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Il mistero della Gemma
nascosta
Riflessioni sulla moglie di Dante Alighieri
Ad una ragazzina di un ramo neppure tanto abbiente della vasta casa Donati,
a nome Gemma, toccò l'incredibile privilegio di diventare la moglie di Dante
Alighieri. Diciamo subito che la poverina non dovette essere sensibile come
noi all'alto onore, dato che il grande marito le procurò solo guai:
costretto all'esilio (1301) pena il rogo, la lasciò sola a Firenze a
sbrigarsela con dei bambini abbastanza piccoli (Jacopo, Pietro e Antonia) e
pochi mezzi.
Ma il mistero non consiste in questo, bensì nel silenzio ostinato di Dante
su sua moglie.
E' stato notato che, in tutta la sua opera, egli non
allude mai a Gemma neppure in via indiretta.
Perché?
Subito è scattata la congettura: i due coniugi si
odiavano. E poiché la colpa è sempre della moglie, specie quando il marito è
un genio, si è sentenziato che era stata Gemma a creare una situazione
conflittuale e che fu lei a rifiutarsi sempre di seguirlo nell'esilio.
Ritenendo che sia andata così, noi commettiamo un errore abbastanza diffuso,
quello di giudicare un matrimonio del tredicesimo secolo con i parametri di
oggi.
Intanto Dante e Gemma non si erano scelti perché la loro
unione, decisa , come usava, dalle loro famiglie, si era concretizzata nel
fidanzamento avvenuto quando avevano dodici anni (erano pressoché coetanei)
e nelle nozze qualche anno dopo (intorno al 1285).
Dante era un uomo del suo tempo e quindi era normale per
lui non dare importanza alla moglie. Può darsi, naturalmente, che Gemma,
come tante altre consorti dell'epoca, una posizione magari anche di
predominio ce l'avesse ma solo fra le mura domestiche e per quanto atteneva
al ménage. Può darsi pure che Dante, a differenza di quello che si crede, le
volesse a suo modo bene e la stimasse: in tal caso, Gemma sarebbe rimasta a
Firenze, durante l'esilio di lui, per curare i comuni interessi.
Una cosa è sicura però: Gemma era totalmente al di fuori
del mondo spirituale di Dante.
Occupato dalla poesia e dalla scienza - fu uno dei
filosofi più eruditi del suo tempo - il poeta viveva in un suo mondo alle
porte del quale Gemma avrebbe battuto invano, posto che avesse voluto
entrarvi: e neppure questo è detto dati i limiti culturali che la sua epoca
le aveva assegnato in quanto donna.
A stento la moglie del nostro maggior poeta avrà saputo
leggere e scrivere.
Chiusa in un silenzio nel quale non possiamo penetrare, Gemma sopravvisse
circa vent'anni al suo straordinario consorte
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
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