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L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.


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Firenze, 13 Marzo 2013


Dal fondo
non si può
che risalire

Secondo autorevoli giornalisti filo-PdL questa urgenza della Magistratura a voler condannare Berlusconi sarebbe dovuta al cercar di ottenere, tramite condanna, una sospensione, magari definitiva, del Cavaliere dai pubblici uffici con la speranza che, avendolo decapitato, quel ‘terrorizzante’ partito non potesse più rappresentare un ostacolo alla definitiva affermazione in Italia del post-comunismo. Secondo altri altrettanto, e forse anche più, autorevoli giornalisti che definirei filo-montiani, forse un allontanamento del reietto sarebbe auspicabile ma, se ho capito bene, solo nel senso di poter ricreare, per il bene del paese, una specie d’intesa PD-PdL per un governo al comando di chiunque ma sotto l’egida di Monti nei ministeri chiave dell’economia, del lavoro e dello sviluppo nonché dei rapporti con l’Europa; questo, ovviamente, metterebbe fuori giuoco la novità di un grillismo condannato all’opposizione. Altre autorevoli voci del giornalismo più vicino alla sinistra si mostrano invece in pieno accordo con l’azione della Magistratura dando così forse un fondo di verità a quanto affermato dai giornalisti del fronte opposto.
Poiché ritengo che tutti, e sottolineo tutti, i grandi capitani d’industria così come i grandi finanzieri abbiano, quasi di necessità, qualche scheletro nell’armadio, non posso che vedere di buon occhio il fatto che chi di dovere si occupi di loro, ho solo l’impressione, giustificata dalla presente evidenza, che tali importanti signori siano stati divisi in due categorie: quelli dalla parte giusta e quelli dalla parte sbagliata. E questo non depone certo a favore di chi dovrebbe dare un giudizio assolutamente indipendente. Ritengo inoltre che questa insistenza si rivelerà un boomerang sia per la Magistratura che per la sinistra: ammettendo infatti che i giudici riescano ad esautorare politicamente Berlusconi nulla vieta, anzi ritengo assai probabile, che la creazione di un ‘martire’ giovi oltremodo a chi, al suo posto (e non mi sembra, senza fare nomi, che al PdL difettino giovani seri e, per giunta, dotati anche di notevole carisma) sarà, indipendentemente dalla leadership, il venturo animatore del partito. E questo potrebbe avere robuste ripercussioni sull’orientamento dell’elettorato in caso di prossime rinnovate elezioni. Per fortuna, contraddicendo alcuni autorevoli colleghi, un giudice milanese, forse un po’ più perspicace o meno schierato, deve aver ‘annusato’ questa possibiltà e si è affrettato a riconoscere al cavaliare il ‘legittimo impedimento’ per malattia. Ma la cosa non è finita ed è aperta a qualsiasi sviluppo.
Piuttosto mi sembra di vedere che, come accade spesso, chi ha ‘perso’ (PdL) le elezioni si vada ricompattando mentre in chi le ha ‘vinte’ (PD) sia scoppiata una robusta discordia sul modo di gestire tale vittoria: da un lato (e questo non me lo aspettavo e mi ha sorpreso negativamente) un Bersani che, apparentemente ligio ai dettami del vieto parlamentarismo in voga fin qui, seguita a corteggiare i neo-eletti grillini con promesse di posti chiave nel nuovo parlamento forse con la speranza di riconquistare così al suo partito quella frazione di elettorato (e può anche darsi che, alla lunga, abbia ragione ma la cosa dipende esclusivamente dalla resistenza dei neo-eletti nei confronti dell’ammaliatrice ‘sirena romana’); dall’altro lato invece un Renzi che, quasi certo di una sonante vittoria (con l’appoggio rientrante di buona parte degli ‘evasi’ grillini richiamati all’origine dalle promesse di ‘rottamazione’) ad invocate ulteriori primarie del PD che dovrebbero precedere le prossime elezioni rese necessarie dalla mancanza di un possibile governo, si atteggia già a ‘quasi leader’ del prossimo rinnovato partito. Come si vede entrambi i contendenti tendono, ovviamente da punti di vista assai diversi, a recuperare al loro partito i voti ‘rubati’ da Grillo. Non so chi avrà la meglio ma ritengo che la guida del gioco sia in realtà nelle mani del Presidente della Repubblica del cui giudizio mi fido ad occhi chiusi.
Tornando tuttavia per un momento al M5S, secondo il modo di vedere di alcuni autorevolissimi commentatori, alcuni anche stranieri (forse interessati), in caso di prossime rinnovate elezioni tale movimento riporterebbe una sonante vittoria elettorale tale da permettergli di andare al Governo senza rivali. Io non credo, specialmente se i nostri partiti riusciranno finalmente a capire il vero significato delle recenti elezioni, che questo possa accadere. Ritengo infatti che Grillo sia stato fondamentale nel far capire agli italiani che in questo paese, pur dotato di una Costituzione realmente democratica, la vera democrazia non c’è mai stata essendo stata sostituita, fin dagli inizi, da una intransigente partitocrazia ora da eliminare. Ma con questo vedo pressochè esaurito il suo ruolo tranne forse per quel che riguarda l’antieuropeismo che potrebbe essere tuttavia sfruttato (io sono europeista) da chiunque vada al governo come spauracchio nei confronti di un’Europa a trazione nordica.
E spero di non sbagliarmi altrimenti ci vedo precipitare al fondo di un brutto abisso con l’unica possibile consolazione che, secondo la matematica, da un fondo non si può che risalire. Sì, ma quando?

Attilio Taglia










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