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Firenze, 25 Maggio 2013


Hei, Governo, Carpe diem

I miei ricordi di vecchio appassionato del latino mi avevano fatto sorgere notevoli dubbi sul vero significato da dare alla locuzione “Ius soli” di cui si è tanto parlato alcuni giorni fa dopo la proposta del ministro Kyenge.
Siccome non so se la locuzione abbia un particolare significato giuridico, con l’aiuto del mio fido vocabolario latino sono andato a rivedere i vari significati sia di ‘ius’ che delle diverse possibilità di ‘soli’. E così, come ritenevo, il primo significato di ‘ius’ è ‘Diritto’ con la D maiuscola, cioè l’insieme delle leggi e solamente come ultima istanza si ha il significato ‘diritto’ con la d minuscola, cioè qualcosa di simile al privilegio; se veniamo poi al ‘soli’ abbiamo tre possibilità: il dativo di ‘sol’, sole, il genitivo di ‘solum’, la parte più bassa di un oggetto e solo in ultima istanza suolo, terreno e, per estensione, paese, ed il genitivo dell’aggettivo ‘solus, a, um’, solitario.
Poiché non credo che il ministro intendesse assicurare per legge il ‘diritto al sole (o al Dio Sole)’ oppure, anche se mi sembra che in latino gli aggettivi sostantivati non siano poi tanto comuni, il ‘diritto del solitario’, l’unica possibilità rimane il ‘diritto del suolo (e, solo per estensione, del paese)’. Ma qui non si intende diritto ad un appezzamento di terreno (tipo ‘la terra ai contadini’) ma di cittadinanza (in latino ‘civitas’) che, secondo me, è una cosa ben diversa.
Non che io sia contrario al concedere la cittadinanza italiana ai figli, nati ed almeno in via di scolarizzazione in Italia, di immigrati di qualunque nazionalità, ma ritengo che una legge del genere dovrebbe essere preceduta da numerosi sondaggi dell’opinione pubblica e dovrebbe anche chiaramente specificare le condizioni di concessione (per esempio che i genitori risiedano e lavorino in Italia da almeno un certo numero di anni).
Questa condizione sarebbe per me necessaria per evitare un improvvisa invasione di gestanti provenienti forse non tanto dall’Africa o dal Medio oriente quanto da paesi dell’est europeo, dalla Russia e, soprattutto, dalla Cina specialmente ora che sembra sia in via di recessione; ritengo infatti che quest’ultima popolatissima nazione sarebbe di gran lunga la più attrezzata sul suolo italiano, (nonché forse la più interessata), a dare iniziale asilo alle proprie immigrate (magari facendole riposare accatastate a diecine per stanza) pur di originare un buon numero di ‘fedeli’ italiani.
Ma, a proposito di sondaggi dell’opinione pubblica, mi ha fatto pensare, alcuni giorni fa, la proposta di Grillo di indire fra un anno un referendum sull’euro e sull’appartenenza all’Unione europea: era chiaramente un altro sasso tirato in piccionaia da colui che ama cercare di togliere le castagne dal fuoco con le zampe del gatto (cioè dei suoi rappresentanti in Parlamento i quali però sembra comincino, forse attratti dalla ‘dolce vita’ romano-parlamentare, a prendere le distanze dal loro guru); ma, anche se ciò fosse possibile, un’iniziativa del genere ritengo potrebbe avere successo, cioè raccogliere una maggioranza, se si votasse domenica prossima o comunque in tempi brevissimi; credo infatti che, in questo momento, una bella percentuale di italiani ritenga positivo sfilarsi da certi condizionamenti esterni. Tuttavia da qui ad un anno possono essere cambiate tante di quelle cose da far completamente riorientare i cittadini. Inoltre la proposta del grande capo è stata bocciata perfino dal suo maggior rappresentante al Senato che l’ha ritenuta almeno altrettanto improponibile quanto il dare una qualsiasi presidenza a Berlusconi, il che è tutto dire.
E’ notizia di oggi che il Consiglio dei ministri ha raggiunto un accordo per abolire il finanziamento pubblico dei partiti cosa che prenderà il via con un immediato decreto-legge.
Però io ho avuto l’impressione che si tratti un’altra volta di un contentino a parole e di un rinvio: infatti la proposta dovrà essere messa nella giusta formulazione da non so bene quale sottostante apparato burocratico-economico e quindi chissà quando vedrà definitivamente la luce, e bisogna anche ammettere che il decreto-legge venga poi convertito entro il tempo dovuto e che la legge non si impantani di nuovo nel sottobosco burocratico dei ministeri per il regolamento di attuazione.
Insomma credo di trovarmi di nuovo di fronte al solito andazzo: anche l’IMU non è stata eliminata, solo rimandata tanto per far finta di venire incontro alle pressanti richieste del popolo e dare anche un contentino al Cavaliere. Ma, a proposito di quest’ultimo, voglio ripetere qui, principalmente al Partito Democratico ed alla Magistratura (come se potessero mai ascoltarmi), il monito di cercare di evitare in ogni modo di trasformarlo in un martire: pensino soltanto, tanto per fare un esempio, per quanto tempo (se ben ricordo tutto il Medio Evo ed anche alcuni secoli prima e dopo) la Chiesa, oggi più propensa, per restare in auge, alle rapide santificazioni, ha prosperato sul culto dei propri martiri.
Infine, nemmeno questo governo sembra accorgersi di quella necessità di tempi rapidi invocata perfino da quel chiacchierone di Renzi che l’altra sera ha invitato tutti a lasciare da parte i ‘personalismi partitici’ ed a darsi da fare per uscire il più alla svelta possibile da questa situazione; in altre parole, cari politici, tanto per tornare al latino, urge che facciate finalmente vostro il profondo significato del “Carpe diem”.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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