L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 

L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 45 - 46- 47- 48- 49- 50- 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62
Firenze, 22 Aprile 2013


Guardando avanti...

E finalmente 75 su 100 degli aventi diritto al voto hanno preferito il bene del paese a quello del proprio partito; gli altri 25, fatta forse eccezione per gli aderenti a SEL, non appartengono ad un partito ma ad un’accozzaglia di persone tenute insieme, oltre che da una protesta verso politica e politicanti oggi abbastanza giustificata ma fine a se stessa, da alcune teorie del tutto ipotetiche apparse sul ‘Grande Fratello’ web del quale sono succubi.
Nel mio piccolo, io, dato per certo che il Presidente non si sarebbe ricandidato, avevo sponsorizzato per il Quirinale, insieme, credo, stando a quanto riportato dai sondaggi dei giornali di giorni fa, ad una gran quantità di italiani, Emma Bonino; ma ora non posso che ringraziare a mani giunte Napolitano per essersi assoggettato di nuovo al compito che, in questo momento, reputo particolarmente gravoso ma che, sono certo, gli varrà nei libri di storia a venire il meritato titolo di ‘Salvatore della Patria’. E questo compito, essendogli, col suo sacrificio, già riuscito di ricompattare almeno per il momento (infatti non credo che tale tregua potrà durare a lungo, ma su questo tornerò più avanti) il PD, ora spero gli imponga, dalla sua eccezionale posizione di forza, di guidare personalmente la formazione del nuovo governo. Mi auguro che tale guida sia cogente ed equamente ripartita non solo fra i previsti ‘supporters’ ma anche un po’ all’esterno, fra i ‘contestatori’.
Tanto per fare un esempio, e prendendo come modello l’attuale governo, mi piacerebbe che assegnasse, laciando la Cancellieri al suo ministero, la Presidenza del Consiglio o alla Bonino o a Rodotà imponendo però la quasi totale scelta dei ministri (forse meglio la Bonino, donna di polso, che ritengo più rinomata all’estero, con Rodotà ad un ministero importante l’Istruzione ,Università e Ricerca? dotandolo però di un portafoglio tale da rinvigorire le scuole elementari e medie e da far addirittura riesplodere la ricerca scientifica in modo da riuscire a trattenere in Italia i migliori cervelli); inoltre, gli suggerirei di assegnare gli incarichi dei due ministeri legati all’economia (‘Economia e finanze’ e ‘Sviluppo economico’)a due competenti: uno del PD ed uno del PdL; dare a Monti, che credo ci terrebbe, il Ministero degli Esteri e lasciare alla Fornero il compito di combattere con i sindacati per una improcrastinabile riforma del lavoro; forse sarebbe utile richiamare Zaia alle Politiche agricole e la Carfagna alle Pari opportunità; Bersani potrebbe essere adatto agli Affari europei e Renzi alla Cooperazione internazionale; tanto per una specie di contrappasso Alfano dovrebbe tornare alla Giustizia mentre credo che la Santanché andrebbe bene per i Rapporti con il Parlamento e, con pressante invito allo sfoltimento, mi permetto di suggerire Enrico Bondi alla Pubblica amministrazione; forse sarebbe anche utile assegnare ad un competente della Lega il ministero della Difesa.
Credo, da persona esterna ai misteri del potere, di aver distribuito abbastanza equamente gli incarichi di governo guardando soprattutto ad un equilibrio fra supporters ed offrendo qualcosa anche ai ‘diffidenti’ in modo da cercare di ampliare il consenso, ma quest’ultima cosa immagino sarà assai difficoltosa dovendo ‘andar giù’ a persone evidentemente paraocchiate; credo di prevedere quindi bene la valanga di semiveti e mugugni cui andrà incontro Napolitano, ma mi auguro che usi tutto il ‘polso’ che sono certo ha e, data la sua direi ineguagliabile competenza, penso farà assai meglio di quanto sopra esposto mentre io aspetto fiducioso.
Ma ora voglio tornare al ‘marasma’ che ha portato a questa situazione e che credo fermamente sia legato alle troppe ‘anime’ presenti nel PD (come già all’origine nell’Ulivo di Prodi): un carrozzone, riunente cattolici di sinistra, socialdemocratici, radicali e veterocomunisti (un facsimile della DC che andava addirittura dai fascisti ai comunisti uniti solamente dal segno della croce), che, come era facilmente prevedibile, alla lunga si sarebbe disintegrato e, devo dire la verità, secondo me aveva retto anche più a lungo di quanto immaginassi. Il guaio è che, come sempre succede in questi casi, il collasso del principale partito della sinistra si è venuto a verificare nel momento meno opportuno e cioè quando il paese aveva bisogno di almeno una guida non dico infallibile ma almeno stabile.
