L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 

L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 -3 - 4 - 5 - 6 - 7 - Firenze, 12 Marzo 2012

Quando nei boschi
cantavano le capinere...

  Ieri mattina, tornando a casa dalla spesa, mi sono trovato a seguire, ad alcuni metri di distanza, altre tre signore, anche loro, una dietro l’altra, dotate dei fagotti della spesa. Siccome non avevo voglia di mettermi a parlare di nulla (due di loro abitano nel palazzo di fronte e le conosco bene) sono rimasto indietro, ma non ho potuto fare a meno di notare, forse è stato l’occhio del fotografo di un tempo, la nostra “processione”. Sembrava quella delle formiche di ritorno al rifugio tenendo ben stretto il loro seme di avena selvatica.
Ma mi ha fatto anche tornare in mente la processione di “La quercia caduta” del Pascoli dove, a forza di lodare e tagliare “A sera ognuno col suo grave fascio va” e rimane soltanto una misera capinera senza nido.
Già, la capinera, piccolo uccelletto dal verso melodiosissimo, meno famoso di quello dell’usignolo ma forse più allegro. Il suo canto era una delle voci che, insieme a molte altre di vario genere, costituivano la musica del bosco.
Quando il mio “mestiere” principale, oltre allo studio, era la caccia e passavo molto tempo in giro per i boschi, mi sono trovato diverse volte incantato proprio ad ascoltare il messaggio di tale musica costituita, oltre che dal vento fra i rami, proprio dalle numerose voci degli animali.
Adesso i boschi che conosco sono silenziosi, solo qualche rara “sghignazzata” dei picchi o il verso di qualche semirapace come le ghiandaie e le gazze: i fringuelli non brindano più con i loro “cin cin” ed i verdelli non srotolano più i loro “rosari” di piccoli chioccolii; ma mancano soprattutto le voci di quasi tutti gli uccelletti, piccoli ma pieni di voce, come appunto le capinere oppure anche piccolissimi come i re di macchia od i codi bugnoli. Questi ultimi, in tempi andati, arrivavano volando in bande di diverse diecine di individui dal pigolio acutissimo, che ora non sono più in grado di udire, e rallegravano a vederli in continuo movimento sui rami degli alberi forse in cerca di piccoli insetti da mangiare. Ora, in campagna, non capita spesso di vederne qualche gruppetto di non più di cinque o sei individui. Per forza, non trovano più da mangiare ed hanno smesso di venire. E così è successo anche per le rondini che sono quasi sparite dai nostri cieli. E, da ex appassionato cacciatore, posso garantire che i piccoli uccelletti e le rondini non sono stati “sterminati” dalle fucilate (oltretutto non valevano il costo della cartuccia) ma principalmente dall’estendersi dell’agricoltura intensiva e, principalmente, dall’uso dei micidiali diserbanti.
Ricordo benissimo che, negii Anni Cinquanta (io avevo il porto d’armi dal ’49), quando si passava per i “medicai” in cerca di qualche quaglia, ad ogni passo si levavano in volo miriadi di farfalline dalle ali azzurre che costituivano il vitto delle diecine di rondini che ci volavano intorno a pelo dell’erba con allegri garriti.
Sono diecine di anni che, nelle passeggiate in campagna, non vedo più una farfallina dalle ali blu.
Devo però riconoscere che, da quando i diserbanti sono stati vietati (anche se questo divieto credo sia abbastanza disatteso) sono ricomparsi alcuni “saltimbanchi”, le cavallettine dalle ali rosse o azzurre che prima accompagnavano numerose i passi nei sentieri assolati.
Il grande guaio dei diserbanti è che, oltre all’erba, fanno morire tutti gli insetti, grandi e piccoli, (sono il cibo prediletto delle rondini e dei piccoli uccelletti) che in essa vivono e, se dati da non molto tempo, causano anche la morte di animali più grandi.
Non molti anni fa, prima del divieto però, il giorno dopo che un trattorista munito di maschera aveva “irrorato” un vigneto vicino, una lepre era venuta a morire, forse disperatamente in cerca di un aiuto, a pochi metri dall’uscio di casa. In una successiva passeggiata fra i campi avevo visto un’altra lepre morta ed una, avvelenata, che non poteva più muoversi. Giuro che, se avessi avuto un fucile in mano, le avrei sparato per farla smattere di soffrire. Infatti, anche quando, per l’età, forse ero più “cattivo”, non ho mai sopportato di veder soffrire gli animali feriti ed ho sempre cercato di porre termine alle loro sofferenze.
E, se sono stato e sono così per gli animali, lo sono in maniera ancora maggiore per gli uomini e, pertanto, cerco di dare ossigeno a quelle benemerite associazioni che aiutano i malati terminali a passare, senza sofferenze, i loro ultimi giorni; ne esistono, che io sappia, per i malati di cancro ma credo ce ne vorrebbero anche per altri tipi di malattie che non perdonano.
Credo sia abbastanza chiaro che, se venisse un referendum sull’eutanasia, io voterei senz’altro a favore. Infatti mi sembra un diritto di ogni essere in grado di ragionare quello di scegliere anche il suo non futuro. E’ ovvio che, per molti, quest’ultimo è un problema di fede, ma io non mi sento in grado di discutere sulle fedi. Tuttavia forse, in un certo senso, invidio quelli che hanno una fede di qualunque genere, religiosa, politica, anche sportiva. Questo evita loro di perdere tempo a pensare.

Attilio Taglia










Gli eBook Simonelli Editore possono essere letti anche sugli iPhone, sugli iPod touch e sull'iPad


Guarda i VideoPensieri
di Luciano Simonelli
su Day By Day
Clicca Qui

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved