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Firenze, 30 Settembre 2013

Vince sempre il Partito della Spesa Pubblica

Io non so che piano abbiano studiato Napolitano e Letta per il dopo aver trovato il modo di far andare Berlusconi fuori dalla grazia di Dio (a meno che non si tratti di una sua mossa studiata, visto che il cavaliere ha sempre avuto la caratteristica di ‘vedere’ un po’ più lontano dei suoi avversari, i cui effetti verranno fuori più avanti) a causa del’apparentemente irrinunciabile aumento dell’IVA: ho alcune ipotesi che cercherò di chiarire qui di seguito. Premetto che fino ad ora non ho ascoltato notiziari né ho dato la consueta occhiatina ai titoli dei giornali: non vorrei farmi influenzare; quindi, come informazione, sono fermo a ieri notte.
Primo ragionamento: mi appare evidente che la scelta fatta dai due capi derivi principalmente dal non aver voluto neanche prendere in considerazione la possibilità che quanto serviva per evitare il funesto aumento dell’imposta potesse essere trovato per esempio andando a dare una ‘grattatina’ nell’immenso patrimonio del Partito della Spesa Pubblica (PdSP, Rifl. n°76), ma, d’altra parte, ciò è perfettamente comprensibile se si tiene conto del fatto che, a mio modo di vedere, il grosso del PdSP fa parte del PD (Rifl. n° 74) e quindi, per i due, sarebbe stato quasi un tentar di mettere le mani nelle tasche dei propri compagni di partito piuttosto che in quelle del più vasto ed indifeso popolo italiano. La scelta è stata quindi fatta a ragion veduta ma mi sento di escludere la possibilità maramaldesca che fosse per dare un ulteriore colpo ad un avversario politico già finito e quindi è più probabile che si tratti della volontà di tentare un immediato reincarico a Letta per la formazione di un nuovo governo basato su una nuova maggioranza. Ma, dato il punto di vista della Lega e la misera possibiltà che si stacchino senatori del PdL, è indubbio che in questo caso i parlamentari M5S diventerebbero gli arbitri della situazione, ma ci sarà da fidarsi visto che il loro grande capo ripete continuamente: “Mai col PD!”? Ora che ci penso, forse lo ‘sparigliare’ i grillini potrebbe anche essere un interessante aspetto politico secondario.
Secondo ragionamento: se invece non fosse tanto importante (anche se la cosa potrebbe essere altamente questionabile) l’esistenza di un nuovo governo, destinato più o meno a far poco più che tenere insieme la baracca fino a nuove elezioni, quanto piuttosto il cercare di guadagnare il tempo necessario al PD per vedere di trovare un tantinello di pace in modo da potersi presentare agli elettori come unito, allora il governo sarebbe stato fatto cadere per una vicenda di politica interna. Vediamo di immaginarne i motivi: innanzitutto ritengo che, oltre che a Letta, il candidato leader Renzi non sia per niente simpatico nemmeno a Napolitano; mi pare di sentirlo: “Ma che cerca questo presuntuoso sbarbatello che vorrebbe riformare il nostro partito distaccandolo dalle auree antiche regole?”.
Se ciò fosse vero un reincarico a Letta avrebbe per me il suono di accreditarlo, anche se per ora non fa parte dei pretendenti, quale leader del partito. E potrebbe anche diventarlo, ma in questo caso vedo aumentare molto le probabilità di una scissione del PD nonché di una sconfitta elettorale anche, e direi quasi specialmente, se si andasse a votare con una nuova legge elettorale che desse realmente la parola ai cittadini i quali mi appaiono stanchi di dover votare sempre per le stesse facce. E’ ovvio che quanto avverrà dipenderà molto da chi sarà ad assumersi la responsabilità della leadership del centro-destra ma anche, e direi forse anche assai di più, da dove si ‘butterà’ Papa Francesco che mi appare assai populista e potrà tirarsi dietro miriadi di fedeli. Forse i tempi potrebbero essere maturi per una nuova DC (per la quale non ho mai votato) di tipo De Gasperiano; staremo a vedere.
Terzo ragionamento: potrebbe anche darsi che l’aver fatto esplodere la crisi riuscendo a darne la colpa a Berlusconi avesse il motivo, più che ragionevole, di far sparire non tanto il cavaliare quanto, insieme a lui, il decapitato PdL anch’esso tartassato dai litigi dei sottocapi smaniosi di affermarsi e quindi, in linea di principio, abbastanza smembrabile a forza di ‘appetibili’ promesse. In tal caso, forse, un nuovo governo potrebbe anche trovare una maggioranza al senato ma ho l’ipressione che questo gioco abbia avuto più il fine recondito di far convergere l’attenzione degli italiani sull’importanza dell’assenza di un vero leader nel centro-destra in modo da distrarli dallo stesso problema presente anche nel centro-sinistra. Ed è questo, credo, il vero problema che affligge tutta la politica italiana: l’assenza (se si escludono i due clown che hanno messo nel ‘cantuccio’ Bersani) di persone dotate di forte personalità e di carisma.
Finalino: se i miei ragionamenti hanno un minimo di credibilità il quadro che ne emerge è desolante: tutti, di qualsiasi colore, presi dalle preoccupazioni personali o di partito e nonostante altisonanti dichiarazioni di intenti, sembrano nella realtà disinteressarsi completamente dell’immediato avvenire del nostro paese in un momento di profonda crisi dalla quale non credo si possa uscire neanche con nuove elezioni. E l’unica conclusione è che forse, come dicono molti stranieri, stiamo veramente diventando un paese di mer...ende: da quelle della cronaca fiorentina di qualche anno fa a quelle che si godono a tutta ganascia ed alla faccia nostra i componenti del PdSP.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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