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Firenze, 19 Gennaio 2014

Se son rose
fioriranno

Oggi, venerdì 17, per chi crede ancora nelle streghe e nelle scaramanzie dovrebbe essere (o quasi, ormai data l’ora, le 19) essere stata, dalle 0 alle 24, una giornata di rigida obbedienza al famoso scongiuro goliardico “Terque quaterque.....” . Io invece, per antica usanza giovanile trasformatasi poi negli anni in abitudine, considero il venerdì giornata da dedicarsi principalmente al lussurioso godimento di piatti ittici ed il diciassette un numero come un altro ma semmai, volendo per forza essere scaramantico, tendente al fausto. E così mi auguro possa essere il risultato del misterioso incontro Berlusconi-Renzi (in ordine alfabetico) che alcune fonti giornalistiche, scorse via web nel pomeriggio, riportano potrebbe avvenire, alla chetichella, addirittura stanotte.
Voglio qui precisare che io non sono né berlusconiano né renziano ma vedo, in un realistico scambio di vedute fra i due, la possibilità di un ‘gentlemen’s agreement’ che li conduca ad accordarsi, pur restando inguaribili avversari politici, per indirizzare il paese (come ho già scritto nella riflessione precedente) verso una vera democrazia dell’alternanza collaborativa fra, chiunque vinca le prossime elezioni, maggioranza ed opposizione. So bene che, per arrivare a questo occorrono fin da subito grosse riforme a partire da quella del sistema elettorale che, in accordo col calendario di Renzi, dovrebbe essere approvata a giorni; fra le altre riforme, queste costituzionali, vedrei con favore l’eleggibilità popolare sia del Presidente della Repubblica che del Presidente del Consiglio; in questo caso tale seconda carica dovrebbe essere dotata di pieni poteri circa il governo e chi lo compone e soggetta solamente a poche e ben definite limitazioni da parte dell’altra carica; alternativamente potrei anche arrivare a vedere di buon occhio una repubblica presidenziale a patto che gli italiani possano individuare, cosa come già detto assai difficile secondo me in questo momento, un personaggio adatto.
Avevo interrotto questa riflessione per ascoltare i notiziari della sera alla fine dei quali (purtroppo?) mi sono appisolato fino a tarda notte e, fin qui (il mattino è invariabilmente dedicato alle questioni domestiche e televisione e computer rimangono spenti) ho solamente appreso, in una interruzione di un ‘giallino’ notturno prima di dormire definitivamente a letto, che i due, nonostante i tentativi di divieto opposti a Renzi da buona parte del suo partito, si sarebbero incontrati oggi alle 16; in altre parole si stanno incontrando mentre io scrivo. Ma, come avrei scritto anche ieri sera, quello che non arrivo a capire di questa vicenda è da cosa sia dettata l’ostinata contrarietà (condannata anche da Travaglio) della parte D’Alema-bersaniana del PD all’incontro di Renzi con il cavaliere tentativamente giustificata con la fragilissima scusa di non doversi interloquire con un condannato. A questo proposito un paio di giorni fa, quando venne fuori tale contrasto con il leader del partito, un comico (Crozza?) se ben ricordo ha affermato che, se in Italia non si dovesse parlare con i condannati, sarebbe molto difficile parlare con qualcuno ed ha anche aggiunto che, dopo tutto, Napolitano ha ricevuto il condannato Grillo.
Cercando ora di individuare plausibli motivi dell’avversione sopra indicata mi sono venute in mente alcune possibiltà:
a) quell’ala del PD che riteneva di avere definitivamente eliminato quel nemico che le ha impedito a lungo di giungere finalmente alla guida di uno stato senza alcuna opposizione (forse ad imitazione di quanto avvenne in Russia a partire dal ’17 e poi in Italia nel ’22 e successivamente anche in Germania nel ’33 ed infine anche in Spagna, cioè quando gli oppositori venivano spediti rispettivamente in Siberia, al confino, nei lager e non so dove in Spagna) si trova ora a dover combattere un giovane ‘nemico’ interno che, sostenuto dal popolo e con idee un po’ (ma troppo per loro) più avanzate cerca di portare il proprio, se rinnovato, partito a vincere le prossime elezioni in un paese alla fine realente democratico;
b) quello che dà noia al gruppo che ora fa parlare Cuperlo è forse il fatto di sentirsi scivolare dalle mani il grande potere economico del PD sicura fonte di grandi, ed ovviamente sotterranei, vantaggi sia politici (acquisto di voti per esempio via ‘sistemazioni’ nelle attività imprenditoriali) che economici forse addirittura anche personali;
c) il fatto, strettamente psicologico e personale, di sentirsi ‘fatti fuori’ da un ‘novellino’ della politica oltretutto non proveniente dalla gloriosa scuola del PCI e succedanei.
Inoltre, se non sbaglio, Renzi ha detto che consulterà anche tutte le altre forze politiche (facendo però impermalire NCD e gli altri centristi filogovernativi che volevano essere consultati per primi, ma forse il leader PD si è basato anche sui recenti sondaggi che danno FI in ascesa, Grillo in calo e gli altri scarsamente influenti) e quindi il tentativo di veto della sinistra PD mi appare ancora un residuo di quell’antiberlusconismo utile solamente per mascherare l’insipienza politica ma deleterio, come si vede, per il partito che ora rischia, dopo aver ‘perso’ le ultime elezioni) anche una scissione.Tuttavia, ripeto, non arrivo a capire bene.
Ma cambiamo discorso: nella versione web del “Messaggero” di ieri un trafiletto riportava l’interessante notizia che studi compiuti nelle università USA (non dico americane perché per me l’America è un continente e non gli Stati Uniti) e coreane avrebbero mostrato che il sesso è fondamentale per l’intelligenza.
Così Casanova doveva essere estremamente intelligente ed altrettanto, venendo più vicino a noi, dovevano esserlo Rodolfo Valentino o, avvicinandosi ancora, Porfirio Rubirosa e, arrivando ai giorni nostri e passando ai politici, Kennedy, Clinton, altri recenti inglesi di cui non ricordo i nomi, fino a Berlusconi ed Hollande salvo se altri. Peccato forse per l’Italia che in questo momento non mi appare ci siano altri politici di alta ‘resa’ sessuale! A me purtroppo la natura ha dato in sorte di non essere un assatanato del sesso e questo forse può spiegare la mia incapacità di penetrare i misteri di certa politica italiana.
Ma ora aspetto i notiziari serali sperando, dal mio punto di vista, in buone nuove.

E le buone nuove ci sono state: l'incontro è avvenuto ed a detta sia di Renzi che di Berlusconi ha avuto un ottimo risultato. Allora non ci resta che stare a vedere: se sono rose fioriranno.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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