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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 29 Aprile 2013


"In bocca al lupo"
al nuovo Governo

E così sembra che avremo finalmente un nuovo Governo; non lo do per certo in quanto temo che la compagine messa insieme da Letta possa subito essere ‘impallinata’ dalle opposizioni già dichiarate con il robusto contributo dei numerosi malcontenti di area PD per i quali fare un Governo con il PdL è un’eresia (ma forse non ce l’hanno tanto col PdL in sé quanto con l’eterno reprobo Berlusconi e non avranno pace, convinti da un’abilissima campagna denigratoria, finché lui non si sarà allontanato dalla scena politica italiana).
Ma torniamo al nuovo Governo: devo dire che, prima che il presidente Napolitano riuscisse magistralmente a risolvere una brutta crisi scegliendo quale presidente del consiglio incaricato la persona del PD che io ritenevo la più adatta e non solo per la giovane età, quando avevo sentito ventilare il nome di Amato quale presidente del consiglio ed il nome di D’Alema quale ministro degli esteri avevo storto il naso, non perché non si tratti di due persone di altissimo livello, ma solamente perché mi sembrava che l’opinione pubblica chiedesse rinnovamento e, anche se il vero rinnovamento non è tanto una questione di persone quanto di idee, già il dare un aspetto di ringiovanimento poteva considerarsi un segnale di volontà innovativa.
A quanto sono riuscito a capire dai giornali per i ministri che non avevo mai sentito nominare, si tratta di una compagine, ben equilibrata politicamente, di persone altamente competenti e mi auguro che ricevano il mandato a governare.
Mi ha fatto particolarmente piacere che Letta (forse su consiglio del Presidente della Repubblica) abbia chiamato al ministero degli esteri Emma Bonino, persona ben nota internazionalmente per aver lavorato a lungo, sempre con successo, in missioni per conto dell’Unione europea, e persona, anche, che io avrei visto molto bene alla Presidenza della Repubblica se le turbolenze politiche di questi giorni non avessero costretto Napolitano a concedere il bis forse mantenendo unito il suo partito ma soprattutto facendo così uscire (mi auguro) il paese da un brutto momento di crisi. E mi piacerebbe (ma forse chiedo troppo) che dietro la nomina della Bonino ci possa essere anche una specie di sponsorizzazione del Partito Radicale per riportarlo ad avere una rappresentanza parlamentare non dico grandiosa ma almeno degna della tradizione di quel partito.
Altre due cose mi hanno fatto piacere: in primis la presenza di una alta rappresentante dello sport italiano: credo dovrà spesso fare ricorso al proprio spirito sportivo nei compiti che le sono stati affidati e, d’altra parte, un po’ di spirito sportivo non dovrebbe mancare a nessuno dei ministri se non altro per dare altri segni del rinnovamento così realmente necessario; secondo, ma non meno importante, la presenza nella compagine ministeriale di una signora di colore a guidare il ministero per l’integrazione: avrà un compito difficilissimo soprattutto perché, in questo campo, ci sono ancora molti italiani che manifestano (e non arrivo a rendermi completamente conto del perché) un notevole scetticismo in proposito, ma non si lasci scoraggiare, dott. Kyenge, faccia il suo lavoro con coscienza e vedrà che gli italiani la ringrazieranno.
A proposito di questo particolare ministero qualche bontempone, amante della battuta a tuti i costi, immagino tirerà fuori che Letta ha voluto scimmiottare gli USA: secondo me tuttavia anche quelli di noi che sono più attaccati all’identità nazionale dovranno ben presto rendersi conto che stiamo andando, credo irreversibilmente, verso una fase di multinazionalità e quindi l’essere stati il secondo esempio di reale integrazione non potrà che rivelarsi a noi favorevole.
Ma c’è un’altra cosa che mi aveva dato noia nei giornali e nei telegiornali ed era il fatto che, sia nelle serie di fotografie dei nuovi ministri che nei brevi trafiletti di presentazione, il ministro per l’integrazione fosse sempre relegato all’ultimo posto. Fortunatamente, in un telegiornale di circa un’ora fa, ho visto che, alla fine della cerimonia del giuramento dei ministri, pur quasi interrotta per i noti motivi, il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio (che forse anche meglio di me si erano accorti dell’indelicatezza dei nostri mezzi di comunicazione) hanno posizionato la dott. Kyenge fra di loro, cosa che io interpreto come un ottimo auspicio. E poi, volendo chiudere con una battuta speranzosa, se non altro, una nota oculista nel consiglio dei ministri può rivelarsi un ottimo aiuto per i suoi colleghi a veder chiaro nelle questioni difficili.
Ed allora ‘in bocca al lupo’ al nuovo Governo. Cioè a tutti noi.

Attilio Taglia










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