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Firenze, 2 Agosto 2013

FANTAPOLITICA:
...e se sulla Concordia
ci fosse stato Putin?

Lo spunto per la prima delle mie ‘riflessioni’ (del 10/2/12) mi era venuto proprio dalla vicenda della Costa Concordia: in chiave semiseria avevo ipotizzato che a bordo, nel momento dell’incidente, ci fossero personaggi (ovviamente in incognito e gratis) di tale rilievo da dover essere accompagnati ‘nascostamente’ a terra addirittura dal comandante stesso ed avevo avanzato alcune ipotesi circa possibili presenze di ‘sacri mostri’ nazionali o Vaticani.
Le prime patteggiate (risibili) condanne comminate ai personaggi ritenuti di secondo piano mi hanno fatto ripensare alla vicenda e scoprire che, nonostante tutto il chiasso mediatico intorno a quanto accaduto, sono ancora della stessa opinione; e cioè che sotto c’era qualcosa che doveva essere tenuto nascosto e che il dibattimento si è guardato bene dal cercare di tirare fuori. Forse sono stati chiariti possibili errori di manovra causa della collisione e di ciò individuato il responsabile (cioè il comandante Schettino il quale, correttamente in quanto tale, non mi sembra abbia eccessivamente accennato ad accampare scusanti) che penso sarà giustamente condannato anche se, dati i giudizi precedenti, non credo ad una pena vistosa (mi aspetto semmai che possa esistere in qualche paradiso fiscale una robusta somma cui possa direttamente o indirettamente accedere). Ma non ho sentito, o mi sono sfuggite per lo scarso risalto, plausibili spiegazioni del fatto che il Comandante fosse sceso a terra o del vero motivo per cui la ragazza moldava (presente in plancia e forse unica a conoscere quella verità vera che ovviamente non verrà mai fuori) fosse stata rimpatriata tanto rapidamente da far sì che la sua presenza a bordo venisse resa nota solo con un discreto ritardo.
E così, tornando alla mia interpretazione semiseria iniziale, ho ora pensato che potesse essere a bordo, in piacevole compagnia, anziché un personaggio ‘nostrano’, un importantissimo straniero da dover essere ‘fatto scendere’ e riconsegnato magari ai servizi segreti per essere rapidamente ricondotto a Fiumicino o, forse ancora più nascostamente, a Ciampino e da lì rispedito in patria in silenzio. Non nascondo che, in questa ipotesi e vagliate diverse possibilità, il personaggio maggiormente ‘indiziato’ sarebbe l’amicone Putin (avente oltretutto la stessa direzione di volo della ‘escort’ moldava sbarcata in sua compagnia).
Pura immaginazione?
Forse.
Ma, se sotto ci fosse anche un minimo di realtà, fortunatamente quanti leggeranno questa ‘riflessione’ saranno talmente pochi che assai difficilmente capiterà fra loro un giovane magistrato in cerca di gloria che potrebbe tirarne fuori un qualcosa di utile per avviare, a nostre spese, un’accurata indagine tendente ad accusare il Cavaliere oltre che di ‘bunga bunga’ marittimo anche di essere la vera causa del disastro del Giglio; inoltre, in questo momento di vibrante ritorno politico verso un certo moralismo perbenistico contornato da esecrazioni di trasmissioni televisive quali ‘Miss Italia’ o altre in cui siano messe in mostra belle ragazze in ruoli diversi, un’indagine come quella di cui sopra potrebbe anche apparire come molto ‘politicamente corretta’ perché si potrebbero addossare molte colpe alle ‘distrazioni’ causate da tali fanciulle.
Però in tutto questo tentativo di censura io ci sento un ‘profumo’ di approssimarsi di nuove elezioni politiche (pur escluse dal Capo dello Stato) e quindi del tentativo di ‘compiacere’ a certe gerarchie ecclesiastiche (tenderei però ad escludere Francesco che, avendo esortato le donne ad essere madri, evidentemente non si pone grandi problemi di sesso) ed a quanti ancora affetti da ottusa sessuofoba bacchettoneria in modo da attrarsene i voti.
