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Maria Santini...quando lo
scrittrice meno cattedratica che ci sia sale in cattedra e con ironia ci
guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di
un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale
alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine
che intrigano, appassionano
e, perché no?, divertono.
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Catalogo dei SeBook - 18 luglio 2004 |
L'amato
gatto Tristano
di Maria Santini
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n. 1
È sempre la stessa storia:
dar marito alla ragazza
Da Mignon G. Eberhart a Mary Higgins Clark (e a tante altre)
La Eberhart è morta
novantasettenne nel 1996. Inoltre negli ultimi anni la sua grave età le
aveva impedito di produrre, cosicchè oggi è una scrittrice abbastanza
dimenticata. Ai suoi tempi, però (la sua lunga carriera va all'incirca dal
1930 al 1980) godette di una grande e immeritata fama per
molti motivi. La Eberhart è stata una delle più prolifiche scrittrici di
gialli (oltre cento, mi pare) e la sovrabbondante produzione è già di per
sé garanzia di approssimazione e ripetitività. Vi sono stati altri giallisti
dalla vena ipertrofica, Wallace per esempio: ma il grande Edgar , sebbene
oggi mostri un po' la corda, è stato un fenomeno di fantasia e inventiva e
ci ha dilettato, di conseguenza, con ogni genere di avventure. La Eberhart
no: si è limitata a scrivere circa cento volte lo stesso romanzo, quello
imperniato sulla Ragazza.
All'inizio della carriera (1930-1940), la giallista creò, è vero, qualche testo godibile ancora oggi,
la cui protagonista era un'infermiera di professione, Sara Keate, che era
presentata come tutt'altro che una ragazza: una donna di mezza età, solida,
materna, dai capelli rossi e dal grande acume investigativo sposato a un
robusto buon senso. Questa Sara finiva sempre per assistere malati di
famiglie ricche o ricchissime e c'erano quindi descrizioni d' ambiente
minuziose e interessanti:ci si muoveva soprattutto in suntuose ville o in
appartamenti cittadini altrettanto sfarzosi. . Ma ben presto l'autrice si
rese conto che Sara, la donna meno portata alle avventure romantiche che ci
fosse e per di più la meno credibile in una tale parte, da sola non era
abbastanza intrigante per il lettore avido di gioventù e bellezza: le
affiancò quindi una co-protagonista , di verde età e bella come una fata
nonché perennemente nei guai per complicazioni sentimentali. Finì che Sara
fu messa da parte e la co-protagonista divenne l'unica eroina: era comparsa
la Ragazza e non avrebbe più lasciato la presa e non solo. Per un centinaio
di romanzi, la trama sarebbe rimasta sempre la stessa, imperniata, oltre che
sulla Ragazza, sul Fidanzato e la Rivale.
E vediamola, questa Ragazza
che ha varcato decenni e decenni rimanendo sempre Ragazza.
Che sia bionda, bruna, che
abbia occhi azzurri, neri o i famosi "occhi viola" che si trovano solo nei
romanzi, è sempre bellissima e giovanissima: non supera mai i trenta, quasi
sempre neppure i venticinque. Partita con un lungo abito scivolato sulla
persona stile anni trenta, è passata per le scarpe ortopediche e i corti
vestiti del periodo bellico, s'è infagottata nei gonnoni anni cinquanta, per
approdare ai capelli cotonati e ai tailleur pastello alla Jacqueline
Kennedy: ha avuto poi vesti ancor più moderne ma non ha mai indossato
minivestiti e minigonne. Troppo signora, ci fa intendere la creatrice
Eberhart. Come carattere la Ragazza è dolce e un po' sprovveduta perché non
si sa difendere dalla Rivale né riesce mai, fino all'ultima pagina del
libro, a spiegarsi chiaramente con il Fidanzato : è virtuosa e, anche se non
viene detto esplicitamente, vergine o quasi. Come status sociale, in genere
è la parente povera di una famiglia ricchissima , oppure una dama di
compagnia, professione diventata obsoleta dopo la guerra e sostituita,
quindi, con quella di segretaria : forse è dalla sua modesta posizione che
dipende l'insicurezza con cui affronta la Rivale e la passività di fronte al
Fidanzato.E' insomma, la Ragazza,l'ultima trasposizione di un'eroina più
vittoriana che romantica.
