Abitava in un castello belga circondato da boschi , isolata ma trattata con
ogni cura. Carlotta, imperatrice vedova del Messico, aveva la sua corte e le
sue dame e quando stava bene passava il tempo come qualunque gentildonna
dell'epoca, ricamando,suonando il piano, leggendo e dipingendo con maestria. Ebbe
sempre gran cura della propria persona: quando perse il contatto con la
realtà era una bella brunetta ventiseienne che portava le crinoline ( 1866):
quando morì era un'anziana esile , vestita con decoro alla moda del 1927.
Ma era pur sempre una folle. Aveva crisi distruttive durante le quali
rompeva tutto ciò che le capitava a tiro o malmenava le cameriere: più
spesso,però, rimaneva seduta a fissare il vuoto o a litigare a bassa voce
con un invisibile avversario che chiamava monsieur. Poi si rendeva conto e
diceva nel suo modo curioso cosa vuole, monsieur, si sragiona, si è vecchi,
si è pazzi.
Cos'era stato a tramutare la bella, intelligente e orgogliosa figlia di re
Leopoldo I in una folle che non guarì mai? La risposta è nota: il Messico.
Carlotta e il marito l'arciduca Massimiliano d'Austria, erano ambiziosi e
stanchi di essere gli eterni secondi alla corte dell'imperatore Francesco
Giuseppe, fratello di lui, e della splendida Sissi. Così quando una piccola
cricca di conservatori offrì loro la corona del Messico, Massimiliano e
Carlotta accettarono con entusiasmo e, benchè sconsigliati da tutti, nel
1864 salparono per la nuova patria. Ma il Messico, quello vero, non voleva
l'intruso che non era neppure, come si vide subito, nè capace nè
intelligente. Carlotta sì che lo sarebbe stata: ma il marito non
l'ascoltava. Fu così che la guerriglia di Benito Juarez conquistò tutto il
Messico e l'effimero imperatore finì fucilato a Querètaro ( 19 giugno 1867).
Da mesi Carlotta era già in Europa a cercare aiuto per il marito ma non
ottenne nulla: solo di sprofondare nella pazzia quando allo stress tremendo
subìto negli anni messicani si aggiunsero le delusioni che le diedero gli
infidi alleati di un tempo.Ma qualcuno ha sostenuto che l'imperatrice sia
impazzita per una droga propinatale ad arte nello Yucatàn.
Riportata a quel castello di Miramare dal quale era partita per l'America
con tante speranze, per parecchi mesi Carlotta fu tenuta in un isolamento
crudele dai parenti austriaci: questioni di interesse dato che l'eredità del
padre Leopoldo I l'aveva resa ricchissima. Alla fine il fratello Leopoldo II
la spuntò e Carlotta tornò in patria. E solo allora le fu rivelata la
tragica fine del marito. Prese la notizia con coraggio e per qualche tempo i
parenti si illusero di poterla riportare alla normalità: ma non ci
riuscirono. Cominciava così la sua vita di reclusa di lusso.
Maria Santini
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