebbe forse il più aderente di tutti alla vera natura degli italiani.
Purtroppo.

Attilio Taglia










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