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Ricordo di Renata Tebaldi
Della sua voce,dei suoi trionfi, tutto è stato detto. Ma che genere di donna
era, Renata Tebaldi? Un'antidiva che odiava la mondanità e che può essere
compendiata in una frase sola: faceva sempre la cosa giusta. Pacata,
misurata, i pettegolezzi scivolavano su di lei come acqua.
Si volle creare una polemica fra prime donne che opponeva la Callas a lei:
lei non vi diede mai alimento. Del resto è probabile che, ad onta degli
isterismi dei loro ammiratori sfegatati, Renata e Maria non siano mai state
veramente nemiche. Ricordiamo una foto famosa, scattata nel camerino di
Renata al Metropolitan di New York ( 1968) dopo una recita di Adriana
Lecouvreur: la Tebaldi carezza il viso della Callas che è venuta a
complimentarsi con lei e quel gesto sembra quasi fare coraggio alla collega
tanto provata dalla vita.
Stessa discrezione la Tebaldi aveva mantenuto durante una difficile storia
d'amore per un uomo sposato - allora non c'era il divorzio - e per di più
poco affidabile: relazione che lei stessa volle chiudere (1962) ma tenendosi
ben lontana dai riflettori e dalle interviste giornalistiche. Con la stessa
gentilezza sommessa si riaccostò a suo padre.
Renata era infatti l'unica figlia di un matrimonio che era fallito quando
lei era ancora piccolissima. A diverse riprese, per amor suo, i genitori
tentarono di rimettersi insieme ma alla fine non ci fu nulla da fare: il
padre se andò e si rifece una vita con un'altra donna.
La grande cantante era legatissima alla madre, la signora Giuseppina, tanto
che, quando essa morì (New York 1957) ebbe la tentazione di lasciarsi
andare, abbandonando la carriera: ma in seguito riprese i rapporti con il
padre, il violoncellista Teobaldo Tebaldi, che non vedeva da diciannove
anni, perdonandogli il male che aveva fatto a quella sua mamma così amata.
C'è una foto che li mostra insieme, a spasso per le vie di Guastalla, lui un
vecchio signore dignitoso, lei, trentanovenne (siamo nel 1961) tutta
sorridente e orgogliosa, appesa al suo braccio: veste un elegante tailleur.
La grande Renata fu una di quelle donne più belle nella maturità che in
gioventù. L'esordiente ventiduenne era una ragazza alta, piuttosto massiccia
e goffa, con il viso dai lineamenti delicati ma pienotto: la Tebaldi del
periodo aureo, più magra e con il volto sfinato nel quale risaltavano gli
occhi azzurri e il nasino impeccabile, aveva acquistato una figura da
indossatrice così che sembrava più giovane di prima.
C'è una sua fotografia di scena (1968) che la ritrae nei panni della
"Fanciulla del west": capelli mossi intorno al bel viso corrucciato, giacca
a frange, gonna di pelle, stivaloni e nelle mani due lunghe pistole:
strepitosa.
Maria Santini
PS: Un ampio ritratto-intervista di Renata Tebaldi è nel
volume Le Italiane
di Anita Pensotti. Basta una e-mail a
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
Matilde di Canossa, Liszt.
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