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Donna Nella:
l'anima in un ritratto
A proposito del grande amore di Benedetto Croce
Dal pregevole ritratto ad olio una bella bruna vestita di bianco ci guarda
con occhi grandi e dolci: è Nella, il grande amore dì Benedetto Croce, per
vent'anni sua amante e coinvolta nella sua vita cosi strettamente che tutti
li credevano marito e moglie: mai sposata, invece.
Angela - questo il suo nome - aveva umili origini. Romagnola di Savignano,
era figlia di un piccolo possidente, Marino Zampanelli, che sposò sua madre,
una "serva" come si diceva allora, soltanto dopo la nascita della bambina
(1870):fu assassinato, questo padre, due anni dopo, e abbandonato cadavere
per strada: come il padre di Pascoli .
Molto presto morì anche la madre e la
piccola Angela fu tirata su dai parenti. In seguito c'è un black-out di
informazioni sulla ragazza fino all'incontro con Benedetto Croce, avvenuto a
Napoli nel 1893, quando lei aveva ventitre anni e il filosofo ventisette.
Da questo momento in poi, invece, piena luce su "donna Nella", adorabile
padrona di casa di Benedetto: una persona vivace e gentile, dalla
conversazione garbata , non incolta: una donna che seppe ispirare un grande
amore al suo prestigioso filosofo. Una moglie a tutti gli effetti (loro due
non si lasciavano mai) senza la fede al dito. E se qualche amico che
conosceva la verità chiedeva a quando le nozze? Croce rispondeva con un
sorrisino...
Ma un cupo destino incombeva.
Nella, gravemente cardiopatica, peggiorava di
anno in anno. Nell'estate 1913 la coppia era a Raiano, vicino l'Aquila,
ospite come tutti gli anni della cugina di Croce, Teresa Petroni Rossi: e il
25 settembre la povera Angela, prostrata dalle complicazioni della sua
malattia, mori, lasciando l'amante in un dolore tale da far temere per la
sua ragione.
All'anagrafe registrarono la defunta come "coniugata Croce" ma
non era vero: le carte del successivo matrimonio Croce-Rossi definiscono lo
sposo "celibe".
Sì perché il filosofo si sposò l'anno successivo per
reazione alla tremenda solitudine in cui era piombato. Prese in moglie Adele
Rossi, una sua studentessa ( un po' matura per esserlo, in verità: aveva
trentaquattro anni) che aveva conosciuto e stimato Nella . Così a
quarantotto anni Croce cominciava una nuova vita: da scapolo provvisto di
una conturbante amica a marito e padre che, in otto anni, mise su una
famiglia di quattro figlie.
Ma nella sua biblioteca rimase sempre al posto
d'onore l'olio rappresentante una bella bruna biancovestita e sorridente,
che regge un mazzo di papaveri contro la spalla.
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli
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