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Firenze, 22 Giugno 2013

Tarantella Tricolore

Nei giorni scorsi il nostro Presidente del Consiglio ha avuto un’attività frenetica. Prima la riunione a Roma laddove sembra abbia alzato la voce principalmente per vedere di riuscire a rilanciare rapidamente quell’occupazione giovanile che sembra in cattive condizioni ovunque (naturalmente il vero fine era quello di cercar di ottenere alla svelta i fondi necessari per attuare quanto promesso in precedenza agli italiani); altrettanto naturalmente questa irruenza, che mi ha richiamato alla mente “Il ruggito del topo” piacevole film di oltre cinquant’anni fa nel quale uno staterello di fantasia va in guerra contro gli Stati Uniti e rischia di vincerla essendo entrato fortuitamente in possesso della ‘Bomba Q’, non ha trovato nessuno che, forse in omaggio al fatto di essere ospitato, facesse opposizione al padrone di casa; e quindi il tutto ha assunto il colore del successo personale.
Poi il G8 dal quale è tornato soddisfattissimo per il generico accordo sulla lotta alla disoccupazione: “Non poteva andare meglio di così” ha detto tornando.
Infine (ma non sono sicuro di avere azzeccato la successione cronologica dei tre eventi) il ‘Decreto del fare’, immediatamente ed argutamente bollato da Crozza, pieno di buoni propositi da affrontare al più presto.
Ma, a pensarci bene, tutta questa attività non potrà che sfociare nell’unica cosa che potrà avverarsi, quella sì, immediatamente e cioè il solito, beneamato, sacrosantamente democristiano rinvio. E in parte si può dare ragione anche alla Camusso che si lamenta per tante parole e pochi fatti.
Capisco che tutto questo possa essere imputato alla mancanza di soldi, ma intanto perché non prendere in seria considerazione quanto già suggerito da alcuni e, ad imitazione della Grecia, eliminare quell’inutile carrozzone che si chiama RAI? (Se poi qualcuno se lo volesse comprare, ponti d’oro).
Certo, tutti i partiti si opporrebbero avendo annidato lì dentro fior fiore di politici trombati, parenti, amici e conoscenti, ma sarebbe una gran prova di forza del Governo che potrebbe così risparmiare tutti quei miliardi utili almeno a dare inizio a qualcosa di serio per quel che riguarda il lavoro o per altre iniziative utili a cercare di risollevare i meno abbienti.
Inoltre bisogna anche tener conto del fatto che dietro alle promesse agevolazioni a quegli imprenditori che assumano giovani mi sembra si celi il solito giochetto al risparmio: infatti le agevolazioni, secondo un comunicato di alcuni giorni fa, riguarderebbero solo le assunzioni ‘a tempo indeterminato’; ora, nella situazione attuale, non credo siano molti quegli imprenditori che si possano permettere il rischio di assumere (di fatto senza successiva possibilità di licenziamento) giovani, pur scolasticamente referenziatissimi, ma magari del tutto ignari di quanto richiesto dal loro futuro lavoro.
Probabilmente i sindacati si opporrebbero di brutto alla proposta che io farei riguardo all’ottenimento del ‘tempo indeterminato’ perché lo vorrei legato alla meritocrazia, in altre parole dovrebbe essere una specie di premio, da verificarsi poi periodicamente, e preceduto da ‘apprendistato’ e ‘tempo determinato’, qualifica quest’ultima alla quale si potrebbe anche retrocedere in caso di ‘lavativismo’.
Credo fermamente che, senza meritocrazia, si ritornerà alle solite assunzioni per raccomandazione tanto care a politici e sindacati.
Ma figuriamoci!
Introdurre la meritocrazia nel lavoro?
Una bestemmia.
Così, e non credo di sbagliare, la meritocrazia è divenuta una bestemmia purtroppo anche nella scuola che ritengo vada scivolando sempre di più verso un diplomificio di ignoranti. E la colpa di questo si può far risalire al famoso ‘sei politico’ del ’68 rimasto ancorato nella mente di tanti incompetenti presuntuosi (e magari anche prestigiosi).
Cambiamo argomento.
Mi sono letto l’intervista di Renzi al “Foglio” e mi pare che il programma cui accenna in caso di sua leadership sia abbastanza condivisibile: un partito unito, agile, alleggerito da chi gli mette il piombo ai piedi per troppo amore per lo ‘status quo’, potrebbe senz’altro, in caso di elezioni, ingaggiare una nuova battaglia, e stavolta vincente, contro il Cavaliere battendolo democraticamente, senza trucchi legali. Ed infatti anche Renzi, che sembra aver letto l’ultimo capoverso di una mia precedente ‘riflessione’, (n°66), reputa un errore politico il votare l’ineleggibilità di Berlusconi anche se si guarda bene dal tirare in ballo il giudizio della Consulta.
Insomma, anche se per me seguita a parlare troppo, stavolta mi è piaciuto un po’ di più; tuttavia quanto si propone poggia su una premessa di base che ritengo estremamente difficile che si realizzi nel PD di questi giorni: la riconciliazione fra capi, sottocapi, aspiranti tali nonché sottili, capziose differenziazioni ideologiche.
Ma, a proposito del Sindaco di Firenze, in città sento circolare voci che vorrebbero corresponsabilizzarlo circa gli episodi di ‘bunga bunga’ emersi e legati a personaggi di Palazzo Vecchio: a parte il fatto che non credo si piegherebbe al ruolo che gli si vuole attribuire, ritengo che il ricorso alle ‘escort’ non sia un’esclusiva di Milano e Firenze ma che invece sia un’attività comune a tutti gli agglomerati cittadini. Anzi ritengo che forse non sarebbe da scartare la proposta della Lega circa il riconoscimento della prostituzione come attività lavorativa: in fin dei conti è il lavoro retribuito più antico del mondo e meriterebbe di essere riconosciuto come tale e quindi dotato di un suo sindacato. E, senza falsi moralismi ed a patto che non troppa gente ci voglia ‘far la cresta’, sarebbero altri soldi (e non pochi) per le casse dello Stato.
Comunque, se le voci si concretizzeranno, Firenze si doterà ben presto del magistrato più esperto in fatto di ‘bunga bunga’; sembra infatti che la Boccassini sia intenzionata a trasferirsi nel capoluogo toscano. Ma io mi chiedo se si tratti di una sua reale volontà o se le sia stato suggerito di fare domanda di trasferimento perché, in questo secondo caso, si tratterebbe di un “promoveatur ut amoveatur” che avrebbe tutta l’aria di una ‘boccata di ossigeno’ per il Cavaliere.
Ma cambiamo discorso un’altra volta: ho visto le prime due partite della Nazionale, sia quella amichevole d’inizio che la prima vera e propria di gara e soprattutto ho notato la stanchezza dei nostri atleti, tanto che ho disertato la partita col Giappone, allenato da Zaccheroni e pieno di abili corridori, ritenendo che mi sarei annoiato a guardare una prevedibile sconfitta.
Mi sono sbagliato ma, anche se sorpreso, ora mi sono fatto prendere da un sogno ad occhi aperti: con una squadra senza Pirlo e De Rossi, rimaneggiata e piena di giovani vogliosi ed ancora in cerca di completa affermazione, riuscire domani sera a battere il Brasile in modo da ipotizzare una finale contro la Spagna. Perderemmo senz’altro quest’ultima gara, ma mi piacerebbe che gli organizzatori brasiliani avessero il ‘fair play’ di far arbitrare una terna greca.
Non per altro, solo per far sapere al mondo intero che, se non altro, anche l’Europa dei poveri sa tirare le sue pedate, e bene.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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