Colpa di chi?
Devo ammettere che mi ero ingannato su Bersani e, anche se ritengo che qualcuno lo abbia illuso con false promesse cercando subdolamente di eliminarlo, non credevo fosse ancora così legato al dirigismo assoluto di stampo staliniano, anzi ritenevo avrebbe tenuto in debito conto il monito scaturito dalle primarie. Non solo non è stato così ma, forse spinto da un eccesso sia di ambizione che del più grande errore fatto dalla sinistra cioè l’eccessivo antiberlusconismo, ha insistito troppo a lungo nel tentativo di voler fare un governo con chi, magari commettendo un errore madornale solo per ripicca, si guardava bene dall’aiutarlo. A questo punto il suo partito, indispettito, gli ha voltato le spalle bruciandogli due candidature di rilievo alla presidenza della repubblica. E meno male che quelli che avrebbero dovuto essere i suoi avversari sono riusciti ad aiutare i vari ‘rimasugli’ dell’originario PD a ricompattarsi sotto l’egida di Napolitano.
Considerando tutto questo credo che Vendola ci abbia azzeccato a ritenere che il vero vincitore di tutta questa confusione alla fine sia stato Berlusconi; in effetti e specialmente se ora verrà fuori un governo efficiente che duri abbastanza, l’apparente momentaneo asservimento del PdL ai contrastanti voleri di Bersani pur di dare un presidente ed un governo alla nazione mi sembra si sia rivelato più che positivo per il PdL, partito praticamente allo sbando prima delle elezioni ed ora assai ricompattato ed imbaldanzito nonché, sembra, addirittura in una fase di ascesa che forse durerà specialmente se Berlusconi, ormai bruciato dall’abile campagna denigratoria nei suoi confronti, si deciderà finalmente, e sopratutto per il bene del suo partito, a ritirarsi dalla scena politica.
Ma Vendola, se ho capito bene, ha anche in mente di rifondare il suo partito creandone uno nuovo che possa raccogliere sia gli ‘scontenti’ dell’ala più a sinistra del PD che buona parte dei ‘grillini’ che ritengo, forse erroneamente, sul punto di abbandonare la ‘nave dei sogni’.
Mi fanno pensare a questa possibilità due eventi: innanzitutto credo che numerose defezioni, magari annunziate per la via telematica tanto cara al sommo capo, siano la vera ragione per cui Grillo abbia abbandonato quasi immediatamente il suo progetto di ‘Marcia su Roma’ (del 20/4 stavolta anziché del famoso 28/4 di circa 91 anni fa) dove sarebbe forse riuscito a far convenire, anziché i milioni conclamati, qualche centinaio di ‘web dipendenti’.
Il secondo motivo è legato invece ad un’intervista ad un deputato M5S andata in onda su RAI 2 dopo la fine del programma ‘Porta a Porta’ di ieri sera (stavo andando, ordinatamente da un canale all’altro); il giovane, dall’aspetto intelligente e dalla parlata piacevolmente scorrevole, ha risposto gentilmente all’intervistatrice ma, a tre domande forse abbastanza simili ma di concetto diverso ha risposto ripetendo, direi quasi caparbiamente, sempre la stessa tiritera. E mi sono tornato in mente io quando, poco meno che decenne ed imbevuto di quella propaganda alla quale allora era dedicato addirittura un ministero, credevo che il ‘verbo’ del capo fosse la verità assoluta; e, come mi cominciai a svegliare io quando mio padre un paio di anni dopo, visto che leggevo di tutto, mi dette da leggere l’allora vietatissimo “All’ovest niente di nuovo”, oggi spero che si sveglino anche loro, ai quali devo però devo riconoscere di aver avuto, in questo frangente, una grande funzione: quella di aver richiamato (direi quasi costretto) la classe politica italiana a ritornare, spero definitivamente, ai propri seri doveri.
Dicevo all’inizio che non so quanto durerà il ricompattamento del PD, ma quello che non mi aspettavo è che forse la scissione avverrà, sotto la spinta del SEL, alla sinistra dell’attuale compagine. Ma se ciò porterà finalmente alla creazione del nuovo partito di centro-sinistra ma di stampo social-democratico, laico e radicale il quale sono convinto attrarrebbe la stragrande maggioranza degli italiani, allora, e specialmente se ad esso si affiancasse un partito di centro-destra non litigioso, tale scissione potrebbe condurre al vero nascere di quell’Italia repubblicana e realmente democratica che fino a qui non c’è mai stata ed oggi ancora non c’è.

Attilio Taglia










Gli eBook Simonelli Editore possono essere letti anche sugli iPhone, sugli iPod touch e sull'iPad


Guarda i VideoPensieri
di Luciano Simonelli
su Day By Day
Clicca Qui

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved