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Paolina scatenata
A proposito della sorella di Giacomo Leopardi
Un personaggio famoso, Paolina Leopardi. Nata di fretta dopo un capitombolo
della madre, educata dal padre Monaldo insieme ai due fratelli quasi
coetanei, Giacomo e Carlo, divenuta una giovane donna fu vittima della
prepotenza del dragone di casa Leopardi, Adelaide dei marchesi Antici: le
era perfino proibito tenere corrispondenza con le amiche cosicché per
riuscirvi doveva ricorrere all'aiuto di un buon prete.
Sappiamo che giunse alle soglie del matrimonio con Ranieri Roccetti ( 1823), un giovane di cui
era davvero innamorata ma che lasciò - strana ragazza - perché non si
riteneva all'altezza di una persona così brillante: donna superiore, in
seguito Paolina rifiutò di lasciarsi "svendere" dai genitori, ormai pronti
a tutto pur di levarsela di casa, rifiutando nozze via via meno degne.
Così invecchiò accanto alla temibile madre, vedendo morire Giacomo ( 1837) il
padre Monaldo ( 1847) al quale voleva molto bene, e il giovane fratello
Perfrancesco ( 1851).
Alla fine anche Adelaide dovette piegarsi alla morte (
1857) e Paolina , cinquantasettenne ( andava col secolo) si trovò finalmente
libera, benestante e coccolata da tutti, in quanto sorella di un poeta la
cui fama era ormai universalmente riconosciuta.
Reagì come una ragazzina:si mise a spendere a piene mani. Si comprò vestiti
e cappellini, fece restaurare e abbellire il cupo palazzo di Recanati .
Intraprese anche una lotta senza esclusione di colpi con i due giovani
nipoti Giacomo e Luigi, figli di Pierfrancesco. Era la loro tutrice e li
teneva a stecchetto segno che nessuno di noi impara qualcosa dalle proprie
disgrazie… l'essere stata sotto il tallone di Adelaide fino a quasi sessant'anni
non la dispose infatti ad una benevolenza maggiore verso quei giovani.
Ma soprattutto viaggiò.
Anche lei odiava Recanati, come il suo celebre
fratello e appena il potere di Adelaide si dissolse nella morte, si scatenò.
Fu in Emilia, in Umbria a Bari: a Napoli, sulla tomba del fratello poeta che
aveva tanto amato, e infine in un'altra città cara a Giacomo, Pisa.
Vi si recò nell'inverno del 1868 ma,ormai inguaribile giramondo, volle fare una
puntata nella fredda e umida Firenze. Tornata a Pisa già febbricitante, morì
in pochi giorni di un'affezione respiratoria . Era il marzo 1869.
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli
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