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Firenze, 5 Gennaio 2014

A proposito
del discorso
del Presidente

Poichè ero ‘aspramente impegnato’ in cucina, e quando sono lì non voglio che qualcosa mi distragga in modo da evitare possibili e ‘disgustosi’ errori, non ho potuto ascoltare il 31 scorso il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. L’ho solo potuto leggere il giorno dopo e quindi mi sono mancate le a volte assai rivelatrici intonazioni della voce; però, magari sbagliando, azzardo ora, dopo un’infinità di commenti variamente orientati, alcune considerazioni personali.
Devo purtroppo ammettere che non ho apprezzato il tono generale del discorso ed il richiamare alla mente degli italiani, tramite lettura di messaggi da lui ricevuti ed, immagino, accuratamente scelti, i guai della popolazione come se non ne fossimo tutti più che ampiamente al corrente: mi ha fatto l’effetto delle interviste al pubblico (quelle di sicuro accuratamente selezionate) che compaiono nei vari telegiornali, una cosa triste. Ci sono poi delle affermazioni sulle quali mi permetto di dubitare, come per esempio la frase sui giovani “che danno il meglio di sé ad esempio nella ricerca scientifica”: vorrei far notare due cose di cui la prima riguarda il fatto che, poi, questi bravi giovani sono praticamente costretti ad emigrare verso stipendi più civili e finanziamenti certi; la seconda riguarda invece il fatto che quasi tutti gli italiani intendono come ‘ricerca scientifica’ esclusivamente quella medica la quale è l’unica (la vera ricerca scientifica base di tutte le altre e cioè quella matematica, fisica e chimica è invece penalizzata dalla carenza di fondi) reclamizzata e finanziariamente supportata oltre che dallo Stato da quasi continue richieste televisive di SMS e perfino da apposite trasmissioni.
Apro una parentesi ed aggiungo qui un punto di vista strettamente personale che difficilmente potrà essere condiviso da molti: i successi nel campo medico riguardano esclusivamente la lotta alle malattie e quindi tutto bene fin che sono diretti ad un miglioramento delle condizioni di vita, ma purtroppo sono tanto più apprezzati quanto più, alla fine, prolungano la vita stessa, infatti quasi tutti temono la morte e tenderebbero all’immortalità se non ci fosse la natura a porre rimedio; ho detto porre rimedio perché, da un punto di vista (politico?) più generale, ad ogni grande successo medico corrisponde uno schiaffo all’economia sia per il diretto o indiretto aumento del numero di bocche da sfamare, che forse soprattutto per le ingenti spese legate al voler tenere artatamente in vita, magari per mezzo di apparecchiature costosissime, persone che la natura avrebbe lasciato morire (e spero, poichè sono vecchio, che quando toccherà a me nessuno si picchi di farmi sopravvivere). Fine della parentesi.
Tornando al discorso del Presidente mi è apparso poco lungimirante il robusto supporto all’attuale governo lodando le “scelte che il governo annuncia sotto forma di un patto di programma che impegni la maggioranza per il 2014”, forse Napolitano sopravvaluta il suo ‘parto’ ma sto cominciando a pensare che fin qui questo governo ha fatto quasi solo promesse poi regolarmente rinviate secondo l’antica prassi democristiana, e quest’ultima me ne è sembrata un’altra; inoltre mi era parso che recentemente il Capo dello Stato avesse mostrato di essere propenso ad un certo rinnovamento, ma forse mi ero sbagliato; infatti, ora che ci ripenso, mi appare che vada nel senso della conservazione della situazione attuale anche l’accenno alla propria permanenza nella più alta carica dello Stato. Ma forse, con le presenti ventate innovative, anche lui si sente scivolare il ‘trono’ (secondo alcuni umoristi) da sotto il sedere.
A proposito di ventate innovative, mentre terminavo di scrivere la riflessione precedente (n° 88) mi era venuto in mente che, in fin dei conti, un asse Berlusconi-Renzi sarebbe stato possibile tendendo entrambi alla caduta di questo governo (da me fin qui sostenuto) ed al raggiungimento di nuove e vicinissime elezioni, ma non lo scrissi: peccato, avrei mostrato di avere buon fiuto; comunque oltre a tale asse negli ultimi tre giorni abbiamo avuto altre robuste spinte alla rapidità di cambiamento come le tre proposte di nuova legge elettorale sottoposte da Renzi al parlamento per avviare una rapida discussione ed una scelta il più possibile condivisa, oppure la ‘sparata’ sempre del solito, al Consiglio del PD convocato a Firenze, secondo la quale, in pratica (e forse anche abbastanza probabilmente) , sia Monti prima che Letta fin qui non sarebbero stati molto più che due ‘pupi’ con i fili nelle abili mani di Draghi il quale mi sembra stia risollevando l’Europa con noi che, per difficili ostacoli interni legati a banche, lobbies e sindacalismo ottuso, seguitiamo a restare fanalini di coda.
Ed è probabile che le dimissioni irrevocabili di Fassina, viceministro dell’economia, (notizia di stasera) siano proprio dovute a tale sparata, ma, forse non sono stato troppo attento ed inoltre ascoltavo un telegiornale (TG5) di parte (come se tutti gli altri non lo fossero), non sono riuscito ancora a decidermi su quale sia valida delle due possibili interpretazioni del fatto che mi sono venute in mente: a) il vice ministro si è impermalito per l’attacco indiretto di Renzi al ministero dove è impegnato e quindi ce l’ha con il Sindaco di Firenze, oppure b) le sue dimissioni, mettono in crisi la stabilità del presente governo e sono di fatto un ‘assist’ al leader del PD. Domani cercherò di leggere i commenti di gente più esperta di me.
Ma, visto che sembra ci si stia speranzosamente avviando verso qualcosa di realmente innovativo e stanno verificandosi cambiamenti ogni ora mi chiedo: “Cosa ci sarà d’altro e spero di buono nella calza della Befana?”

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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