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Firenze, 4 Marzo 2014

Rimboccarsi le maniche

Due o tre giorni fa da un notiziario (o da un quotidiano) da me stimato ‘di parte’ avevo avuto notizia dell’incredibile numero di addetti al malfunzionamento (non lo si può che definire così) del Comune di Roma; stimando le cifre gonfiate ad arte per motivi politici avevo rinviato il parlarne ad una successiva verifica. Ma il giorno successivo, con mia sorpresa, gli stessi dati erano riportati fin nei minimi particolari in un articolo del ‘Messaggero’ sull’argomento. Ora io non saprei dire quante persone ci vogliano per far ‘marciare’ quella metropoli e quindi può anche darsi che i numeri siano abbastanza giusti ma quello che mi ha fatto saltare la mosca al naso è che fra i dipendenti della municipalizzata addetta ai trasporti urbani ci siano circa 600 autisti non idonei alla guida; e chissà quanti altri nullafacenti esistono nelle altre municipalizzate, fra le forze della polizia metropolitana e così via. Sono tutte persone che i romani (e noi) dobbiamo mantenere come diletti figli?
Da questa premessa credo sia chiaro che voglio arrivare a criticare il decreto ‘Salva Roma’; capisco che, per Renzi, si trattava di un impegno ereditato dal governo precedente ma, anche se non sono in grado di comprendere o apprezzare alcuni ‘paletti’ economici che sembra siano stati messi nella nuova stesura del decreto ad evitare almeno in parte che si trattasse di una vera e propria ‘donazione’, ritengo che tutta la vicenda sia stata condotta male: a partire dal Sindaco di Roma con la minaccia ricattatoria di ‘fermare la città’ per giungere fino al capo del governo che non ha mostrato ‘pugno di ferro’ nella vicenda in quanto, secondo me, avrebbe dovuto certamente finanziare i debiti del Comune ma disponendo anche immediatamente il commissariamento del Comune stesso. Forse questo non è stato fatto per rispetto ad un importante compagno di partito riconoscendogli, indirettamente, la possibilità di ‘scaricare’ buona parte delle responsabilità su chi ha guidato il Comune prima di lui; è ovvio che quest’ultimo avrebbe tutto il diritto di rivalersi su chi c’era ancora prima..... e così via all’indietro con un concatenamento di responsabilità che un bravo storico potrebbe agevolmente far risalire fino forse al più grande dei responsabili: Romolo. Tuttavia questi ‘rimbalzi’ di responsabilità non fanno altro che sottolineare l’inadeguatezza dei ‘politici’ di qualsiasi provenienza al governo delle città, particolarmente se grandi, e quindi la necessità di ricorrere a ‘tecnici’: i commissari appunto.
Però c’è un aspetto di questa vicenda che dovrebbe consentire al capo del governo di intraprendere un’azione risanatrice, diciamo ‘elimina sprechi’, in tutte le consorterie, perché di questo si tratta, a partire da ministeri, regioni, province, comuni per giungere alle ASL, alla RAI ed a tutti gli altri ‘carrozzoni’ statali. E’ chiaro che le migliaia di licenziamenti andrebbero ad aumentare il numero dei disoccupati ma sono convinto che praticamente nessuno dei nuovi disoccupati patirebbe la fame a causa dei ‘tesoretti’ messi opportunamente da parte e sicuramente ignoti al fisco. Ed il risparmio sulla spesa pubblica sarebbe talmente vistoso da superare di svariate volte quello (abbastanza modesto) previsto per la riforma del Senato. A proposito di quest’ultima spero che il Governo abbia abbastanza ‘polso’ da evitare che qualcuno dei numerosi emendamenti proposti alla legge elettorale riesca a modificare quanto prestabilito ed a posporne l’approvazione a dopo quella relativa al nuovo senato: probabilmente si tratterebbe di un rinvio ‘sine die’ in quanto non credo che gli attuali senatori siano disposti a togliersi le poltrone da sotto il sedere; ed invece, secondo me, la nuova legge elettorale è forse la più urgente delle ‘riforme’ in quanto, data la popolarità che, sento dire, in aumento anche all’estero, darebbe a Renzi, in caso di necessità (più che probabili a mio modo di vedere) di ottenere quello che non ha ancora avuto e cioè la consacrazione elettorale.
Ma devo anche lamentarmi per il modo con cui il Presidente del Consiglio ha costituito il proprio governo: mi è sembrata, mutatis mutandis, una riedizione di quanto prescritto dal beneamato ‘manuale Cencelli’ di buona memoria: oltre ovviamente ai renziani DOC, ogni corrente, correntina o personaggio autopensante del PD ha avuto il suo ‘posticino’; forse questo ha servito, temporaneamente, a mantenere l’unità del partito ma ho avuto l’impressione anche qui che, in questo momento, all’ex sindaco di Firenze prema di più il suo partito piuttosto che il bene del paese.
Avevo scritto tempo fa (rifl. - 87 del 14/12/13) che agli inizi Renzi avrebbe dovuto scendere ad alcuni compromessi, mi sembra però che questi comincino ad aumentare un po’ troppo, mi auguro solo che possano servire a stabilizzare la posizione del nostro in modo che possa riprendere e portare a buon fine quanto aveva promesso agli italiani. Ma, visto che l’ho sentito parlare abbastanza correntemente in inglese, mi permetto qui di aggiungere due parole di ‘warning’: stia bene attento a quel gruppo del suo partito che mi sembra stia cercando di ‘comprarsi’ i secessionisti grillini in modo, con l’aiuto di SEL, di poter suggerire una maggioranza, alternativa a quella con NCD, tutta di sinistra e volta alla formazione di un nuovo governo che riporti rapidamente l’Italia al vecchio tran tran da prima repubblica e quindi, inevitabilmente, alla rovina. Ovviamente Renzi non potrebbe diventare il capo di questo nuovo governo a meno che non rinunciasse, pur di mantenersi ‘il posto’, alle sue idee innovative e fondamentali per un nuovo ‘risorgimento’ del paese. E proprio per questo, indipendentemente da quanto ne pensino Alfano e gli altri ‘partitini’ che temono di scomparire e per questo ringhiano di più, serve immediatamente la nuova legge elettorale in modo che, qualunque cosa accada, gli italiani possano decidere col voto il proprio avvenire che, in questo momento, non vedo per niente chiaro. Un regalo a Berlusconi? Non credo: sarà senz’altro un importante avversario ma, in questo momento, non ritengo possa prevalere e specialmente se Renzi riuscirà ad affermare, come spero, la sua linea.
E non mancherò di guardarmi “La grande bellezza” sperando di capire il segreto di questo grande successo della nostra cinematografia. E spero che anche molti altri italiani facciano lo stesso e, magari anche meglio di me, possano trarre dalla pellicola un incoraggiamento a ‘rimboccarsi le maniche’ perché questo, probabilmente, è l’unico modo di aiutare qualunque governo nel suo difficile lavoro.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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