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La Ragazza e l'Eroe
Prima Parte
Fino Mornasco, presso Como, il 24 gennaio 1860. In una cappella attigua alla
villa del ricchissimo marchese Giorgio Raimondi si celebrano le nozze di sua
figlia Giuseppina, una bella bruna di diciotto anni, con un personaggio che
compensa i trentaquattro anni in più rispetto a lei con l'aureola della
gloria e dell'eroismo: Giuseppe Garibaldi, che nell'anno precedente ha
combattuto da par suo nella seconda guerra d'indipendenza.
La cerimonia è finita: la marchesina è ormai la signora Garibaldi. I
neosposi, che appaiono molto felici, escono dalla chiesa circondati dai
parenti festanti ma ecco che un garibaldino si fa di fronte all' Eroe e gli
porge una lettera: da leggere subito! Un po' stupito, Garibaldi tuttavia
legge.
Ciò porterà a un incredibile colpo di scena, non l'unico né l'ultimo, certo,
di questa vicenda ingarbugliata che a conti fatti non ha molto di romantico
ma ricorda più un romanzo d' appendice . In puro stile romantico, invece,
era stata la prima unione dell'eroe, quella con la brasiliana Anita, anche
lì con uno sfondo d'amore appassionato ma all'insegna del sacrificio e della
fedeltà. Qui, al contrario, entrano in ballo categorie nuove ed inquietanti:
non più amore assoluto ed eroismi condivisi ma passione carnale, tradimento,
abbandono, perfino un amante esaltato che finisce col morire prigioniero in
Siberia.
E dire che anche stavolta tutto era sembrato cominciare nel segno del
romanticismo più schietto. Garibaldi aveva visto per la prima volta i begli
occhi della marchesina parecchi mesi prima, in piena guerra, quando la
ragazza l'aveva raggiunto durante uno spostamento di truppe per informarlo
della situazione critica di Como: una specie di staffetta. L'incontro aveva
lasciato il segno: a tambur battente l'ammaliato Generale le aveva rivolto
la frase fatale " Io voglio appartenervi in qualunque modo". Da principio,
però, Giuseppina si era ritratta con fermezza: vedremo che aveva le sue
buone ragioni. Soltanto a guerra finita parve ripensarci: il fascino
dell'eroe unito alle pressioni della famiglia la convinsero ad accettare.
"Mi offro a lei, mio soave. Mi ama ancora?" gli scrisse " Mi faccia sua
compagna "
Garibaldi non se lo fece dire due volte: nello scorcio dell'anno venne
ospite della villa di Fino Mornasco e tutto fu deciso anche troppo di fretta
perché lui e Giuseppina non aspettarono la benedizione nuziale per cadere
nelle braccia l'uno dell'altra. E presto la fidanzata si scoprì incinta. Il
Generale , felicissimo, fissò la data delle nozze: sarebbero state
certamente esaltanti accanto a quella ragazzina che l'aveva stregato con i
suoi occhioni neri.
Quel matrimonio sarebbe durato un'ora all'incirca.
(Continua la prossima settimana)
Maria Santini
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli
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