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Firenze, 24 Aprile 2014

Forza RENZI!

Mi auguro di no ma comincio seriamente a temere che l’avventura Renzi, che aveva destato in me tante speranze, stia per finire.
Non mi è piaciuto il modo con cui il testo del Jobs Act, emendato dalla direzione PD, è stato stentatamente approvato alla Camera e trasmesso al Senato: il fatto che si sia dovuto ricorrere alla fiducia indica chiaramente che il governo non poteva fidarsi della sua maggioranza parte della quale infatti (Alfano & C.) ha temporaneamente abbassato il capo promettendo però battaglia al Senato, cioè laddove il percorso è ancora più rischioso. Ritengo che tale comportamento del NCD sia dovuto principalmente agli emendamenti al testo originale, dettati dalla componente tuttora di ultrasinistra ed abbastanza potente in quel consesso, che, nella direzione del suo partito, Renzi ha dovuto controvoglia accettare per non rischiare una scissione.
Però non credo di aver capito bene l’atteggiamento di Alfano: ha voluto mostrare di essere abbastanza potente da far cadere il governo (ma con quale vantaggio?) oppure, col suo sì, ha cercato di dare al Presidente del Consiglio il tempo necessario per vedere di far ragionare (cosa poco probabile) il suo partito?
Cercherò ora di immaginare quali strade abbia davanti il capo del governo in questa, per me, assai difficile situazione.
La prima cosa che mi è venuta in mente è che, contravvenendo alla sua speranza di ‘far presto’, cerchi di far rinviare (che novità!) la discussione in Senato magari a dopo le elezioni europee quando cioè i politici non siano più ossessionati dalla campagna elettorale; ma non saprei dire se questa strada possa essere praticabile.
Altra possibilità credo sia quella, dopo aver ascoltato attentamente gli umori dei suoi (sia fedeli che sedicenti tali ed oppositori) e dei compagni di avventura del centro-destra, nel caso si profili una sconfitta al Senato, di arrivare addirittura a ritirare il provvedimento per ripresentarlo in tempi più tranquilli; però questa strada presenta un inconveniente: quello della congiura; mi spiego: ci si può trovare anche di fronte a persone bugiarde che promettono il loro assenso ma poi non mantengono le promesse, in questo caso credo esistano solo due possibilità e cioè la bocciatura del provvedimento al Senato oppure una approvazione legata ad una temporanea maggioranza di natura diversa (e forse agognata dall’ala anti Renzi del PD) costituita dal PD, SEL, grillini ed altri volenterosi dell’ultrasinistra; entrambe le possibilità dovrebbero condurre direttamente alle dimissioni del governo ma, e qui si ‘parrà la nobilitate’ di Renzi, il Presidente del Consiglio, vista l’eventuale approvazione del testo, potrebbe anche decidere di ‘tirare a campare’ ed andare avanti con quella nuova maggioranza che, tuttavia molto verosimilmente si opporrebbe a quasi tutte le sue idee innovative; in questo caso mi direi certo di una sua grande perdita di popolarità perché ormai gli italiani hanno ‘fatto la bocca’ alle innovazioni e non potrebbero che cominciare a considerarlo non dico un traditore ma certamente un altro dei miseri politicanti cui siamo purtroppo abituati.
C’è però anche la possibilità che il tempo concesso da Alfano possa indurre il leader PD a cercare, incurante di possibili scissioni e certo del proprio ascendente elettorale, di cercar di smantellare la propria opposizione interna tentando un nuovo accordo con l’ex: naturalmente questo imporrebbe un ritorno al testo originalmente concordato fra i due e quindi, dopo l’approvazione al Senato, un nuovo passaggio del provvedimento alla Camera ma con molto maggiori probabilità di buona riuscita. In ogni caso la vedo dura e da ciò il mio pessimismo spero qualche buona nuova di un notiziario possa ridurre.
Ho ascoltato un notiziario televisivo ma non ho percepito alcunché che mi abbia fatto recedere da quanto scritto fin qui se non il fatto di aver sentito un Renzi, apparentemente ottimista, promettere una riduzione delle tasse ai pensionati e quindi mi sento di incoraggiarlo con un sonoro “In bocca al lupo”.
Però un rigurgito di pessimismo mi ha fatto tornare in mente il duetto fra Mina ed Alberto Lupo nel ritornello della famosa canzone di anni fa: “Parole, parole, parole, soltanto parole....”
Ma spero ardentemente di sbagliarmi.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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