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Firenze, 30 Luglio 2013

Fra Piovra e Presidenzialismo

In un editoriale sul ‘Corriere’del 12/7 Alesina e Giavazzi individuavano nella spesa pubblica e nelle tasse i reali responsabili delle difficoltà economiche del nostro paese. Due giorni dopo, sullo stesso giornale, in un altro editoriale, Panebianco approfondiva da par suo l’argomento individuando quale vero affondatore dell’economia italiana un “ragno velenoso”, posto al centro del triangolo “Tasse / Spesa Pubblica / Burocratizzazione”, dal quale trae la propria alimentazione.
In una ‘riflessione’ (71 del 4/7), anch’essa stimolata da un altro editoriale di Panebianco, avevo preso in considerazione le enormi difficoltà che chiunque avrebbe dovuto affrontare per rendere meno dispendiosa e più trasparente la pubblica amministrazione ed avevo amaramente individuato, come unica via d’uscita, “un colpo di stato che azzerasse tutto per ripartire da capo”.
Però l’immagine del ragno velenoso mi ha richiamato alla mente vecchi film d’avventura con ragni orribili che si avvicinavano minacciosamente a giovani fanciulle indifese ed anche, per estensione, i racconti marinareschi dove velieri aggrediti da gigantesche piovre solo raramente riuscivano a cavarsela grazie alle affilatissime sciabole con le quali ‘i nostri eroi’ riuscivano a tagliare i viscidi tentacoli; e forse, nella mia mente, l’immagine della piovra è ancora più aderente alla realtà del nostro paese di quanto non lo sia quella del ragno velenoso.
E mi è venuto in mente di cercare di impostare un ragionamento tendente ad individuare dove sia la testa della piovra i cui tentacoli principali, oltre ad altri magari più sottili ed insidiosi, sono i tre lati del triangolo-nido del ragno velenoso. Intanto sarà bene notare che i grandi giornalisti citati, pur individuando perfettamente e sviscerando a fondo il problema ed accennando anche a possibili ‘connivenze’ di parti delle magistrature ordinaria e contabile nonché di certi ‘spaccacavilli’ legali, hanno, credo volutamente, ‘glissato’ sulla possibilità di attribuire a qualcuno almeno parte delle responsabilità (cioè localizzare almeno parzialmente la testa della piovra).
Il mio ragionamento si basa su una piovra con testa bifida della quale una sezione soprassiede agli eventi ‘periferici’ e l’altra sezione a quelli ‘centrali’. Devo partire un po’ da lontano ed esattamente dalla considerazione che nelle elezioni amministrative, con qualche piccola ‘defaillance’ nel momento di massimo ‘splendore’ di Forza Italia, il centro-sinistra ha sempre, direi quasi, trionfato; ed una conferma si è avuta anche nelle recenti elezioni. Si può quindi affermare senza tema di smentite che in Italia le amministrazioni locali (regioni, province, comuni, ASL ecc.) sono saldamente in mano al centro-sinistra e pertanto, principalmente, al Partito Democratico. E così credo di aver individuato, con scarsa probabiltà di errore, il principale responsabile della sezione ‘periferica’. Comunque anche in quelle amministrazioni non in mano al PD (vedi Lazio) le cose non andavano certo meglio, segno di una prassi generale e consolidata.
Più difficile invece addossare responsabilità per quello che riguarda la sezione ‘centrale’ in quanto in questo caso bisogna tornare molto più indietro e valutare anche l’abilità di autoperpetuazione di tale piovra; penso comunque che forse sia giusto risalire fino agli ultimi governi democristiani: l’alternarsi delle prospettive dei vari governi succeduti può avere parzialmente modificato qualche dettaglio con l’inserimento di alcune persone gradite a questo o a quel partito maggioritario del momento, persone poi agevolmente ‘fagocitate’ dallo ‘zoccolo duro’ preesistente. Questo può fornire un’interpretazione dell’impossibilità per qualsiasi governo di modificare la ’struttura’ della piovra: semplicemente perché, magari con diverso ‘peso’, lì dentro hanno inserito persone di fiducia tutti i partiti tranne forse, in questo momento, il M5S di nascita politica troppo recente.
Non ho abbastanza informazioni per tentare di valutare, con qualche probabilità di non sbagliare, quale formazione politica abbia, nella piovra ‘centrale’, maggior peso e quindi più elevate responsabilità, tuttavia il fatto che Berlusconi e Brunetta, che avevano promesso sfracelli, non siano poi riusciti a levare un ragno dal buco mi induce a sospettare almeno una ‘prevalenza’ del centro-sinistra; ma è anche assai probabile che invece chi realmente guida la piovra sia un gruppo di abilissimi legulei ed economisti, magari apolitici, pronti a ‘piegare’ a loro favore le leggi provenienti dal Parlamento o ad ‘annebbiarle’ di complicatissimi cavilli in modo da renderle di fatto inapplicabili o inefficienti se ritenute atte a ledere i loro privilegi. Quindi niente da fare.
Ma veniamo ad altri problemi. Mi sembra da incoscienti, in questo momento, il cercare di abbattere il governo Letta: in nome di cosa, poi? Forse della maggioranza PD, SEL, M5S tanto vagheggiata da Bersani? E quanto potrebbe durare successivamente un governo del genere dati sia il carattere ondivago del M5S che, e forse anche maggiormente, l’attuale litigiosità interna al PD? Oppure si spera che la caduta del governo possa portare a nuove elezioni prima che sparisca quel ‘porcellum’ tanto odiato a parole ma in realtà tanto caro alla dirigenza del partito per fare eleggere dai cittadini sempre le stesse facce?
No, secondo me, i ripetuti tentativi, di parte del PD, di far cadere il governo addossandone la responsabilità al PdL (per ora falliti ma che ritengo andranno avanti almeno fino ed anche oltre un’eventuale condanna di Berlusconi) fanno parte di un piano tendente, forse sì, a sfiduciare Letta magari facendone ricadere la responsabilità stavolta, vista la graniticità del PdL in proposito, su quel Renzi che, al solito, chiacchiera troppo e si sta dando la zappa sui piedi, ma avente come vero bersaglio non tanto Berlusconi, il PdL o Letta quanto addirittura Napolitano. E, secondo me, ci sono solo due persone abbastanza ‘politiche’ da poter avere architettato un piano del genere per poter ‘concorrere’ prima che, magari, Letta riesca a tirar fuori una legge sull’elezione diretta del Capo dello Stato: in ordine alfabetico D’Alema e Prodi. Nessuno dei due ritengo abbia mai smesso di ‘studiare da presidente’.
Chi scegliereste?
E non state a preoccuparvi circa il presidenzialismo o meno: da dopo la rielezione in Italia un utilissimo presidenzialismo c’è già, di fatto.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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