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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 3 Aprile 2013


"Beati i perseguitati
per causa
della giustizia..."

Alcuni giornali hanno attaccato di brutto il Presidente della Repubblica, penso a causa di questa convocazione di saggi, arrivando a definire fallimentare il suo settennato.
Non condivido affatto tali comportamenti che, oltretutto, non vedo quale fine si propongano a meno che non cerchino di evitare una sua rielezione peraltro da lui già esclusa. Devo tuttavia ammettere che sono rimasto perplesso circa quella decisione o, meglio, non l’ho capita; ma posso cercare di arrivare a giustificarla in qualche modo: per esempio Napolitano si è procurato così un po’ di tempo per stabilire con calma, e soprattutto sulla base della propria vasta esprienza politica, quale sia la decisione da prendere che risulti più efficace, in tempi brevi, per il bene di questo paese. Oppure, tanto non credo che darà eccessivo rilievo ai suggerimenti di persone, pur competenti ed onestissime, che tuttavia, anziché pensare in primis al bene del Paese, cercheranno inevitabilmente di favorire la fazione che li foraggia (non si può sputare nel piatto dove si mangia), ha cercato così di crearsi, presso l’opinione pubblica, una specie di supporto generalizzato ad una decisione forse addirittura già presa.
Già, ma quale potrebbe essere questa decisione?
Bisogna anche tener conto del fatto che su quella che sarà la decisione che prenderà graverà anche il rischio di provocare una scissione nel suo partito di provenienza, cosa questa che non credo veda di buon occhio. A mio modo di vedere non è che il Presidente abbia davanti a sé una miriade di possibilità, anzi direi che queste si possano contare sulle dita di una mano sola e con l’avanzo di qualche dito; ma, siccome non mi sembra che si possa trovare il verso di creare ora un governo stabile, forse la soluzione che più gli piacerebbe è quella di un governo, di larghe intese, sì, ma con il limitato compito di provvedere d’urgenza ad alcune ben definite, note ed indispensabili priorità prima che avvenga l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica al quale demandare l’immediato scioglimento delle Camere per dare il via ad un’altra breve campagna elettorale verso nuove primarie ed elezioni con la speranza che gli italiani, ammaestrati dalla recente negativa esperienza, diano a qualcuno pieno mandato a governare. Un’altra possibilità, forse a lui non gradita, sarebbe quella, rimangiandosi almeno in parte quanto affermato in precedenza, di accettare, costretto dalle presenti ed urgenti necessità, di guidare il paese per un altro settennio; credo sarebbe rieletto per acclamazione e potrebbe così provvedere di persona allo scioglimento delle Camere, ma questa soluzione avrebbe il guaio, forse senza il dispiacere degli attuali partiti che avrebbero modo di conservare così le proprie arcaiche nomenklature, di arrivare ad elezioni senza una nuova legge elettorale.
In altre parole, ed anche se forse verrà fuori qualche altro giuoco che a me ora sfugge, non vedo altra possibiltà che vicine nuove elezioni il cui esito tuttavia sarà ampiamente condizionato, stavolta più che mai, da eventuali primarie e dalle impostazioni delle campagne elettorali. Queste dovranno chiaramente mostrare, in tutte le fazioni, chiare, concrete ed attuabili volontà di rinnovamento in modo da risultare credibili specialmente alla grande massa di incerti accrescendo così in loro il desiderio di prender parte, anche se molto indirettamente, alla guida del paese. E basta con le per ora inattuabili promesse solo populistiche di enormi sgravi fiscali o altre panzane del genere (fra l’altro ho notato che nessuno ha mai promesso di eliminare quello che forse è il più iniquo dei balzelli e cioè il canone Rai, ma evidentemente in quel carrozzone sempre in perdita ci ‘inzuppano il biscottino’ tutti): se qualcosa in questo senso potrà essere fatta ben venga, ma non creiamo illusioni: la gente deve conoscere con precisione le condizioni del paese e quali siano gli ulteriori eventuali sacrifici necessari per risollevarci.
E, per favore, quando si giungerà al voto, sia ben chiaro chi guiderà i partiti, possibilmente senza eccessivi dissidi interni, come accaduto stavolta nel PD, in caso di vittoria elettorale; quindi anche il M5S stabilisca prima delle votazioni se sarà guidato da qualcuno, magari anche eletto a tale carica via Internet come sembra sia di moda da quelle parti.
Un consiglio al PdL: per il suo bene, in quanto ormai non può che nuocere, faccia decidere al Cavaliere di scomparire dalla scena politica: ha avuto un grande successo personale nelle recenti elezioni, si contenti di aver riunito e risollevato il suo partito ma ora lo lasci viaggiare per conto suo magari, e solo inizialmente, in mani di sua fiducia.
Fra l’altro un recente ‘trailer’ di un film in programmazione mi ha ricordato che fra le ‘beatitudini’ ce n’è una che suona pressappoco così:
“Beati coloro che sono perseguitati per causa della giustizia perché loro sarà il Regno dei Cieli”.
Quindi, anche e soprattutto se si ritirerà a vita privata, il Cavaliere potrà da qui in avanti dormire fra due guanciali: oltretutto, visto che si professa credente, ha già la certezza di essersi più che guadagnato il Paradiso.

Attilio Taglia










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