Naturalmente una simile
ingenua si caccia nei guai e nella penultima scena del romanzo corre un
rischio orribile, lasciandosi attirare dall'assassino in lugubri dependances
della villa padronale, di notte, o in posti altrettanto pericolosi come cupe
boscaglie o attici deserti in cima a grattacieli cosicché ci deve pensare
sempre il Fidanzato a salvarla. Poi però dissolvenza e lieto fine.
Questo Fidanzato è un
prestante giovanotto,così bello, maschio e nello stesso tempo gentile da
rappresentare il vero e proprio Sogno della Zitella d'un tempo( oggi zitelle
non ce ne sono più ,per fortuna, siamo tutte single se non abbiamo un
compagno). Per di più in genere è molto ricco, cosicché alla fine la Ragazza
si sistema per la vita. Ma c'è un ma: all'inizio dell'azione il Fidanzato è
legato alla Rivale, che può essere sua moglie o un'altra donna che accampa,
in genere a torto, dei diritti su di lui: mai un'amante però, perché anche
il Fidanzato è molto perbene. Il Fidanzato ama con tutto il cuore la Ragazza
fin dalla prima pagina ma non glielo dice. Per motivi ineccepibili: sa che
ciò la metterebbe in pericolo e dovendo serbare questo segreto a tutti i
costi un franco colloquio con la sua innamorata è escluso - non pone un
limite alle angherie della Rivale nei confronti della protagonista.
Anche la Rivale è una bella
donna, ma molto vissuta e un po' meno giovane della Ragazza: avida e sotto
sotto squattrinata anche se coltiva un'aria di somma eleganza e opulenza, ha
interesse per il Fidanzato soltanto perché è un uomo ricco . Pertanto
individua subito l'innamoramento in pectore dei due protagonisti e ha la
tendenza a comportarsi odiosamente con l'elemento più debole e credulone dei
due, la Ragazza appunto, sfoggiando la presa che ha o dice di avere sul
Fidanzato: il quale da parte sua, come abbiamo detto, non la contraddice. Se
la Rivale è anche la moglie di lui , scopriamo che è indegna e che alla fine
dovrà farsi da parte: se ha solo delle mire sul Fidanzato, le deporrà alla
fine riconoscendo magari il suo torto. Stranamente, infatti, la Rivale non è
mai ( o quasi mai) l'assassina e soltanto poche volte la vittima.
L'assassino, infatti, è quasi sempre un simpatico parente o un innocuo e
gentilissimo amico di famiglia che soltanto nella penultima scena del
romanzo, quella in cui tenta di uccidere la Ragazza, stravolge gli occhi e
si fa venire la bava alla bocca, rivelando la sua vera natura di
psicopatico.
Poche volte la Ragazza è
sposata: in questo caso o suo marito è l'assassino, e farà una morte
orribile permettendole così di coronare il suo (fino ad allora casto)
sogno d'amore con il Fidanzato: oppure, se il marito si identifica con detto
Fidanzato , fra i due c'è, per tutto il romanzo,una qualche sorta di seria
incomprensione che impedisce loro un'armoniosa vita coniugale anzi una vita
coniugale tout-court. Perché, ripetiamo, che sia signorina o signora la
Ragazza non fa l'amore con nessuno per tutto lo svolgimento del giallo: ci
può scappare soltanto qualche bacio ardente dopo il quale, però, il
Fidanzato la scosta impetuosamente da sé, dichiarando cose del tipo:"No,
sarei un mascalzone", ma nulla di più.
E questi sono i libri o per
meglio dire il libro multiplo della Eberhart. Bisogna però dire che oggi la
situazione non è molto cambiata: esiste una vera schiera di scrittrici di
gialli le cui opere obbediscono allo stesso dettame della vecchia Mignon :
un po' di mistero sì ma soprattutto si deve dar marito alla Ragazza.
