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Firenze, 26 Novembre 2013

A Renzi occorre
una maggioranza
"bulgara"

Nella riflessione n° 84 relativa al ‘Cupio dissolvi’ avevo scritto che non ritenevo probabile una scissione del PdL; i fatti mi hanno contraddetto, pazienza, ne ho commessi tanti e poi tanti di errori in vita mia che sicuramente uno in più (o uno in meno) non spostano la media. Ma non cambio la mia opinione circa la motivazione finale delle troppo appariscenti divergenze interne all’ex PdL e cioè, in parole poverissime, quella di dare, su ordinazione, al proprio indiscusso capo una possibilità di riuscire a mantenere la propria parola e contemporaneamente non far cadere il Governo (tenuto in piedi, anche se con maggioranza risicata, dalla sezione Alfano & C., Ncd?).
In tal modo Berlusconi poteva anche pensare di accaparrarsi una qualche benemerenza presso Napolitano per aver nuovamente salvato il suo pupillo Letta, cosa questa forse utile nel caso si potesse giungere ad un atto di clemenza al quale tuttavia il Capo dello Stato non mi sembra per niente incline.
Mi è giunta alcuni minuti fa (18.20) la notizia che Forza Italia sarebbe passata all’opposizione sembra a causa del mancato inserimento delle modifiche richieste nel testo della legge di stabilità in approvazione. Cosa ampiamente prevedibile, ma, a mio modo di vedere, il governo, per quanto detto sopra, non dovrebbe avere nulla da temere, magari procedendo a colpi di fiducia, a meno che non sia il PD stesso a volerlo impiombare (e mi sembra ci sia aria di fronda) anche senza poterne stavolta incolpare il cavaliere opportunamente, con la mossa di cui più in alto, defilatosi per tempo. Ma vorrei tornare al tema iniziale: il secondo vantaggio per Berlusconi, derivante dalla rifondazione di Forza Italia e dalla scissione, è quello di trovarsi ora alla guida di un movimento formazione questa che può essere guidata da chiunque (vedi Grillo) magari anche uno ai, per me inevitabili, servizi sociali o agli arresti domiciliari che, prima o poi, puntualmente arriveranno. Quindi il cavaliere si è così creato una sua ‘nicchia’ di comando inattaccabile indipendentemente dall’esito della votazione di domani sera al Senato o da quanto definitivamente stabilirà la magistratura. E mi sembra non possano avere rilevante importanza i decantati documenti, principalmente di provenienza americana e svizzera, che sarebbero atti a provare la sua innocenza; tanto sarebbero immediatamente ritenuti estorti a caro prezzo e quindi ininfluenti.
Un altro vantaggio per il cavaliere potrebbe derivare, avendo potuto così prolungare la vita del governo Letta, dall’avere indirettamente indebolito quello che può ritenersi il più pericoloso dei suoi avversari nel caso di future prossime elezioni e cioè il grande comunicatore Renzi che comunque, a poco più di dieci giorni dalle fatidiche ‘primarie’, tutti i commentatori danno come sicuro prossimo leader del PD.
Ma io non sono ancora convinto che quest’ultima cosa possa avvenire: c’è ancora abbastanza tempo per la messa in atto, all’ultimo momento, di qualche trabocchetto da parte della gerontocrazia del partito e, secondariamente, anche un’eventuale vittoria risicata limiterebbe talmente il potere del vincente da renderlo all’atto pratico quasi un ‘pupo’ con i fili in mano sempre dei soliti. Non c’è niente da fare, per diventare veramente il ‘leader’ del PD secondo i suoi intendimenti Renzi necessita non solo di un’affluenza record di votanti alle primarie ma anche di una maggioranza bulgara. E mi auguro che ciò avvenga per il bene del nostro paese perché c’è un estremo bisogno di una sinistra rinnovata per rinnovare l’Italia.
Se poi addirittura Renzi non vincesse le primarie non scommetterei un soldo bucato sulla ‘tenuta unitaria’ del PD e, anche se non si verificassero scissioni, l’unica cosa che mi appare pressoché certa è che, ad eventuali prossime elezioni, subirebbe una brutta batosta, addirittura peggiore di quella di Bersani, dando via libera a Grillo ed al centro-destra che forse potrebbero anche unirsi in una strana edizione di ‘grande coalizione’ che poi il Presidente della Repubblica sarebbe costretto ad avallare.
Comunque domani sera, con ogni probabilità perché non ritengo che i senatori del PD possano votare a favore di chi si è messo all’opposizione, il senatore Berlusconi non sarà più tale e qualche sprovveduto potrebbe anche pensare: “In fin dei conti è uno di meno da mantenere” anche se, da questo punto di vista, ritengo che il ‘reprobo’ sia stato abbondantemente sotto la media dei suoi (ex?) colleghi.
Lui seguiterà a protestare la propria innocenza ed a gridare al ‘colpo di stato’ ma forse lentamente si adatterà a guidare ancora la sua gente dalla ‘nicchia’ che ha avuto cura di prepararsi per tempo.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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