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  Saggi&Saggi Roma, 2 dicembre 2005    
di  Maria Santini
Una grande scrittrice ci guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine che intrigano, appassionano e, perché no?, divertono.
E' uscito nelle librerie,
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  Su e giù fra le regine senza corona - 3.

  E veniamo alle First Ladies più sfortunate, le quattro che persero il marito per un attentato. Due, la prima e l’ultima, sono celebri mogli di presidenti altrettanto famosi: Mary Lincoln e Jacqueline Kennedy. Tutte e due erano vicinissime al consorte al momento dell’attentato e rimasero illese per miracolo: Mary nel palco del teatro Ford a Washington (14 aprile 1865), Jacqueline nell’auto presidenziale scoperta, a Dallas (23 novembre 1963).
   Meno noti sono invece i presidenti James Garfield e William Mckinley e le rispettive mogli, Lucretia Rudolph e Ida Saxton. Nessuna delle due fu presente all’attentato che le rese vedove. Lucretia per volontà stessa dell’assassino di suo marito, un avvocato a nome Charles Guiteau, il classico “pazzo isolato” di cui gli americani sembrano avere la specialità: Guiteau avrebbe ambito nientemeno che alla carica di ambasciatore in Francia e odiava il presidente per non avergliela concessa. L’assassino avrebbe già avuto occasione di uccidere Garfield in una chiesa ma essendo appunto presente Lucretia, rinunciò perché la stimava e non voleva darle quello choc: poco tempo dopo, invece, nella stazione di Baltimora il folle avvocato non esitò a sparare al presidente (2 luglio 1881). I colpi non sarebbero neppure stati mortali ma, operato con strumenti infetti, Garfield morì nel settembre dello stesso anno per setticemia. L’assassino andò al capestro blaterando versi di propria composizione.
  Ida Mckinley era invalida da quando aveva partorito la seconda bambina (1873): era costretta quasi sempre a letto e sebbene cercasse di lottare coraggiosamente contro l’infermità, non sempre poteva seguire il marito nelle sue trasferte pubbliche. Non era quindi con lui il 6 settembre 1901 (primo anno del secondo mandato del presidente) a Buffalo mentre McKinley, per strada, stringeva le mani ai cittadini plaudenti. Ma fra loro si era insinuato un anarchico ( un classico di quegli anni: basti pensare alla fine di Umberto I e dell’imperatrice Elisabetta d’Austria), un polacco-americano di nome Leon Czolgosz: a differenza degli altri attentatori non ce l’aveva con Mckinley in quanto persona ma con il capo della nazione che trattava con tanta durezza gli immigrati. Comunque fosse, Czolgosz scaricò sul presidente un intero caricatore: “non siate troppo duri con lui” ebbe la forza di mormorare Mckinley, gravemente ferito, a quelli che si erano gettati sull’assassino. Anche Mckinley morì per colpa dei ferri mal sterilizzati, otto giorni dopo . Sempre dichiarandosi fiero del proprio gesto, Czolgosz finì alla sedia elettrica. La fragile Ida sopravvisse al marito soltanto sei anni.

Maria Santini
(3. Fine)
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Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
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di Maria Santini

 

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