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Firenze, 23 Giugno 2014

Tra Riforme
Cronaca Nera
e Mondiali

  Siamo arrivati all’estate ed i notiziari televisivi, nonché le versioni web dei giornali risentono fortemente dell’umano desiderio di vacanze; così i palinsesti tv, quando non dominano i mondiali di calcio, sono inondati di telenovele pressoché inguardabili e film e/o telefilm di bassa qualità; anche i notiziari, forse a corto di novità importanti, cercano di interessare gli ascoltatori con dettagliati rapporti sui vari ammazzamenti attuali o rivangati dal passato: non si scappa, o è calcio o cronaca nera. E si può quasi dire che anche la carta stampata, pur avendo maggior spazio a disposizione, ‘riempie’ molto con gli stessi argomenti o con aggiornamenti ripetitivi di notizie precedenti.
Tuttavia ogni tanto ‘filtra’ qualche notizia che mi consente di dire la mia. E’ il caso del comportamento di Renzi di fronte alla proposta di collaborazione di Grillo: mentre ha predisposto un incontro, se non vado errato, per mercoledì prossimo si è affrettato a far confermare dall’estetico ministro Boschi l’accordo già raggiunto con Forza Italia; i motivi di tale mantenere ‘i piedi in due staffe’ ritengo siano principalmente due e cioè: come prima cosa il cercare di non buttare alle ortiche quanto già approvato alla Camera e, secondariamente, il tentare veramente di raggiungere (con grandissima gioia di Napolitano) un accordo il più ampio possibile.
Se questo si verificasse, superando i vari dissidi, talvolta anche soltanto personali, fra i contraenti, si sarebbe forse trovata la strada maestra per condurre in porto le urgentissime riforme istituzionali. Dopo di che ognuno per la sua strada e ‘nemici elettorali’ come prima ma con la coscienza di aver fatto il bene dell’Italia; agli italiani poi il diritto di stabilire, alla prossime elezioni politiche, quale fazione abbia ‘meritato’ di più. Ma mi giunge notizia di robusti ‘mal di pancia’ al Senato e quindi di possibili grosse difficoltà di approvazione: forse un accordo del genere fra ‘veri italiani’ potrebbe facilmente superarle; nelle riflessioni precedenti avevo parlato di ‘triumvirato’: quanto sopra ne potrebbe essere un utilissimo esempio.
Un’altra notizia che mi è giunta e che mi è piaciuta un po’ meno riguarda la ventilata acquiescenza del partito socialista europeo (e quindi anche dei nostri rappresentanti PD) ai progetti di frau Merkel circa le nomine degli alti ‘dirigenti’ di quei consessi; e questo non perché la leader germanica mi sia antipatica, tutt’altro; anzi ha tutta la mia comprensione, infatti vorrei vedere quale degli altri importanti leader europei non si comporterebbe come lei qualora avesse la fortuna di trovarsi in una posizione analoga. Questo però allontana senz’ombra di dubbio la possibilità che si possa realizzare in tempi ragionevolmente brevi un’Europa Europa, tipo U.S.A., diversa cioè dall’attuale accozzaglia di nazioni abbastanza litigiose e sospettose le une delle altre.
Ma ora, visto che in questi giorni praticamente non si parla d’altro (e non vorrei si trattasse di un diversivo per tenere nascoste altre cose), voglio dire la mia, da pressoché incompetente, sui mondiali di calcio. Devo informare che, non disponendo di Sky, ho visto solamente le partite scelte (non so con quale criterio) da Rai1 e commentate direi stancamente dagli esperti scelti; anzi, a dir la verità, ieri sera, ho visto solo parzialmente l’incontro fra Germania e Ghana rimanendo poi sorpreso dal fatto che gli africani (si fa per dire in quanto giocano quasi tutti in camponati europei) siano riusciti ad arginare quella che fino ad ieri consideravo una sicura finalista; ma non c’è da farci troppo caso: sono già state molte le sorprese in quanto visto fin qui, e c’è anche da aspettarsene altre.
Ma, indipendentemente da quale sia realmente la nazionale migliore, quello che temo è che molti risultati possano essere influenzati dalla assoluta necessità (ad evitare più che possibili sanguinose guerriglie) che il Brasile vinca il campionato. In fin dei conti si sa benissimo quanto una vittoria sportiva possa placare gli animi: nel caso dell’Italia basta ricordare come la vittoria di Bartali al Tour evitò grossi guai nei giorni dell’attentato a Togliatti. Tornando a noi non saprei proprio chi potrebbe, nella finale, contendere al Brasile la vittoria; non certo l’Italia che, checché ne dica Buffon, a meno che l’illusionista Prandelli non riesca a tirar fuori dal cilindro almeno un paio di bianche colombe vivaci e fortunate, e specialmente ora che forse dovrà rinunciare a De Rossi, baluardo davanti alla difesa, sarà già qualcosa se riuscirà ad approdare agli ottavi di finale; dopo di che ritengo potrà essere solamente una questione di fortuna o, meglio, del suo ben noto sinonimo che comincia per ‘c’ contro il quale e la corrente, si sa, non c’è forza competente.
E lo stesso vale anche per i nostri eventi politici a venire.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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