L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 

n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40- 41- 42- 43- 44 - 45 - 46- 47- 48- 49- 50- 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82 - 83 - 84 - 85 - 86 - 87 - 88 - 89 - 90 - 91 - 92 - 93 - 94 - 95 - 96 - 97- 98 - 99 - 100 - 101 - 102 - 103 - 104 - 105 - 106 - 107 - 108 - 109 - 110
Firenze, 29 Maggio 2014

"Carpe Diem", Renzi!

Mai come in questo momento mi sono sembrate appropriate le parole di esultanza usate dal grande Orazio all’annuncio del suicidio di Cleopatra: “Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus...”.
Intendiamoci bene, quello di Grillo non è un suicidio ma solamente un brutto scapaccione elettorale che lo dovrebbe costringere a riflettere a fondo sugli errori commessi che gli hanno causato un così vistoso calo di popolarità. E, secondo me, non sono i vecchi pensionati che non l’hanno scelto (secondo la sua interpretazione) ma i giovani, che era riuscito a strappare al PD di Bersani poco più di un anno fa, i quali hanno ora creduto di più alle promesse di Renzi che al suo ‘sfascismo’ (forse senza s iniziale?) privo di concrete proposte credibili. Ed è anche il caso di dire che un calo di popolarità per un attore è sempre un gran brutto segno. Ma non bisogna illudersi troppo perché nel nostro paese, come insegna un vecchio detto toscano, “La mamma dei bischeri è sempre pregna”. Quindi il nostro ‘pede’ non è ancora completamente ‘libero’ ed occorre agire subito perché lo possa diventare presto. Bisogna cioè dare il più presto possibile completa soddisfazione a chi saggiamente ha fatto la scelta di potenziare Renzi ed il suo governo ed in tal modo trattenerlo anche per il futuro.
Ma questa, secondo me, non è stata l’unica vittoria di Renzi: ne posso citare almeno altre due e cioè:
1) l’essersi levato di torno l’odioso ritornello di non aver avuto una consacrazione elettorale: anche se ottenuta in elezioni europee e non in quelle politiche si tratta senz’altro di un’importantissima consacrazione personale che, diciamocelo francamente, nessun altro del PD avrebbe potuto neanche sognare di avere;
2) l’avere almeno temporaneamente, ma mi auguro assai a lungo, ‘silenziato’ l’opposizione che ha internamente al suo partito: ora tutti, da bravi approfittatori, vogliono salire sul carro del vincitore tentando anche di attribuirsi qualche merito, come D’Alema che, immagino crepando dall’invidia vedendo un giovane riuscire in quel che a lui non è mai riuscito e cioè ad essere popolare, ha subito sibilato: “Abbiamo contribuito tutti”; il che, in bocca a lui, ha un grande ‘sapore’ di sconfitta quasi personale. Quello che mi domando però è quanto a lungo potrà durare questa concordia all’interno del PD, partito da sempre caratterizzato da due anime in perenne discordia fra loro.
Anzi quasi quasi, a pensarci bene, questa seconda vittoria mi sembra forse anche più importante di quella su Grillo: ora Renzi, anche se il Parlamento italiano è sempre quello di prima, dovrebbe temere assai di meno di essere pugnalato alle spalle proprio dai suoi, a meno che i suoi compagni di partito non siano almeno in parte figli di quella mamma di cui sopra e ciechi per giunta.
E’ forse il momento di dire qualcosa anche sull’ex il quale, credo, possa ritenersi abbastanza soddisfatto del risultato riportato da Forza Italia nonostante le pesanti difficoltà del leader in campagna elettorale. Io mi sarei aspettato molto di peggio.
In una riflessione precedente avevo già scritto che, secondo me l’ex dava per scontato un deludente risultato alle europee mentre invece si stava preparando per far riemergere il suo partito alle prossime elezioni politiche che però, a meno di un qualche imprevedibile cataclisma politico, ora sono probabilmente più lontane. Dopo i risultati delle recentissime elezioni qualcuno (forse Cacciari) ha detto, secondo me giustamente, che in Italia vince chi ha un leader. Ed è quello che, ‘giustiziato’ l’ex, ora manca al centro-destra e, anche se auspicabile che ne possa venir fuori uno per riuscire a raggiungere un vero utile bipolarismo, non vedo in quell’ambito persone di carisma sufficiente.
A meno che.... (è un’idea che mi passa in questo momento per la testa) dato che i maggiori successi televisivi di Mediaset sono i programmi a guida femminile, il vecchio leone, anche se dice di no e sostiene di essere lui l’unico leader, ma forse anche per sopraggiunta stanchezza, non abbia realmente in testa di far emergere la figlia Marina: in fin dei conti una leader potrebbe attrarre per affinità diversi voti femminili.
Io non sono in grado di esprimere un’opinione di qualche significato in merito: a vederla così sembra una donnina minuta ma dotata di grinta. Come ho già scritto io sono contrario alle dinastie, comunque non deve piacere a me ma agli altri numerosi contendenti per quella carica e soprattutto agli elettori del centro-destra. Chissà, forse potrebbe anche farcela.
Ma torniamo al vero vincitore di questa tornata elettorale: io non l’ho visto, ma mi è stato riferito da persona di mia assoluta fiducia che Renzi, nel discorso fatto il mattino dopo il successo, ha avuto un comportamento da vero statista navigato parlando senza trionfalismi ed assicurando di mettersi immediatamente al lavoro insieme alla sua equipe per mantenere senza indugi quanto promesso in campagna elettorale.
Ed allora, poiché questo è il suo momento di massima potenza, non posso che esortarlo a fare quanto gli italiani si aspettano ora da lui usando ancora le parole del grande vate latino: “Carpe diem”, Renzi! E non sottovalutare le parole che Orazio ha fatto seguire all’esortazione: “...quam minimum credula postero.” Così da non permettere che l’attimo magico diventi quello ‘fuggente’ del film di Peter Weir.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









Gli eBook Simonelli Editore possono essere letti anche sugli iPhone, sugli iPod touch e sull'iPad


Guarda i VideoPensieri
di Luciano Simonelli
su Day By Day
Clicca Qui

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved