L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 

n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 45 - 46- 47- 48- 49- 50- 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82 - 83 - 84 - 85 - 86 87 - 88
Firenze, 31 Dicembre 2013

Buon 2014
ITALIA!

Alcuni giorni fa ho sentito che il sindaco di Firenze suggeriva, subito imitato dal NCD, il modo di risparmiare un miliardo uscendo dal bicameralismo e diminuendo il numero di parlamentari nonché i loro emolumenti, intendendo così anche ammonire: “Se gli italiani dovranno tirare la cinghia, cominciamo noi a dare l’esempio”. Lodevole intento, ma mi ha fatto immediatamente tornare in mente l’immagine del bambino che, fatta una buca nella sabbia vicino al bagnasciuga, voleva vuotarci dentro il mare con un cucchiaio bucato. Infatti, se ritengo che quella additata sia una strada ormai irrinunciabile, la portata del risparmio mi appare quasi ridicola rispetto alle necessità del paese; inoltre prevedo ostacoli indicibili da parte di chi (parlamentari, portaborse, segretari, uscieri ecc.) sarebbe costretto a sfilarsi la poltroncina da sotto il sedere a meno che, seguitando la deleteria prassi in vigore fin qui, non si cercasse di sistemarli da qualche altra parte, ma sempre, ovviamente, a spese degli italiani.
E forse è stata proprio questa prassi, ereditata dalla DC, a far sì che alla guida di aziende anche importanti fossero posti incompetenti politici trombati o sedicenti competenti soprattutto politicamente ‘orientati’; il che può anche spiegare come, alla lunga, aziende fiorenti abbiano cominciato a languire: a mio modo di vedere ne è un esempio eclatante il Monte dei Paschi di Siena del quale, sento dire, si vorebbe proporre la statalizzazione in modo da creare un altro carrozzone statale (tipo RAI) ma soprattutto in modo da farne ricadere i grossi debiti sui soliti contribuenti onesti.
Capisco che il trasferire gente da un posto all’altro (ammesso che accettino di buon grado di trasferirsi) serve per non fare aumentare la disoccupazione, ma comunque, se si trattasse solo dei parlamentari e loro addetti, la percentuale non varierebbe un gran che. Il guaio è che, per risanare realmente il paese (rifl. n° 74 del 30/7/13 e n°76 del 4/8/13), bisognerebbe ‘snidare’ anche tutti gli ‘imboscati’ della burocrazia centrale e periferica e cioè: direttori generali dei ministeri e loro accoliti (che sono la vera direzione del paese dato che possono intralciare l’applicazione di leggi approvate dal Parlamento in modo, se a loro non convengono, da rinviarle praticamente sine die); presidenti, assessori ed accoliti di regioni e province (e non trasferirli, come si sente dire, in fantomatiche ‘città metropolitane’); politici incompetenti annidati nelle ASL ed in tutti i vari carrozzoni statali, regionali e provinciali; ed infine quanti nulla-facenti si nascondono nelle aziende sotto la protezione dei vari sindacati (cosa quest’ultima che ritengo sia forse la vera origine dei cosiddetti ‘esodati’ che, guarda caso, dai circa 90000 calcolati dalla Fornero, sono quasi subito ‘lievitati’ ad oltre 500000). Questo ovviamente farebbe aumentare realmente la disoccupazione ma ritengo debba essere considerato prioritario per il recupero di spese folli da destinare a chi più fatica ad arrivare in fondo al mese ed al rilancio del paese.
Tornando all’inizio e quindi a quanto Renzi dovrebbe fare,dalle due riflessioni estive e da quanto detto fin qui è possibile dedurre quanto arduo possa essere il suo compito sia perché ha già contro la parte più conservatrice del suo partito, sia perché altri nemici interni proverrebbero inevitabilmente, come detto nelle riflessioni sopra citate, dallo smantellamento del Partito della Spesa Pubblica (che è principalmente nelle mani del PD). Inoltre dovrebbe combattere anche con i Sindacati e non solamente per i nulla-facenti sopra citati ma perché per rilanciare le nostre industrie e quindi far ripartire l’occupzione ed i consumi rimettendo soldi in tasca agli italiani, a mio modo di vedere, bisogna come prima cosa abolire il ’posto fisso’ cioè il lavoro a tempo indeterminato (vera fonte di fannulloni) ed introdurre nei posti lavorativi di ogni ordine e grado la tanto odiata meritocrazia, magari accompagnata da incentivi economici. E soprattutto la meritocrazia dovrebbe essere la vera base (ed in dipendentemente dai redditi delle famiglie) della nostra scuola in modo da tirare su, molto meglio e meno clientelarmente di oggi e magari stavolta davvero a spese dello stato, una futura classe dirigente veramente competente ed abituata al lavoro; ma anche qui posso solo immaginare gli ostruzionismi di tutti gli iperprotetti incompetenti che che oggi si fregiano del titolodi ‘insegnanti’. Senza contare che qualsiasi insegnamento dovrebbe essere affidato a chi sa insegnare (dono di natura) preferenzialmente rispetto a persone, magari più titolate, ma che non riescono a comunicare con gli allievi.
Insomma il cammino del leader del PD, se davvero vuole, come ha detto e ripetuto, rinnovare il suo partito e dare una svolta di rilancio anche all’Italia, è davvero irto di ostacoli e trabocchetti tanto da farmi seriamente dubitare che possa riuscire a compierlo anche se ritengo che, in questo momento, Renzi sia l’unica persona in grado almeno di provarci. E spero che anche i suoi oppositori, interni ed esterni, finalmente riescano a ragionare e (come sembra abbia cominciato a fare anche il Presidente della Repubblica, ma lo sentiremo meglio domani sera) ad accorgersi che quella è la strada per il bene del paese.
E quindi auguro a lui (ed a tutti noi) che il nuovo anno segni davvero, e non solamente a parole come stanno cercando di farci credere tuttora, l’inizio reale della ripresa.
Buon 2014, Italia!

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









Gli eBook Simonelli Editore possono essere letti anche sugli iPhone, sugli iPod touch e sull'iPad


Guarda i VideoPensieri
di Luciano Simonelli
su Day By Day
Clicca Qui

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved