A partire dalla seconda metà del settecento le corti europee patirono una vera invasione di Marie Terese, discendenti tutte dalla formidabile e prolifica imperatrice d’Austria di questo nome. In particolare la nostra, Maria Teresa di Lorena, l’aveva due volte bisnonna: il padre Ferdinando III granduca di Toscana era figlio dell’imperatore Leopoldo, la madre Maria Luisa di Carolina regina di Napoli: e sia Leopoldo che Carolina erano due dei sedici rampolli della grande sovrana.
Maria Teresa di Lorena aveva sedici anni quando (1817) la ragion di stato la unì a Carlo Alberto di Savoia Carignano, erede presuntivo del trono di Sardegna. Da poco tornata da Vienna ove suo padre si era rifugiato durante il tornado napoleonico, appariva come una ragazza timida e graziosa: data un’occhiata al promesso sposo, un bel giovane di diciannove anni che definire “slanciato” sarebbe alquanto riduttivo (era alto più di due metri) se ne innamorò perdutamente e fu per sempre.
La disgrazia della sua vita fu che non venne mai ricambiata. Carlo Alberto era un uomo molto complesso e contraddittorio e non solo come personaggio pubblico: il suo carattere oscillava fra un’accesa religiosità e un grande trasporto verso il sesso femminile. Alle molte avventure fuggevoli che ebbe si accompagnò poi, tutta la vita, il suo amore per la contessa Antonietta di Robilant. Per Maria Teresa, fin dai primi tempi del matrimonio, non rimase niente. Nacquero sì due figli, Vittorio Emanuele futuro II (1820) e Ferdinando duca di Genova (1822), ma la loro presenza non contribuì a rinsaldare l’unione dei genitori. Così la povera Maria Teresa, che nel 1831, morto il re Carlo Felice, divenne regina a fianco del marito, intristì divenendo anche lei una bigotta dagli angusti orizzonti.
La sua ultima amarezza coniugale fu il modo con cui il marito l’abbandonò. Dopo la sconfitta di Novara (marzo 1849) Carlo Alberto, come è noto abdicò partendo immediatamente per l’esilio in Portogallo: alla moglie scrisse una fredda lettera di congedo ed in seguito le proibì assolutamente di raggiungerlo come lei, disperata, avrebbe anelato fare. Del resto l’esule, malatissimo, morì quattro mesi dopo. Maria Teresa ritrovò un suo equilibrio accanto ai figli e ai nipotini ma non ebbe lunga vita. Nel gelido inverno del 1855 mentre assisteva la regina Maria Adelaide prossima all’ottavo parto, prese un’infreddatura che si trasformò in polmonite e ne morì. La morte fu in fondo buona con lei: le impedì di assistere alla scomparsa, che avvenne nel giro di pochi giorni, di quella nuora molto amata e dell’adorato figlio Ferdinando, stroncato dalla tisi a soli trentatre anni. Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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