Ma quello che mi dà noia soprattutto è l’implicito tentativo di equiparare quello che è forse realmente un uso un po’ eccessivo della bellezza umana (non solo femminile, se ci si pensa bene, anche se prevalentemente tale) ad una forma di prostituzione; se si ragiona così va a finire che diventano prostituti e prostitute tutti gli attori e le attrici e perfino il cane Rex o la scimmia Cheeta di Tarzan. In altre parole, secondo me, il fatto di ammirare un bell’uomo o una bella donna è altrettanto una lode della Natura quanto il restare colpiti dall’eleganza di una pantera nera o dalla grazia di un iper desiderato cucciolo di Beagle o, se per quello, dalla ‘severità’ di un ghiacciaio alpino; che questo istintivo ed universale senso del bello venga poi sfruttato commercialmente è tutt’un’altra cosa, e magari anche forse perseguibile fiscalmente.
Inoltre non sono certo che tutte le forme di reale prostituzione (cioè con uso di pratiche sessuali) siano da condannare, a cominciare dal tanto decantato matrimonio che, se si considerano le cose attentamente, altro non è che una legalizzazione, religiosa e/o civile, di una forma di prostituzione (mi riferisco particolarmente ai matrimoni, che ritengo esistano tuttora, ‘combinati’ dalle famiglie, anche reali, o dai cosiddetti ‘mezzani’ o dalle varie specie di ‘agenzie matrimoniali’).
Credo non ci sia neanche niente da ridire sul fatto che chiunque, certo della propria ‘avvenenza’, la sfrutti personalmente, come unico proprietario ed utilizzatore del proprio corpo, per, ad esempio, mantanersi agli studi o per migliorare le condizioni di vita proprie o dei propri congiunti o, al limite, per ‘alleviare’ sofferenze altrui (come para e tetraplegici).
A pensarci bene quest’ultima forma di ‘pietosa’ prostituzione, se ben ricordo, venne anche sfruttata dal più grande predicatore di tutti i tempi, nato nell’anno zero, e riconosciuta poi come meritevole con una giusta santificazione. Ma quell’uomo, evidentemente, ‘conosceva i suoi polli’ assai meglio di quanti, attenti più al potere temporale che a quello spirituale, gli sono poi succeduti, al punto di riuscire già allora anche a non far lapidare un’adultera, cosa questa tuttora in voga in certe parti non lontane del mondo.
In altre parole, da tenace assertore della libertà personale in ogni sua forma, ritengo che tali forme di ‘prostituzione’ non siano assolutamente condannabili: quello che è esecrabile e dovrebbe essere indefessamente perseguito e poi severamente condannato è lo sfruttamento della prostituzione da parte di terzi in quanto sospettabile di riduzione di persone in schiavitù, ma qui si va contro i vitali (e forse anche ‘occultamente’ protetti) interessi della malavita organizzata e, in questo paese, bisogna andarci con i piedi di piombo.
Rileggendo quanto scritto fin qui mi rendo conto che, partito da un argomento, mi sono lasciato trasportare da tutt’altra parte e che alcuni potrebbero addiritttura accusarmi di avere buttato giù un elogio della prostituzione, e forse è vero almeno per quello che riguarda la sfera della libertà personale.
Ma ora lasciatemi complimentare con un grande organo di stampa che, almeno in una delle sue edizioni telematiche, ha rifiutato di ‘prostituirsi’, come direi tutti gli organi di informazione di ogni genere e di tutto il mondo, di fronte all’evento del ‘royal baby’ lasciando ai suoi lettori la possibilità di non sentirne parlare: si tratta del “Guardian”, non a caso, quindi, il giornale inglese che preferivo durante i ripetuti soggiorni di lavoro in quel Paese.
Pertanto viva, sì, una prostituzione strettamente personale, mestiere retribuito più antico del mondo, ma anche chi rifiuta di ‘prostituirsi’ in nome della libertà di pensiero.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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