Storia dei primati femminili
Donna Ninetta, sindaco
Prima Parte
Riprendendo la stesura dei miei saggi al femminile, mi scuso per il lungo silenzio con Luciano Simonelli, con coloro che hanno avuto la bontà di seguirmi fino ad ora e con gli amici di Borutta che aspettavano il profilo della “loro” Ninetta da lungo tempo annunciato e mai realizzato.
Comunque posso dire di riprendere veramente alla grande, con un personaggio che, noto a pochi nell’ambito del suo paese e della sua isola, merita invece di essere conosciuto da tutti: parlo di Ninetta Bartoli, che è stata la prima donna italiana a diventare sindaco, nell’aprile del 1946. E questa nomina non è avvenuta in una grande città del Nord, dove le donne che pure si erano sacrificate fino alla morte, durante la lotta partigiana, si videro comunque sbarrare nomine e carriere dal prevalere delle candidature maschili: e neppure in qualche capoluogo di provincia all’avanguardia, nel resto dell’Italia. No, Ninetta è stata per dodici anni sindaco in un piccolo paese di 600 abitanti: Borutta, cittadina collinare sita alle spalle di Sassari .
Oggi Borutta, seguendo un destino comune a tanti paesi della provincia italiana, è ancora più piccola di allora ( 305 abitanti). Di origini antichissime ( il sito era abitato già nel neolitico) ha una storia di tutto rispetto, strettamente intrecciata sia alle lotte intestine che a quelle che opposero i Sardi agli invasori genovesi e spagnoli nel corso dei secoli.
Inizialmente Borutta era la cittadina meno importante edificata accanto alla più ricca e potente Sorres. Tuttavia, dall’inizio del quattordicesimo secolo Sorres cominciò a decadere e poi fu abbandonata: di essa rimasero visibili, nel tempo, solo i ruderi della splendida chiesa romanica di San Pietro con l’abbazia…ma questo ci riporta alla nostra Ninetta e ne parleremo più avanti. Qui basti dire che della fine di Sorres si avvantaggiò Borutta, nella quale fu trasferito il Vescovado.
Inquadrato il suggestivo sfondo, veniamo a Ninetta Bartoli, primo sindaco d’Italia al femminile. Bisogna innanzitutto dire, forse anticipando un po’ le conclusioni, che questa persona non è stata una semplice icona, un’immaginetta profilata sullo sfondo di vicende politiche che la sfioravano poco e niente. Si è trattato invece di una donna notevole, energica e determinata, che all’inizio del mandato si trovò di fronte un paese povero, senza acquedotto, senza elettricità nelle case, affiancato dai pur prestigiosi ma trascurati ruderi dell’antica e gloriosa abbazia di cui abbiamo detto. Di fronte a tutto questo Ninetta si rimboccò le maniche, affrontando la situazione con energia e conseguendo notevoli successi.
Ninetta ( alcune fonti citano il secondo nome di “Bartola”) Bartoli nacque nel 1896 da una famiglia nobiliare locale. Aveva un’unica sorella che si sposò presto, trasferendosi altrove.
A Ninetta fu impartita l’educazione tradizionale delle ragazze benestanti: fu mandata in collegio presso l’Istituto delle Figlie di Maria, a Sassari. Come è ampiamente noto, questo tipo di educazione era finalizzato a rendere le convittrici molto pie e timorate, di buone maniere e colte quel tanto che bastava per non sfigurare in società: tanto le si riteneva destinate al matrimonio.
(1.Continua)
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica, SeBook Dieci Romanzi Gialli ...ed ora
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