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La regina Adelaide:
quasi una favola

Una cupa torre su un monte sovrastante il lago di Garda. Da una galleria sotterranea sbucano nel bosco un uomo e due giovinetti:i tre fuggiaschi, presto braccati da un nugolo di armati, riescono però a raggiungere la pianura e a celarsi tra i campi di grano. I loro nemici, furiosi, scostano le alte spighe con la spada: invano, perché i tre sono stati traghettati al di là del lago di Mantova da un pescatore che ha riconosciuto la sua regina. Sì, perché sotto gli abiti maschili di uno dei "giovinetti" si cela la regina vedova d'Italia, la ventenne Adelaide: l'altro presunto ragazzo è una sua ancella e l'uomo che le accompagna il monaco Martino, persona piena di risorse. Aveva un suo sistema per stabilire di chi si poteva fidare durante quella fuga avventurosa: raccontava che la regina era morta. Così Martino poté capire da che parte stava il signore di Canossa, Adalberto Atto, bisnonno della contessa Matilde: quando seppe della " morte" di Adelaide quel fedele vassallo scoppiò in lacrime.
Sembra una favola ma non lo è. E' vero, l'alto medioevo (ci troviamo nell'anno 951) è un' epoca che,con le sue durezze e le sue miserie, sembra la più lontana da episodi romantici e fiabeschi. Ed è anche vero che il nostro racconto ha un'altra chiave di lettura, quella politica ovviamente.
L'anno precedente, la diciannovenne Adelaide di Borgogna era apparsa la più infelice delle regine. Era morto suo marito, Lotario, re dell'effimero eppur contesissimo regno d'Italia (composto in realtà da poche province settentrionali): l'intrigante Berengario II si era fatto proclamare re al suo posto e, per rendere più solida la propria posizione, pretendeva che la giovane vedova sposasse suo figlio Adalberto. Adelaide non ne voleva sapere: così scappò da Pavia, la capitale del regno,ma a Como fu ripresa e venne rinchiusa in quella rocca sul Garda da cui la salvò l'ingegnosità del monaco Martino.
Adalberto portò la giovane regina nella sua munitissima rocca di Canossa: Berengario strinse il castello di un assedio che le antiche fonti dilatano a tre anni e mezzo ma che in realtà, è stato provato, durò una settimana e fu sgominato dal re di Germania, Ottone I, giunto da Verona in soccorso di Adelaide.A questo punto l'astuto Adalberto consigliò al re di sposare la vedovella, ed essa stavolta accettò di buon grado (952) . Ciò, oltre a rappresentare l'inizio della fortuna dei Canossa, fece di Adelaide, dieci anni dopo, l'imperatrice accanto al marito assurto al trono più prestigioso dell'occidente. Adelaide divenne una figura eminente :troppo lungo sarebbe parlare qui delle sue complicate vicende. Morì nel 999 e nel 1097 venne dichiarata santa.

Maria Santini

Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
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