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Da Lalla a Tormentilla
Una
ghirlanda di nomi dannunziani
La nostra è puramente un’indagine onomastica perché sarebbe follia pensare
di esaurire in una paginetta l'argomento "donne" riferito a D’Annunzio. Ma
sappiamo che ad ogni amata, fosse un’avventura come una relazione
importante, l'Imaginifico mise un soprannome: ora vezzoso ora delizioso ma a
volte insulso e in alcuni casi perfino erudito: vediamoli.
Si cominciò (1881) con Lalla, cioè Giselda Zucconi, la figlia di un
professore, una borghese che fu il primo amore importante del diciottenne
poeta. La legittima moglie, Maria Hardouin dei duchi di Gallese, sposata nel
1883, venne chiamata Maraia o Marioska ma poco le valsero i nomignoli quando
il giovane poeta si innamorò di quella che fu forse l'amore più sincero e
l'ispiratrice più importante della sua vita: Elvira Leoni, ribattezzata
Barbara o Barbarella. Ma anche quest'astro tramontò quando il passionale
D'Annunzio si accese per Maria Gravina Cruyllas di Ramacca: Maria divenne
Moricicca mentre perfino la bambina nata dalla loro relazione, Renata,
prendeva il soprannome di Sirenetta anche se il padre la chiamò sempre,
familiarmente, Cicciuzza. L'infelice Moricicca, che uscì distrutta dalla
relazione, lasciò il posto a una persona ben diversa dalle solite
nobildonne: Eleonora Duse, la grandissima attrice che per D'Annunzio fu, con
un bel nome dantesco, Ghisolabella. A Ghisolabella seguì Nike, ovvero la
statuaria marchesa Alessandra di Rudinì, quella che, per espiare i brevi
anni di passione con il poeta, in seguito si fece carmelitana. Poi le
relazioni di D'Annunzio presero un ritmo convulso per nulla rallentato
dall'età che avanzava, anzi. Così si susseguirono e volte si intrecciarono
le storie con la marchesa Luigia Casati Stampa ,Koré, e con la contessa
Giuseppina Mancini, Giusini o Amaranta. Né mancò la russa stravagante:
Natalia de Goloubeff detta Donatella. Durante l’esilio (causa debiti) in
Francia, D'Annunzio si legò a una pittrice americana, Romaine Brooks ovvero
Cinerina: seguirono altre due donne importantissime, la francese Amélie
Mazoyer, Aélis, che divenne la sua governante,e la pianista veneziana Luisa
Bàccara, conosciuta nel 1915: Smikrà (la piccola). Ambedue rimasero con
D'Annunzio fino alla morte di lui (1938).
Nel periodo di Fiume e del Vittoriale la girandola di donne intorno al pur
vecchio e malandato poeta e Comandante si fece vertiginosa: ed ecco apparire
e sparire (i veri nomi ormai non contano neanche più) Nerissa, Venturina,
Leila-Simonetta, Melitta, Comacella e altre fino alla splendida ventenne che
allietò gli ultimi mesi della vita turbinosa di D'Annunzio: Hevelina
Scapinelli, che fu per lui Sthénele, Maya, Manah, Tormentilla ma soprattutto
Titti.
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli
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