Naturalmente i tempi sono
cambiati e così è sparita la castità della protagonista la quale,
oltretutto, non è neppure più una segretaria, sia pure di un magnate o la
dama di compagnia di un'anziana ricchissima e stizzosa ma una donna in
carriera: medico, architetto, avvocato e chi più ne ha più ne metta.
Naturalmente è sempre bella, giovane e vestita all'ultima moda ma spesso è
divorziata e comunque non è certamente vergine: fa l'amore prima, dopo e
durante lo svolgimento del libro magari ( udite, udite!) anche con il
Fidanzato sbagliato. Di lei conosciamo disturbi che la Eberhart non avrebbe
mai osato mettere in campo : mestruazioni e affezioni ginecologiche varie. A
volte ha un figlio o una figlia. Quanto al Fidanzato.
La Higgins Clark , che ho preso come parametro
di questa tipologia di gialliste, pone sempre intorno alla sua Ragazza
almeno tre spasimanti ed il gioco consiste nello stabilire quale sarà il
fortunato e quale l'assassino: ma se si legge bene tra le righe si capisce
subito in che direzione pende il cuore della sua protagonista e quindi chi è
l'angelo e chi il diavolo. Talvolta anche la sua protagonista è sposata e
allora anche lei, come la Ragazza della Eberhart, si trova in conflitto con
il marito che, per esempio, la ritiene impazzita dopo la perdita di un
figlio o cose del genere: ma se il marito si identifica con il Fidanzato
anche qui tutto si aggiusta. Con tutta l'efficienza professionale
dell'eroina e tutti i suoi amplessi più o meno minutamente descritti, si
torna quindi alla Eberhart: la Ragazza trova marito o ,superate varie
peripezie, si tiene con accresciuta soddisfazione quello che ha.
Chiudiamo ricordando il
superiore stile, anche in fatto di Ragazze e Fidanzati, della grande Agatha.
Anche lei non disdegna, nei suoi gialli, di favorire un romanzetto d'amore,
sia dei protagonisti assoluti ( per esempio, il primo che mi viene in mente,
quello di Jerry e Megan in quello splendido giallo che è Il terrore viene
per posta), sia dei comprimari: gli esempi potrebbero essere assai
numerosi ma facciamo solo quello de La Domatrice , che si conclude
con una vera girandola di matrimoni. Anzi, la Christie arriva spesso alla
raffinatezza di preparare un sostituto che consolerà l'eroina ( e una volta
l'eroe) qualora il suo amore si riveli un assassino: si vedano, per esempio,Aiuto,
Poirot! Tragedia in tre atti o Verso l'ora zero. Ma in genere le
coppie di innamorati della Christie non sono stereotipe e risultano ben
disegnate. Un tipo come la stolida e passiva ragazza eberarthiana non c'è,
perché non rientra nella mentalità di Agatha.
E poi non sempre la storia
d'amore filia via così liscia come si potrebbe credere conoscendo i canoni
dell'autrice, quelli che abbiamo appena individuato. La grande scrittrice ha,
anche in questo campo, delle civetterie e delle brusche inversioni di
tendenza. In Istantanea di un delitto la simpatica e graziosa Lucy
Eyelesbarrow si trova, alla fine, a scegliere fra tre proposte di matrimonio
molto variegate: un vecchio ricco, un artista scontroso e un sensibile
vedovo. Bene, il libro si conclude, con molta malizia da parte dell'autrice,
senza che si conosca la decisione di Lucy. Un'altra volta ( Polvere negli
occhi) Agatha si concede il lusso di trattare malissimo la sua dolce e
innamorata eroina, facendola rimanere sola e senza trovarle nessuna
consolazione: la storia di un amore "giovane" che tutti ci immaginiamo
destinato a concludersi nel solito modo ottimistico, si conclude invece con
un'amara tragedia oltre la quale, per la sventurata giovane donna che la
vive, rimane solo cenere.
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli ...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>
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