n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28   

Tina Merlin o del coraggio

Non una donna famosa per nascita o parentela, stavolta, ma una di noi: una che cominciò come giornalista di provincia ( scriveva sulla cronaca bellunese dell'Unità) ed è diventata il simbolo della tragedia del Vajont : si tratta di Tina Merlin, l'autrice del libro denuncia " Sulla pelle viva" e l'ispiratrice della ormai famosa "Orazione Civile" di Marco Paolini.
Oggi all'interno della diga , che è intatta, al posto dell'acqua c'è un bosco di pini cresciuto sulla frana : allora, nella terribile notte del 9 ottobre 1963, i pini, con gli altri alberi dell' instabile monte Toc vennero giù, con una mostruosa massa di terra, ad una velocità che viene calcolata in 150 km orari. La colonna d'acqua che l'impatto immane sollevò dall'invaso portò una morte atroce e repentina a Longarone e ai paesi limitrofi, livellò il terreno della valle del Piave tramutandolo in una livida pietraia, decimò famiglie su famiglie, provocando ai sopravvissuti un trauma dal quale molti non si ripresero mai.
E Tina l'aveva detto, e scritto: quella diga, là dove l'aveva voluta l'ostinazione della potentissima SADE e della politica che la sorreggeva, era un enorme, atroce pericolo per le popolazioni. Non era possibile che un lago artificiale della lunghezza di sei chilometri poggiasse, su un lato, contro il monte Toc, franoso da sempre. Ma prima della tragedia la giornalista ricavò dalle sue accorate denunce soltanto un processo: la si accusava di" aver propalato notizie false e tendenziose volte a turbare l'opinione pubblica".Per fortuna in un paese democratico a tutto c'è un limite, anche alla sopraffazione, così Tina fu assolta . Ma non bastava: a tragedia avvenuta, lei e il suo giornale furono additati come colpevoli di sciacallaggio, rei di usare per bassi scopi di propaganda politica una tragedia di cui unica responsabile , si continuava a dire, era la "natura matrigna", alla Leopardi. Ci vollero decenni perché la verità vera venisse ristabilita e perché ci si rendesse conto di chi era stata veramente Tina: la voce forte e angosciata di quella verità.
Tina aveva trentasette anni ai tempi del Vajont. Il coraggio non le era mancato mai. Durante la Resistenza, giovane staffetta partigiana, aveva combattuto a fianco del suo futuro marito Aldo Sirena,un ufficiale degli Alpini ( il partigiano Nerone) e di suo fratello Antonio , ucciso dai tedeschi in ritirata. Dal matrimonio di Tina e Aldo nacque, successivamente, un unico figlio, Antonio, oggi anche lui giornalista, come la madre.
Tina è morta nel 1991. Non ha fatto in tempo a conoscere "l'Orazione civile " di Paolini né a rendersi conto d'essere diventata una leggenda.

Maria Santini

Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>