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Firenze, 8 Marzo 2014

Ricordate
«L'ultima spiaggia»?

Non saprei dire esattamente perché ma già da qualche giorno mi torna continuamente in mente il vecchio film di Stanley Kramer “L’ultima spiaggia” del 1959; dotato di un cast di prim’ordine (Gregory Peck, Ava Gardner, Fred Astaire, Antony Perkins ecc.) il film si svolgeva in un’Australia non ancora raggiunta dalle radiazioni mortali scatenate, principalmente nell’emisfero nord, dalla guerra atomica. A parte l’ovvia vicenda d’amore fra i due interpreti principali, le scene che più mi tornano in mente sono quelle relative alla distribuzione al popolo, da parte del governo australiano, di ‘opportuni medicamenti’ atti ad evitare gli spasimi della morte per radiazione. Se ben ricordo credo che questo sia stato il primo, e forse unico, esempio cinematografico di eutanasia collettiva. Dal punto di vista spettacolare però forse la scena più impressionante (ed anche più toccante) è quella in cui, da sott’acqua per evitare contaminazioni radioattive, il sommergibile osserva la città di San Francisco completamente deserta (tutti morti).
Ma forse il mio subconscio sta vedendo un certo parallelismo fra le vicende di quel vecchio ed abbastanza catastrofico film e la situazione del nostro paese in questi giorni. In effetti, anche se molti dei nostri politici sembrano non crederci, io vedo l’Italia sull’orlo di un baratro politico oltre che economico ed a questo punto comincio a pensare che solamente col ‘buonsenso’, che fortunatamente agli italiani non è quasi mai mancato, si possa forse uscire dall’attuale situazione; qui per buonsenso intendo una collaborazione di tutti (senza peronalismi e/o puntigli più o meno politicamente validi) a remare nella stessa direzione. So che questo è estremamente improbabile anche perché chi ci guida in questo momento, forse a causa di gravi dissidi interni al suo partito, mi sembra abbia perso buona parte della volontà che mostrava agli inizi. E così il tutto appare legato ad una ‘mancanza di polso’ o al timore di dispiacere ai suoi. Ed ecco che, invece di irrigidirsi sull’approvazione della legge elettorale, così come concordata con Berlusconi, e cercare di imporla senza modifiche: “O così senza cambiare nemmeno una virgola o mi dimetto da tutto e vi arrangiate”, ha ceduto sulla limitazione della legge alla sola Camera, in questo coadiuvato da altrettanto vistoso errore berlusconiano. Ed ora, per pura mancanza di ‘pugno di ferro’ i due ‘avversari’ probabilmente dovranno anche subire l’ulteriore ritardo all’approvazione legato alle cosiddette ‘quote rosa’.
Siccome quest’ultima vicenda appare legata principalmente al centro-destra (le donne PD affermano di essere già al 40%), mi appare strano che il cavaliere non ne abbia approfittato per mettere un po’ d’ordine fra i suoi ranghi e quindi ritengo che il tutto sia principalmente un ‘giochetto al rinvio’ escogitato da Alfano che, forse assai giustamente, teme che la nuova legge elettorale faccia scomparire il suo partito alle elezioni che, mi sbaglierò, ma vedo sempre più prossime.
Ed oltretutto, prima della approvazione definitiva, la legge elettorale dovrà anche tornare al Senato; non è difficile prevedere che proprio lì si verificherà il più importante ‘agguato’ all’attuale Presidente del Consiglio orchestrato da quanti delle opposizioni, ma soprattutto della presente maggioranza, non vogliono che la nuova legge elettorale vada in porto. Mi auguro però che stavolta Renzi, nel presentare la legge modificata al Senato, si giochi il tutto per tutto ed abbia sia la forza che il coraggio di cercare di mantenere la parola data, non solo a Forza Italia ma anche a quella che credo sia in questo momento una consistente maggioranza degli italiani, e faccia ai senatori un discorsetto del tipo di quello virgolettato sopra; e senza preoccuparsi troppo di eventuali voti segreti anzi cercando di evitarli in modo da mettere quanti non hanno il coraggio di essere pubblicamente coerenti con le proprie opinioni di fronte alle proprie contraddizioni. Un modo come un altro per verificare chi voglia realmente precipitare il nostro paese nel baratro. Insomma mi auguro che riesca, con una prova di forza, a dimostrarsi all’altezza di poter essere il vero ‘leader’ di cui l’Italia ha estremo bisogno.
Devo ammettere che, in tal senso, mi è piaciuto molto il discorsetto sui ‘compiti a casa’ rifilato ai maggiorenti europei: interpretando l’immancabile spirito toscano che c’era sotto direi che avesse quasi qualcosa di minaccioso: “Smettete di rompere, noi ci arrangiamo da soli; cerchiamo piuttosto di creare un’Europa che rilanci l’occupazione ed il lavoro”. Un breve discorso che Letta, cercando disperatamente di mantenere buoni rapporti inchinandosi a tutti, non avrebbe, ahinoi, mai fatto.
Ma torniamo al film di partenza: come in Australia cercavano di evitare le pene per la morte da radiazioni così il Governo deve riuscire a trovare i fondi necessari sia per evitare ad un discreto numero di italiani le sofferenze per l’inedia che per cercare di rilanciare l’occupazione e far ripartire le attività produttive. Ho indicato nella riflessione precedente come si potrebbero realizzare enormi risparmi e contemporaneamente semplificare i rallentamenti burocratici (a proposito anche questi ultimi saranno inevitabilmente presenti per la promulgazione definitiva della nuova elgge elettorale), ma forse sarà inevitabile il ricorso a nuove tasse (patrimoniale?); mi auguro solamente che quest’ultima, se applicata, abbia per le prime case, rifugio patrimoniale degli italiani, una soglia di applicazione sufficientemente alta da evitare di andare a colpire quanti magari sono riusciti a fatica a comprarsi un appartamentino e sono ora costretti a tirare la cinghia pur di mantenerselo. Ma questo deve necessariamente essere l’ultimo sforzo richiesto al popolo italiano dopo di che, e soprttutto senza aspettare troppo, le tasse andranno drasticamente ridotte se si vogliono far ripartire sia le aziende che i consumi; il lavoro a tempo indeterminato riservato, con adeguato riconoscimento anche salariale, solamente a lavoratori che abbiano dimostrato per anni elevato rendimento ed attaccamento alla propria azienda ecc.. Quest’ultima considerazione richiederà anche una notevole ‘rielaborazione’ da parte dei nostri attuali sindacati, ma sarà bene che anche loro si mettano concordemente a ‘remare dalla parte giusta’ per far sì che le nostre città non si trasformino, a causa di forzate emigrazioni in cerca di lavoro, in qualcosa di simile alla San Francisco immobile e deserta vista dal sommergibile del film.
Mi ha messo abbastanza di buon umore il fatto che sia Papa Francesco che Putin siano ai nastri di partenza per l’assegnazione del premio Nobel per la Pace; direi che Putin sia leggermente avvantaggiato: può sempre mandare qualche carrarmato ad intasare la corsia riservata al Papa costringendolo così ad un cambio di corsia e quindi alla squalifica.
Amen!

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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