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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 45 - 46- 47- 48- 49- 50- 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61
Firenze, 17 Aprile 2013


De Presidenziali...

A causa della confusione politica, nella quale non riuscivo e, probabilmente, non riesco ancora ad orientarmi, mi sono astenuto per diversi giorni dal tentare commenti o fare previsioni. Ora però mi sono stancato e tenterò di dire la mia su quanto non ho potuto fare a meno di notare.
Tanto per iniziare mi ha assai stupito che il Presidente della Repubblica abbia di fatto rinunciato a far nascere un nuovo governo prima che scadesse il suo mandato: e forse, cosa da me non prevista, la nomina dei dieci saggi capaci di tirare fuori solo ovvietà oltre al mantenimento del finanziamento dei partiti (ma immagino che sia lì che anche loro sono alla greppia), aveva il solo scopo di guadagnare tempo in modo da lasciare la patata bollente nelle mani del suo successore. E mi sono chiesto il perché di tale comportamento in un momento come questo; l’unica risposta che mi è parsa plausibile è che Napolitano, dopo aver ripetutamente urtato con l’irrigidimento di Bersani, colto da giustificabile stanchezza politica nonché dalla memoria delle proprie origini, abbia voluto evitare una molto probabile scissione del suo partito di provenienza assai provato da una specie di ‘tutti contro tutti’, giunto fino alla offese personali, tuttora in atto e foriero di altri guai nazionali.
Quindi ora, dopo aver già perso tanto tempo, dovremo aspettare l’esito dei vari giochi sotterranei che tireranno fuori l’accoppiata finale Governo-Presidenza (in ordine alfabetico) nonché le rispettive prese di potere. Mi contenterei se si trattasse di una o due settimane in tutto ma ho paura che, prima di sentir parlare delle riforme urgenti ed assolutamente necessarie per cercare di rimettersi sulla via della crescita, dovrà passare molto più tempo. C’è poi un’altra incognita: il governo che verrà fuori potrà contare su una solida maggioranza e quindi sperare di durare un po’ oppure sarà una compagine atta soltanto a far approvare una nuova legge elettorale prima che il nuovo (o la nuova) Presidente rimandi tutti a votare?
In questo momento sembra che, con ira del M5S, ci sia una specie di silenzioso accordo fra PD e PdL almeno per quel che riguarda la Presidenza della Repubblica ma non ci metterei la mano sul fuoco: negli ultimi giorni ci sono stati fin troppi improvvisi cambiamenti di orientamento per poter pensare che i giochi siano fatti. Quello che conta è che la scelta del nuovo Presidente finirà per essere condizionante anche per la formazione del nuovo Governo, infatti la scelta di una persona troppo di parte avrebbe come deleteria conseguenza la tendenza a far resistere un governo, magari inconcludente, guidato dalla propria fazione; invece la scelta di una persona magari realmente super partes ma di poco ‘polso’ potrebbe rivelarsi pericolosa in un momento, come questo, in cui c’è estrema necessità di decisioni rapide e senza possibilità di ripensamenti; è chiaro che la scelta ideale, anche fra la decina di nomi di cui si sente parlare di più e specialmente dovendo tener conto anche della caratura internazionale necessaria per rappresentare il paese, mi risulta assai difficoltosa.
Così, senza ascoltare troppo le sponsorizzazioni di persone o quotidiani sia indipendenti che di parte, ho invece preso in considerazione i risultati dei sondaggi che diversi giornali hanno svolto fra i propri lettori. È chiaro che i risultati di tali sondaggi dipendono dagli ‘orientamenti’ dei lettori e che quindi le percentuali di gradimento abbiano robuste oscillazioni al passare da un giornale all’altro; ma un dato incontrovertibile è venuto fuori: in tutti i casi la maggior percentuale delle preferenze è andata ad un unico candidato: Emma Bonino.
Sarebbe una scelta che io condividerei in pieno e che, anzi, avevo già suggerito, prima delle elezioni, in una precedente riflessione di fantapolitica (n° 51). Ma se questo, come sembra, sarebbe probabilmente il risultato di una elezione diretta del Capo dello Stato, non credo che coloro che dovrebbero essere i nostri rappresentanti (ma che in realtà sono quelli che le direzioni dei partiti hanno scelto come nostri rappresentanti, cosa ben diversa) potranno facilmente sottrarsi alle discipline di partito per dar ascolto a tale ‘vox populi’. L’unica speranza che nutro è che, essendo, come mi sembra di ricordare, il voto segreto, un rigurgito di onesto amor di patria piuttosto che di partito si impadronisca dei votanti e guidi la loro mano.
Per il bene dell’Italia.

Attilio Taglia










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