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Firenze, 14 Luglio 2013

God Save The King

Mi sbaglierò (e d’altra parte che io sbagli credo interessi ben poco a chiunque) ma ritengo che, qualunque sia il verdetto della Cassazione, il nostro baldo Cavaliere possa dormire sonni tranquilli.
Sono stato indotto a questo convincimento principalmente dal comportamento dei settanta parlamentari PD che, con una lettera hanno chiesto alla dirigenza del proprio partito di smettere di ‘favorire’ il PdL. Questo documento, secondo le buone norme delle azioni politiche, aveva l’aria di un formale attacco diretto al partito ‘avversario’ ma in realtà celava lo scopo indiretto di indurre i berlusconiani a ritirarsi dalle ‘larghe intese’ prendendosi in tal modo la colpa di aver fatto cadere il governo. Quindi la vera finalità era quella di usare le zampe del gatto per ‘sgambettare’ Letta il quale, ‘annusata’ l’irritazione proveniente dal suo partito, si è immediatamente recato dal ‘babbo’ Napolitano per discutere la situazione. E ne deve aver tratto utilissimi suggerimenti e consigli.
Quasi contemporaneamente Berlusconi, in una riunione dei suoi a Palazzo Grazioli, deve aver ‘strigliato’ a dovere quanti sembravano decisi a trarre le conseguenze tanto desiderate dal PD, dopo di che se ne è uscito con un comunicato in cui sottolineava il pieno accordo interno (e particolarmente, immagino, quello delle altre donne invelenite contro la troppo rampante Santanché!) al partito circa il leale appoggio al governo Letta, aggiungendo poi che, a Settembre, tornerà ‘Forza Italia’. E le acque si sono calmate.
Ma cosa si può concludere da quanto sopra?
Prima di tutto mi sembra che entrambi i veri capi delle due fazioni, nemiche ma ora di necessità cooperanti, siano concordi nel voler far durare questo governo almeno fino alla realizzazione delle tanto necessarie riforme e credo anche che finalmente si siano resi conto che, per l’antico gioco dei contrari (non c’è virtù senza peccato o luce senza buio o dolce senza amaro ecc.) i due partiti della coalizione non hanno storia (il PD senza l’unificante ma poco politicamente significativo antiberlusonismo ed il PdL senza l’ormai abusato anticomunismo) se non si usano reciprocamente per puntellarsi. E da qui la magari temporanea necessità anche per il PD di ‘proteggere’ Berlusconi. E si sentono anche altri echi in questa direzione.
A partire anche dalla per me remota possibilità che la Cassazione annulli tutto, per continuare poi con la ventilata possibilità, in caso di condanna, di grazia da parte del Presidente della Repubblica e senza tralasciare che quell’amnistia tanto richiesta in questi giorni per svuotare le carceri potrebbe forse annullare di botto tutta la fatica dei giudici milanesi.
Se poi il Cavaliere dovesse essere interdetto alle cariche pubbliche nulla vieta che possa, come Grillo che forse solo per questo ce l’ha con lui, mettersi a capo di un ‘Movimento Forza Italia’ (MFI?) e da lì, carica non pubblica, seguitare ad impaurire il PD (particolarmente se guidato da un Renzi che spera ‘grattare’ voti doprattutto dal centro-destra) con la sua insuperabile abilità pubblicitaria.
Mi sembra possa avvalorare questo mio modo di ragionare anche il fatto che, a quanto sento dire, in questo periodo, il Cavaliere se ne sia andato a passare, in tutta serenità, qualche giorno di ‘riposo’ (magari con contorno di fastose giovani danzatrici russe) dal suo amico Putin.
Dicevo poco più su dei due ’veri capi’ delle fazioni costrette alla pace forzosa: è ovvio che uno è Berlusconi e l’altro è il Capo dello Stato che alcuni giornali ‘orientati’ chiamano, con un misto di scherzo e di ammirazione, “Re Giorgio”. Sono loro due le vecchie volpi che di fatto portano avanti l’Italia in questi momenti difficili; di Berlusconi mi sembra di aver già detto abbastanza, quello che ora mi auguro è che Napolitano, nel colloquio di cui sopra, abbia esortato Letta ad avere il coraggio di fare, anche a costo di inimicarsi buona parte del suo partito perchè quello che necessita è stato anticipato addirittura in campagna elettorale dall’avversario politico, quanto serve agli italiani e quindi all’Italia per risollevarsi; e questo anche al prezzo di critiche internazionali (FMI, agenzie di rating ecc. che mi sembra agiscano per conto di chi vuole appropriarsi a basso prezzo del ‘Made in Italy’) ed a costo di ‘sforare’ un po’ per qualche tempo quel famoso 3% pur di far ritornare il nostro paese indipendente e soprattutto ‘sovrano’. Sono certo che gli italiani risponderebbero senza riserve a tale coraggio.
Un coraggio che mi è apparso difettare nella terza carica dello stato quando ha rifiutato di aderire all’invito dell’amministratore delegato FIAT. Ora io non conosco e non voglio discutere eventuali ragioni politiche che possano giustificare l’accaduto; dico solo che dalla Presidente della Camera mi sarei aspettato che affrontasse a viso aperto il confronto con quel marpione anche a costo di una non brillante figura piuttosto che cercasse di trincerarsi dietro quello che è apparso un “Meglio aver paura che buscarne”. E devo aggiungere che non mi sentirei rappresentato da una persona così qualora dovesse, per qualche eventuale malaugurato motivo, diventare Presidente della Repubblica.
Ma se invece, per quel che dicevo più su, Napolitano fosse riuscito a convincere Letta ad essere coraggioso, allora non potrei che augurargli di restare ancora a lungo così brillante ed attivo, in altre parole, King George: “God save the King”.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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