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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 45 - 46- 47- 48
Firenze, 21 Gennaio 2013


...Berlusconi
Ministro dell'Economia ?!

Forse qualcuno che legga le mie riflessioni potrebbe essere indotto a pensare non solo che io abbia delle facoltà divinatorie ma anche che poi personaggi importanti seguano i miei consigli o si attengano alle mie previsioni: già tempo fa (rifl. n° 38) il ministro Fornero aveva addirittura usato la mia stessa parola (schizzinosi) per definire il comportamento dei giovani in cerca di lavoro; ma soprattutto più recentemente il fenomeno sembra ripetersi abbastanza frequentemente.
Così avevo previsto (rifl. n°43) che Monti desiderasse atteggiarsi a ‘salvatore della patria’ ed infatti eccolo gettarsi (evito sia ‘salire’ che ‘scendere’) nella battaglia politica; inoltre avevo consigliato a Berlusconi (rifl. n°45) di tirare la volata per qualchedun’altro ed ecco che, qualche giorno dopo, lui rinuncia a presentarsi come candidato premier; ed ancora, ho appena fatto in tempo a dire nell’ultima riflessione (n°47) che Monti forse sbagliava ad ‘occhieggiare’ verso Bersani che subito, il giorno dopo mi pare, compare la notizia del raffreddamento dei rapporti.
Dando un’occhiata ai numeri si direbbe che le mie facoltà divinatorie siano prevalentemente legate alle riflessioni di numero dispari, però devo anche annotare che ho visto diverse volte ricomparire alcuni altri miei punti di vista in articoli di importanti giornalisti delle più disparate testate. Ma la verità credo stia nel fatto che io non ho alcuna facoltà di prevedere il futuro ma che, particolarmente in questo momento, basti fare una previsione qualunque, anche la più campata in aria, per avere, dati i quotidiani cambiamenti di orientamento di istituzioni e politici per cercare di assicurarsi maggiore popolarità, ottime probabilità di successo.
Vogliamo fare qualche esempio di tali cambiamenti?
La Chiesa che ora dice di non aver mai ‘sponsorizzato’ Monti; Monti che ora sembra distaccarsi, oltre che da Bersani, anche dai vecchi marpioni Casini e Fini; Ingroia che, forse sotto l’influenza dell’impermalito Di Pietro, dice decisamente di staccarsi dal PD; la Magistratura che rinvia a dopo le elezioni la sentenza di uno dei tanti processi al Cavaliere (a proposito anche qui avevo definito un errore il non aver rinviato il processo Ruby, ancora rifl.n° 47); ma forse, più ‘esemplare’ di tutti, Vendola che si riavvicina a Monti.
Almeno, se Dio vuole, Berlusconi e Bersani (in ordine alfabetico) dicono sempre le stesse cose citandosi sempre reciprocamente come il nemico da battere ma, in realtà, entrambi hanno lo stesso unico scopo: quello di rubare voti al centro; il primo dei due addirittura invita a votare per il secondo piuttosto che per i ‘partitini’. E può anche darsi che abbia ragione: forse è meglio un governo forte, anche se della parte avversa (e battibile alle elezioni successive), piuttosto che il prevedibile andamento oscillatorio dovuto ad un governo guidato da chi, per governare, è costretto a buttarsi una volta da una parte ed una volta dall’altra; per la verità potrebbe realizzarsi anche così, a tempi decisamente ristretti ed in modo del tutto anomalo ma sicuramente italiano, quell’alternanza di potere che pare sia la caratteristica di tutte le vere democrazie.
Ma ci verrebbero altri uomini politici, diversi da quelli che ci rimpastiamo e che saranno puntualmente rieletti, e che si siano dati alla politica per amore della medesima e non unicamente allo scopo di rimediare ghiotti stipendi o trovare la via di rilanciarsi in qualche loro impresa.
Ma cambiamo discorso: mi ha colpito il fatto che il Presidente del PdL (così si definisce anche nel simbolo del partito), dopo aver rinunciato alla candidatura a premier, dica di volersi candidare, in caso di vittoria, alla carica di ministro dell’economia; come prima cosa non credo che ne abbia le competenze necessarie e quindi dovrebbe appoggiarsi a persona di fiducia di cui diverrebbe il portavoce cosa questa non da lui, secondariamente ho il dubbio che possa aver confuso l’Economia con la maiuscola con l’economia intesa come risparmio; in questo secondo caso forse vorrebbe proporre come nuovo qualcosa che gli italiani vecchi come me dovrebbero ricordare abbastanza bene: quell’autarchia che, lanciata da un duce precedente (altro grande pubblicitario di se stesso) in un periodo di magra di un paese allora abbastanza monolitico ed accompagnata dalla “battaglia del grano” e dall’ ”oro alla patria”, ebbe anche un certo successo.
Ma figuriamoci se oggi, in tempi di forzato consumismo, internet, globalizzazione ed Europa, gli italiani sarebbero disposti come allora a tornare alla vita dei campi (odiata dalle donne) ed a privarsi di qualcosa anche di puramente simbolico in nome di un patriottismo ormai altrettanto puramente simbolico.
Io credo di no.

Attilio Taglia










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